Tra formaggi e salami
buonissimi, la zona dei monti Nebrodi si caratterizza
gastronomicamente come area tipica di numerosi alimenti.
Dalla pastorizia sui monti hanno origine
diversi tipi di formaggi. Il più famoso è senz’altro la provola dei
Nebrodi. E’ un formaggio a pasta filata simile al caciocavallo,
dalla forma classica a pera. Generalmente viene prodotto dal latte
delle vacche portate a pascolare in primavera. L’erba del pascolo è
riccha di essenze odorose, particolarmente aromatica, che dà al
formaggio un gusto del tutto speciale.
Con la stessa pasta vengono realizzati i
Caci figurati, dalla forma libera plasmata come una composizione
artistica.
Tra le ricette classiche del messinese vi
è la famosa
Pasta
'ncaçiata, propria, però, della zona di Mistretta.
Il condimento abbondante con cui si
mischia la pasta (generalmente maccheroncini) è composto
da
pomodori, caciocavallo fresco, carne
tritata, salame, uova sode, melanzane, pecorino grattugiato, aglio,
vino bianco, basilico, olio, sale e pepe.
La particolare denominazione deriva dal
metodo di cottura, particolare della zona mistrettese. Una volta
amalgamato la pasta con il condimento in una capiente teglia, la si
pone sulla brace e, chiusa la pentola, viene a sua volta ricoperta
da uno strato dibrace, anch’essa ardente. Il termine "u ncaçio"
definisce in dialetto proprio questa modalità di cottura.
La Pasta 'ncaçiata è un piatto tipico dei
giorni di festa.
La Festa di San Sebastiano
Il culto del santo a
Mistretta ha origini medievali. Sembra, infatti, che sia stato
introdotto nella cittadina nell’anno 1063. Tuttavia è nel XVII
secolo che la festa prese piede in loco. Tra
1625 e il 1630 la popolazione siciliana subì una terribile
pestilenza che ne decimava il numero. I mistrettesi chiesero
l’intervento di San Sebastiano. La peste, comunque, ebbe termine. Da
allora vi è gran festa per il santo.
La Chiesa lo festeggia il 20 gennaio, ma a
Mistretta sono abituati a condividere la gioia con i turisti e gli
emigrati del paese anche il 18 di agosto. In Oriente San Sebastiano
è festeggiato il 18 di dicembre.
Il fercolo del Santo viene portato in
spalla dai cittadini, a volte di corsa, per le strade, anche quelle
più strette dove la vara passa a malapena.
La processione di agosto è molto
più seguita a causa dei turisti, emigranti con le famiglie e degli
abitanti dei paesi dei dintorni. La fede per il Santo è tale che
esiste un elenco di 600 portatori della vara, il cui posto a volte
si tramanda da generazioni.
La Festa della Madonna della luce
Nella Chiesa del cimitero, fuori Mistretta, è custodita la vara
della Madonna portata in processioneil
7 e 8 settembre di ogni anno. Nella Chiesa è contenuta
un’effigie dipinta su una roccia, trovata casualmente nella notte
dei tempi, sopra la quale è stata eretta la chiesa stessa. La
leggenda vuole che accanto all’immagine sacra vi erano ossa di
grandi dimensioni, “forse giganti”. Cosicchè a Mistretta nei due
giorni di festa la Madonna non cammina mai sola: dietro a Lei
procedono due giganti di cartapesta, che la proteggono. I due
giganti sono: "Cronos" e "Mitia". Questi percorrono la cittadina
diversi giorni prima della festività, ballando e raccogliendo
offerte per la festa stessa. Il primo giorno la Madonna esce
dalla chiesa del cimitero e risale verso il paese. In un punto
prestabilito della strada incontra i due giganti che l’attendono. Il
cerimoniale prevede che le statue si inginocchino e facciano
riverenza alla statua sacra. Insieme le tre vare ripartono verso
Mistretta, e rimarranno unite per tutta la durata della cerimonia: i
giganti “sorvegliano e proteggono attenti”. Il corteo fa capo alla
Chiesa Madre di Mistretta, sul cui piazzale i giganti ballano per la
felicità dell’arrivo della Madonna. Il simulacro della Madre di
Cristo, che risale al Seicento, raffigura Sant’Anna con in braccio
la Madonna bambina. |