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Mistretta e il destino dei comuni montani  
 

Introduzione
Il periodo greco

Il periodo romano

Il periodo medievale

Dal Rinascimento al Settecento

Dai Borboni alla decadenza

 


La Chiesa Madre
Chiese a Mistretta
Altre Chiese, altri gioielli
Nobili e palazzi
Le fontane di Mistretta
Gastronomia e festività
 
Video su Mistretta

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MISTRETTA

     A Mistretta dai 22.000 abitanti
   nell'Ottocento si è passati agli
   attuali 5.000. I comuni montani,
   dopo lo splendore della Storia, oggi
   soffrono di un ingiusto abbandono.

   

   Gastronomia e festività

   
     
     

 

 
Processione di San Sebastiano a Mistretta


 

 
 





 

  Tra formaggi e salami buonissimi, la zona dei monti Nebrodi si caratterizza gastronomicamente come area tipica di numerosi alimenti.
Dalla pastorizia sui monti hanno origine diversi tipi di formaggi. Il più famoso è senz’altro la provola dei Nebrodi. E’ un formaggio a pasta filata simile al caciocavallo, dalla forma classica a pera. Generalmente viene prodotto dal latte delle vacche portate a pascolare in primavera. L’erba del pascolo è riccha di essenze odorose, particolarmente aromatica, che dà al formaggio un gusto del tutto speciale.
Con la stessa pasta vengono realizzati i Caci figurati, dalla forma libera plasmata come una composizione artistica.

Tra le ricette classiche del messinese vi è la famosa  Pasta 'ncaçiata, propria, però, della zona di Mistretta.  Il condimento abbondante con cui si mischia la pasta (generalmente maccheroncini) è composto  da pomodori, caciocavallo fresco, carne tritata, salame, uova sode, melanzane, pecorino grattugiato, aglio, vino bianco, basilico, olio, sale e pepe.
La particolare denominazione deriva dal metodo di cottura, particolare della zona mistrettese. Una volta amalgamato la pasta con il condimento in una capiente teglia, la si pone sulla brace e, chiusa la pentola, viene a sua volta ricoperta da uno strato dibrace, anch’essa ardente. Il termine "u ncaçio" definisce in dialetto proprio questa modalità di cottura.
La Pasta 'ncaçiata è un piatto tipico dei giorni di festa.



La Festa di San Sebastiano
Il culto del santo a Mistretta ha origini medievali. Sembra, infatti, che sia stato introdotto nella cittadina nell’anno 1063. Tuttavia è nel XVII secolo che la festa prese piede in loco. T
ra 1625 e il 1630 la popolazione siciliana subì una terribile pestilenza che ne decimava il numero. I mistrettesi chiesero l’intervento di San Sebastiano. La peste, comunque, ebbe termine. Da allora vi è gran festa per il santo.
La Chiesa lo festeggia il 20 gennaio, ma a Mistretta sono abituati a condividere la gioia con i turisti e gli emigrati del paese anche il 18 di agosto. In Oriente San Sebastiano è festeggiato il 18 di dicembre.
Il fercolo del Santo viene portato in spalla dai cittadini, a volte di corsa, per le strade, anche quelle più strette dove la vara passa a malapena.  La processione di agosto è molto più seguita a causa dei turisti, emigranti con le famiglie e degli abitanti dei paesi dei dintorni. La fede per il Santo è tale che esiste un elenco di 600 portatori della vara, il cui posto a volte si tramanda da generazioni.

La Festa della Madonna della luce
Nella Chiesa del cimitero, fuori Mistretta, è custodita la vara della Madonna portata in processioneil  7 e 8 settembre di ogni anno. Nella Chiesa è contenuta un’effigie dipinta su una roccia, trovata casualmente nella notte dei tempi, sopra la quale è stata eretta la chiesa stessa. La leggenda vuole che accanto all’immagine sacra vi erano ossa di grandi dimensioni, “forse giganti”. Cosicchè a Mistretta nei due giorni di festa la Madonna non cammina mai sola: dietro a Lei procedono due giganti di cartapesta, che la proteggono. I due giganti sono: "Cronos" e "Mitia". Questi percorrono la cittadina diversi giorni prima della festività, ballando e raccogliendo offerte per la festa stessa.
Il primo giorno la Madonna esce dalla chiesa del cimitero e risale verso il paese. In un punto prestabilito della strada incontra i due giganti che l’attendono. Il cerimoniale prevede che le statue si inginocchino e facciano riverenza alla statua sacra. Insieme le tre vare ripartono verso Mistretta, e rimarranno unite per tutta la durata della cerimonia: i giganti “sorvegliano e proteggono attenti”. Il corteo fa capo alla Chiesa Madre di Mistretta, sul cui piazzale i giganti ballano per la felicità dell’arrivo della Madonna.
Il simulacro della Madre di Cristo, che risale al Seicento, raffigura Sant’Anna con in braccio la Madonna bambina.
 

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