In provincia di Messina tra i formaggi si distinguono il Maiorchino
e la Provola dei Nebrodi. Il primo è prodotto nella parte
settentrionale dei Peloritani. Tra i comuni che lo realizzano vi
sono: Santa Lucia del Mela, Novara di Sicilia, Basicò, Tripi,
Mazzarrà Sant'Andrea, Fondachelli e Montalbano Elicona.
Per
il momento, il Maiorchino rientra nei formaggi PAT (prodotti
agroalimetari tradizionali). Tuttavia, si sta lavorando verso il
riconoscimento DOP. Lo dimostra il fatto che è segnalato
singolarmente nei PAT il Maiorchino di Novara di Sicilia. Nel comune
si svolge la festa del maiorchino, una prova di abilità a far
rotolare lungo le strade del paese le forme del formaggio, che si
aggirano sui 10/12 chili l’una circa, con un diametro di 35 cm.
La crosta della forma è di colore ambrato, a volte marrone,
mentre l’interno è giallo paglierino, con una pasta consistente e
compatta. Anche se prodotto con latte di pecora, il suo gusto è
delicato. Aumentandone la stagionatura la colorazione del formaggio
si scurisce ed il gusto tende leggermente al piccante.
La lavorazione
Anche la lavorazione del Maiorchino segue regole antiche e
tradizionali. La procedura inizia con il coagulazione a 39°C del
latte con caglio di agnello o capretto. Rotta la cagliata si porta
il liquido a circa 60°C, Indi la cagliata viene posta nella
garbua (una
fascera) messa su un piano orizzontale, detto mastrello.
Per ottenere una
spurgatura maggiore, la pasta viene bucherellata con il minacino
(un'asta di legno). Successivamente, al momento
opportuno, avviene la pressatura nella fascera di legno. L’indomani,
tolte le forme dalle fascere, si pongono su uno scaffale di legno.
Due giorni dopo inizia la salatura con sale marino grosso, che può
durare anche un mese. Durante la stagionatura, per i primi due
mesi le forme di Maiorchino vengono pulite e rivoltate. Dal terzo
mese inizia il trattamento con olio d’oliva siciliano, fino
all’ottavo mese di stagionatura, quando la procedura si ritiene
conclusa. In alcuni casi, si registrano stagionature maggiori degli
otto mesi. Essendo la lavorazione tradizionale, molto spesso la
stagionatura avviene negli interrati di antiche case in pietra.
La Provola dei Nebrodi
A poca distanza, andando verso ovest, si incontrano i Nebrodi.
L’area è protetta dal Parco dei Nebrodi e conta parecchi piccoli
comuni, soprattutto nella zona montana. La loro attività e relazione
nella storia ha creato un’isola autosufficiente. In questo quadro si
pone la famosa Provola dei Nebrodi. Le dimensioni di questa variano
tra 4-5 chilogrammi. Può cambiare la durata della stagionatura e, a
volte, anche affumicata. Tra le curiose varianti della provola
esistono quelle con un cuore interno. La provola può contenere un
limone, oppure una noce di burro. Tutti i comuni nebroidei sono
produttori della tipica
provola. I comuni, tra gli altri, sono: Capizzi, Basicò Ucria,
Montalbano Elicona, Mistretta, Patti, Castell'Umberto, San Teodoro,
San Fratello, Cesarò, Castel di Lucio, Alcara Li Fusi. Alcuni di
questi organizzano delle sagre della provola, come Basicò (il 19
agosto) e Castel di Lucio (il 17 agosto).
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