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LA SICILIA DEI NORMANNI
Bullet7blu.gif (869 byte) La diaspora vichinga
Bullet7blu.gif (869 byte) La conquista dei Normanni
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La battaglia di Cerami

Bullet7blu.gif (869 byte) La Madonna e i Normanni

Bullet7blu.gif (869 byte) I Santi guerrieri ed i Normanni

Bullet7blu.gif (869 byte) Gli assedi di Troina ed Enna
Bullet7blu.gif (869 byte) Nasce il nuovo Stato moderno
Bullet7blu.gif (869 byte) Il Regno di Sicilia

Bullet7blu.gif (869 byte) Il buon governo di Ruggero II
Bullet7blu.gif (869 byte) La Cappella Palatina

 

Bullet7blu.gif (869 byte) La Cattedrale di Cefalù
Bullet7blu.gif (869 byte) La Cattedrale di Monreale
Bullet7blu.gif (869 byte) Guglielmo I e un regno di rivolte

Bullet7blu.gif (869 byte) L'Oriente di Guglielmo II
Bullet7blu.gif (869 byte) La tolleranza di Guglielmo II
Bullet7blu.gif (869 byte)  L'arte leggendaria dei Normanni
Bullet7blu.gif (869 byte) Video sui Normanni

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SICILIA NORMANNA       
        I Re normanni, «tramite
     operoso fra il mondo greco-arabo
     e l’Europa… accentuano la loro
     incipiente individualità morale,
     possono svilupparsi come Italia
     ed Europa». (Gioacchino Volpe)
   
    Guglielmo I e un regno
     di rivolte
   
     
     

 
   

Castello di Caccamo (PA), Sala della Congiura

LuckyLisp - 6 Febbraio 2008
 

 




da Wikimedia Commons

 

 

Alla morte di Ruggero II, molti malcontenti vennero a galla. In primis quelli dei baroni pugliesi, che colsero l’occasione di una discesa in Italia di Federico Barbarossa (1155). Il successore Guglielmo (detto il Malo) dovette affrontare l’insurrezione, che era arrivata anche in Sicilia ad opera dal conte di Montescaglioso.
Con decisione, battuto il conte siciliano, sbarcò sulla terraferma affrontando gli insaziabili baroni pugliesi. La Storia ci riporta, non solo della sua vittoria sui pugliesi, ma anche di quella dell’esercito bizantino inviato dall’imperatore Manuele Comneno e sbarcato a Brindisi nel 1155 (quest’ultimo appoggiato dalla Repubblica marinara di Genova). Guglielmo sancì a memoria la sua vittoria con la distruzione di Bari.

In questa situazione molto fluida, Guglielmo I confermò il concordato con il papa Adriano IV, sia per i domini continentali, sia per la Sicilia. Ma, libero politicamente, sbaragliò l’esercito bizantino nella battaglia di Negroponte (1157).Ma se vinse in oriente, non potè fare altrettanto in Africa. In una furiosa ribellione perse la città di Sfax e poi tutti i domini africani (1159-1160).

L’insoddisfazione di ambienti nobili o di potere non finì con la rivolta dei baroni pugliesi. A Catanzaro operava la contessa Clemenza, figlia naturale di re Ruggero II. Ad essa facevano capo baroni ribelli che spingevano alla rivolta. Il «grande ammiraglio» Maione inviò Matteo Bonello, su cui aveva piena fiducia. Questi, però, passò dalla parte degli insorti e, tornato a Palermo, lo uccise.
Su suggerimento dalla regina Margherita di Navarra, Giacomo I colpì ferocemente sia Bonello, sia la contessa Clemenza e la nobiltà ribelledi Catanzaro. Le lotte intestine non per questo cessarono, anzi, si diffusero e divennero cruente. Guglielmo per la durezza fu soprannominato “il Malo”. Il suo regno non fu migliore di questi avvenimenti. A quarantasei anni morì (1166), lasciando il potere al figlio Guglielmo ancora minorenne. Anche se non adulto, il parlamento lo riconobbe come sovrano, Guglielmo II. La madre Margherita tenne la reggenza fino al 1172.

 
 

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