Naturalmente, quando si
parla di “isole linguistiche” non si intendono isole vere e proprie,
ma di zone isolate o eccentriche dal resto del territorio che le
comprende. Qui la lingua che si parla è quella della comunità
originaria, magari proveniente dall’esterno e qui insediatasi dopo
un’immigrazione, oppure che ha mantenuto forme arcaiche e non ha
adottato o sviluppato modifiche storiche, avvenute nel resto
territoriale. E’ un caso comune, che si riscontra, ad esempio, in
tutta Europa, in molte forme e varianti.
In Sicilia si
distinguono le comunità che usano la lingua
arbëreshë (d’origine
albanese) e quella di provenienza gallo-italica. Tra le più
importanti e conosciute colonie d’origine albanese e che parlano,
tuttora, la lingua arbëreshë
vi è Piana degli Albanesi (Hora
e Arbëreshëvet in
albanese, che significa
Città
degli Albanesi). Originariamente il paese era denominato
"Piana dei Greci", essendo la sua popolazione legata al rito
greco-ortodosso. Nel 1941 il toponimo fu cambiato nell’attuale.
Piana degli Albanesi
mantiene inalterate le sue tradizioni, come quella linguistica e
religiosa. L’amministrazione comunale (essendo autorizzata) stende
gli atti comunali anche in lingua albanese. E’ sede
vescovile dell'Eparchia
bizantina. Il paese posto nell’entroterra palermitano, a circa 24 chilometri dal
capoluogo (a
740
m s.l.m), ospita 6.500
abitanti circa. Situata nell’Alto Belice, ha una posizione
geografica molto suggestiva e tra le più incontaminate. E’ posta,
infatti, su una conca a margine del lago omonimo, creato con
lo sbarramento del fiume Belice negli anni venti. Presenta quattro
poderose montagne, ed è cinta da spazi naturali, come il
Neviere, la Grotta del Garrone e l’Honi, ma,
soprattutto, dalla
riserva naturale orientata Serre della Pizzuta. Per questa
invidiabile posizione geografica, Piana degli Albanesi offre ai
turisti la possibilità di svolgere l’escursionismo a piedi,
il cicloturismo, l’equiturismo, il parapendio e il canottaggio. E’,
inoltre, oasi naturalistica protetta
dal WWF dal 1999.
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