I miti legati a Mistretta non si concludono in età arcaica. Sembra
che i greci raggiunsero la costa tirrenica della Sicilia nel 700 a.
C. Un gruppo di essi s’inoltrò verso l’interno, raggiungendo la
cittadina. L’accoglienza fu molto positiva, tanto che il loro capo,
un certo
Leukaspis,
venne subito mitizzato. Sorse un tempio a lui dedicato e sulle cui
rovine venne succesivamente eretta la chiesa più ampia di Mistretta.
Dell’esistenza di questo condottiero-dio se ne ha prova con una
moneta che raffigura il Leukaspi, depoca greca. La lenta, ma
progressiva “ellenizzazione” del paese, portò la cittadina a
divenire una Polis greca, retta da un proprio e autonomo arconte,
che governava sulla base di una legislazione di tipo greco. Vennero
costruiti quei simboli tipici della civiltà greca, quali templi,
ginnasi e teatri. Vennero organizzate ben due necropoli: quella
rinvenuta sulla pendice ovest del monte del castello e quella molto
più grande posta all’ingresso del paese (sul territorio della
attuale "Villa allegra"). I fortunati scavi hanno portato alla luce
vasi commemorativi, pezzi marmorei con iscrizioni funebri, ossa e
cocci di vario tipo, oltre ad altri reperti storici. Nella
cittadina era esistente anche un’antica fortezza, di cui ne
parlano sia Polibio che Tucidide. Di questa oresenza ne sono prova i
resti degli scavi su monte castello nella campagna limitrofa al
paese. I rinvenimenti sono di grande valore archeologico.
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