Mentre gli arabi s’impadronivano della Sicilia
e di altri territori, avveniva, a partire dall’Europa del nord, la
grande diaspora dei Normanni. D’origine vichinga, partono dalla
Norvegia per insediarsi in Inghilterra, dopo la battaglia vittoriosa
di Hastings del 14 ottobre 1066. Nell’Europa nord-orientale
costituiscono i regni di Novgorod e di Kiev. Passando per la
Groenlandia giungono, molto probabilmente, nell’America del Nord.
Nel X secolo, mentre attaccano Parigi, assediano nel
mediterraneo anche Costantinopoli. Le ovvie capacità di
navigatori li portano ad operare anche in Italia. Nel 865,
saccheggio di Pisa e Luni. Successivamente si spostano nel
meridione, impadronendosi della contea di Aversa e del principato di
Capua, nel 1029. Partendo da questi occupano del ducato di Puglia.
La regione diviene la loro roccaforte per successive espansioni, che
li porteranno alla conquista della Campania e della Calabria. I
Normanni, nel 1060, sono alle porte della Sicilia. Mentre avviene
tutto ciò nell’Italia meridionale, la nobiltà araba è impegnata in
lotte intestine. Dopo l’avventura del bizantino Maniace, che si
sviluppa tra il 1038 e il 1042, i dissapori e i contrasti tra i
dominatori arabi non cessano. Finché, il signore musulmano
Ibn-at-Thumnah, dopo aver trucidato il kaid di Catania, Jbn-Meklat,
e averne sposato la vedova, sorella del kaid di Agrigento,
Ibn-Hawwas, pur già padrone di Siracusa, affronta militarmente il
cognato. Sbaglia e perde. A questo punto l’ambizioso e insaziabile
signore arabo compie il passo fatidico di chiamare in Sicilia i
vicini normanni, ritenendoli solo una specie di mercenari. Questi
non se lo fanno ripetere due volte: Roberto
il Guiscardo e da Ruggero d’Altavilla con le loro truppe passano lo
Stretto e, nel 1060, occupano Messina.
Quanti cavalieri normanni
fossero non è bene precisato. Il cronista del tempo Goffredo
Malatelta li stima in 700 unità, contro ben 15.000 arabi, mentre
Gioacchino Volpe addirittura ne restringe il numero a 300 normanni.
E’ già la Storia che diviene Mito.
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