Alla morte di Ruggero II, molti malcontenti
vennero a galla. In primis quelli dei baroni pugliesi, che colsero
l’occasione di una discesa in Italia di Federico Barbarossa (1155).
Il successore Guglielmo (detto il Malo) dovette affrontare
l’insurrezione, che era arrivata anche in Sicilia ad opera dal conte
di Montescaglioso. Con decisione, battuto il conte siciliano,
sbarcò sulla terraferma affrontando gli insaziabili baroni pugliesi.
La Storia ci riporta, non solo della sua vittoria sui pugliesi, ma
anche di quella dell’esercito bizantino inviato dall’imperatore
Manuele Comneno e sbarcato a Brindisi nel 1155 (quest’ultimo
appoggiato dalla Repubblica marinara di Genova). Guglielmo sancì a
memoria la sua vittoria con la distruzione di Bari.
In questa
situazione molto fluida, Guglielmo I confermò il concordato con il
papa Adriano IV, sia per i domini continentali, sia per la Sicilia.
Ma, libero politicamente, sbaragliò l’esercito bizantino nella
battaglia di Negroponte (1157).Ma se vinse in oriente, non potè fare
altrettanto in Africa. In una furiosa ribellione perse la città di
Sfax e poi tutti i domini africani (1159-1160).
L’insoddisfazione di ambienti nobili o di potere non finì con la
rivolta dei baroni pugliesi. A Catanzaro operava la contessa
Clemenza, figlia naturale di re Ruggero II. Ad essa facevano capo
baroni ribelli che spingevano alla rivolta. Il «grande ammiraglio»
Maione inviò Matteo Bonello, su cui aveva piena fiducia. Questi,
però, passò dalla parte degli insorti e, tornato a Palermo, lo
uccise. Su suggerimento dalla regina Margherita di Navarra,
Giacomo I colpì ferocemente sia Bonello, sia la contessa Clemenza e
la nobiltà ribelledi Catanzaro. Le lotte intestine non per questo
cessarono, anzi, si diffusero e divennero cruente. Guglielmo per la
durezza fu soprannominato “il Malo”. Il suo regno non fu migliore di
questi avvenimenti. A quarantasei anni morì (1166), lasciando il
potere al figlio Guglielmo ancora minorenne. Anche se non adulto, il
parlamento lo riconobbe come sovrano, Guglielmo II. La madre
Margherita tenne la reggenza fino al 1172.
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