Con ampie vedute Ruggero II caratterizzò
modernamente sia l’amministrazione del Regno che il settore
artistico e culturale. Diede vita tra i primi ad un parlamento,
in quanto in questo erano presenti rappresentanti demaniali. Si dotò
di una corte, creando
con la Magna Curia un
gruppo formato da sette dignitari.
Seppe dar vita ad una organizzazione
giudiziaria e fiscale. Nel 1144, con la disposizione De
resignandis privilegiis,
avviò il primo catasto del regno.
Nel campo delle
costruzioni architettoniche, oltre a quelle militari, aprì il
cantiere della cappella Palatina a Palermo (nel palazzo dei
Normanni), ed edificò il duomo di Cefalù, di Monreale e quello di
Messina. Durante il suo regno Palermo, con 250.000 abitanti,
raggiunse il livello di metropoli, quanto Cordova ed il Cairo (Roma
raggiungeva appena i trentamila abitanti). La città poteva vantare
tra le opere più belle anche i famosi «jardini di Palerrnu», che
furono oggetto di composizioni poetiche. Il geografo arabo Idrisi su
suo incarico, redasse una descrizione dell’isola. Facevano parte
della sua corte (come sarà successivamente per Federico II) un
gruppo di poeti. La poesia del tempo era, tuttavia, era composta in
lingua araba. Tra gli artisti vi erano
Abn Haps Omar;
i due Abn-r-Rama e
Abn-d-Dhaw, che compose anche un’elegia in occasione della morte di
un figlio di re Ruggero. Non va dimenticata l’attività letteraria
dell’umanista Enrico Aristippo
L’accentramento monarchico realizzato da Ruggero II diminuì
l’attività negativa del baronato e, con la creazione di città
demaniali, anche queste finirono nonostante le autonomie sotto il
suo diretto controllo. Si creò, così, quel feudalesimo, tipicamente
normanno, presente anche in Inghilterra. Con il
privilegio dell’Apostolica Legazia, Ruggero II poteva
nominare direttamente i vescovi siciliani. L’amministrazione
statale poggiava su una buona burocrazia, legislazione e
una corretta politica fiscale. L’esercito normanno era
potenti e bene organizzato.
D’altra parte Ruggero poteva contare su una diplomazia efficiente.
Nell’ambito del governo interno, basato sulla tolleranza culturale e
religiosa, in una pacifica convivenza , assicurarono alla Sicilia un
periodo di ordine e una pace.
Alla sua morte avvenuta
il 26 febbraio 1154 (la tomba è nel duomo di Palermo) Ruggero
lasciò al figlio Guglielmo una monarchia solidamente costruita. Le
sue strutture amministrative facevano parte di uno Stato moderno,
allo stesso livello di quello contemporaneo creato
dal normanno Enrico II in Inghilterra. |