Il
gallo-italico, chiamato
anche dialetto alto-italiano, si struttura in Sicilia come isola
linguistica alloglotta. Questo tipo di parlata si ricollega
all’italiano settentrionale, soprattutto, nelle sue caratteristiche
fonetiche. Il gallo-italico ha derivazione dalle lingue celtiche. E’
così denominato in quanto i romani chiamavano il nord-Italia Gallia
cisalpina. Attualmente quest’isola linguistica viene denominata
Sicilia lombarda o Lombardia
siciliana. La definizione esatta di Lombardia va ricollegata alla
dominazione Longobarda (da Longobardia, appellata
anche Regno dei Longobardi),
che la parte settentrionale (non solo la Lombardia) del paese ebbe a
partire dal
VI secolo d.C.
Le isole linguistiche gallo-italiche si formarono, come detto,
con l’arrivo dal nord dei normanni (alla
fine dell'XI secolo),
che, scacciati gli arabi, vi si insediarono. Le milizie e i coloni
crearono nuovi insediamenti (come a San Fratello). Alcuni storici
sostengono che l’emigrazione dal nord verso la Sicilia, soprattutto
centrale e orientale, proseguì fino a
tutto il XIII secolo.
I coloni, in particolare, erano
provenienti dal Monferrato, e in genere dal Piemonte,
dall’entroterra ligure di ponente e da alcune zone della Lombardia
ed Emilia. Giunsero in Sicilia, in aiuto alle milizie normanne,
anche soldati provenienti dalla Provenza, quindi, del sud-est
francese. La lingua d’origine longobarda, naturalmente, subì,
con il passare del tempo, una successiva modificazione e
contaminazione con il dialetto siciliano, mantenendo, tuttavia,
buona parte dell’influsso fonetico, che lo distingue anche
attualmente.
L’isola linguistica gallo-italica siciliana,
come tutte le altre, ha subito, recentemente, una particolare
erosione con la diffusione della scuola dell’obbligo e dei media
moderni (radio, televisione, ma anche giornali ed oggi internet). Il
gallo-italico siciliano è divenuto, quindi, un’eredità culturale
sempre più preziosa.
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