Il formaggio della stagione estiva in Sicilia si chiama Vastedda. Di
tipo a pasta filata, va mangiato fresco dopo appena tre giorni dalla
sua realizzazione. E’ fatto, esclusivamente, con latte di pecora
intero e crudo. Per la
Vastedda della Valle del Belice vengono utilizzati degli ovini della
razza “Valle del Belìce” oppure dei suoi incroci. Il suo nome
deriva dal siciliano vastedda (o vastella),
che indica una forma “a focaccina”, cioè, ovoidale
schiacciata. Questa, infatti, è la forma tipica della Vastedda della
Valle del Belice e di quella Palermitana (formaggi), ma, anche, di
un tipo di pane siciliano, quello tipico di Palermo, detto
Pani ca meusa.
Le dimensioni sono ridotte. Il suo diametro varia tra i 15 e i
17 cm, mentre lo scalzo è tra i 3 e i 4 cm. Non presenta crosta e la
pasta, di colore bianco, è liscia e non granulosa. Si rilevano, a
volte, delle filature dovute alla lavorazione iniziale. Il suo peso
può andare dai 500 ai 700
grammi. Il suo sapore è fresco, gradevole e lievemente
acidulodovuto al gusto proprio del latte di pecora. La sostanza
grassa non può essere inferiore al 35% (al 18% sul formaggio
fresco). La presenza di sale non può superare il 5 % (il 2,7 % sul
prodotto fresco).
Il territorio di produzione, considerato
DOP, fa parte delle provincie di Agrigento, Palermo e Trapani.
In quella di Agrigento
riguarda sei comuni, quali:
Caltabellotta, Menfi, Montevago. Sambuca di Sicilia, Santa
Margherita di Belice e
Sciacca. In quella di Palermo, i comuni di: Contessa Entellina e
Bisacquino. Nella provincia di Trapani si contano, invece, nove
comuni: Calatafimi. Campobello di Mazara, Castelvetrano, Gibellina,
Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa e Vita.
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