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Piana degli Albanesi e le isole linguistiche
Le isole linguistiche
La fondazione di Piana
degli Albanesi
Caratteristiche del centro storico
La lingua arbëreshë
L'Ortodossia di Piana
La gastronomia arbëreshë
 
Il gallo-italico in Sicilia
La distribuzione geografica
del gallo-italico
Il "francese" di San Fratello
Un particolare bilinguismo
Video su Piana degli Albanesi
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       PIANA DEGLI ALBANESI

    Fondata nel 1488 dopo la diaspora
    albanese, inizialmente era
    denominata "Piana dei Greci" dal
    
rito greco-bizantino professato.
    Dal 1941 si chiama Piana degli
    Albanesi, ma il suo nome in
   
arbëreshë è "Hora e Arbëreshëvet",
    che vuol dire letteralmente Città
    degli Albanesi
. Insieme al

    gallo-italico è una ricchezza
    culturale in più per la Sicilia.
 

   

     La fondazione di
     Piana degli Albanesi

   
     
     

 

 

Interno della Cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Piana degli Albanesi

Demetrio46 - 1 settembre 2011(2011-09-01)

 
 





da Wikimedia Commons
 

   Nel XV secolo, con la caduta dell'Impero Bizantino e con l’avanzare delle milizie ottomane, la cristianità dalmata cercò una estrema difesa. Vi riuscì per vent’anni, ma alla morte di Giorgio Castriota Skanderbeg, l’onda musulmana dilagò nella penisola balcanica. Alla ricerca di salvezza si creò una consistente emigrazione verso la penisola italiana. L’esodo fu favorito dalla Repubblica marinara veneziana, che cercava di ripopolare aree disabitate o sotto carestia dell’Italia meridionale. Negli anni tra il 1482-1485, una grande quantità di esuli, soprattutto nobili, profughi della Chimara, attraversarono l’Adriatico verso occidente. Una parte di essi, proveniente dall'Epiro e dalla Morea, si spinse fino alla costa siciliana nei pressi di Solunto. Stabilitisi nell’entroterra, chiesero al Cardinale Giovanni Borgia di Monreale (negli anni 1486-1487 ) il diritto di risiedere nelle contrade di Mercu e Aydingli, situate nell’interno presso la pianura della Fusha, zona fertile e ricca d'acqua e abbastanza vicina ai principali centri siciliani. La concessione (pratica seguita anche da papa Sisto IV) fu ratificata il 30 agosto del 1488. L’insediamento di Piana degli Albanesi era, e lo è ancora oggi, il più grosso centro albanese in Sicilia.

Il centro storico di Piana, date le circostanze, si creò, già inizialmente, su più quartieri, cioè, quello di "Qaca e vjetër", di "Shën Gjergji" e di "Sheshi". Una nuova fase di sviluppo dell’abitato si registrò con la seconda emigrazione albanese del 1534. I nuovi gruppi giunsero dalla Tessaglia e dal Peloponneso, in particolare dalle città di Corone, Modone e Nauplia in Morea.
La popolazione di Piana degli Albanesi ha sempre difeso le proprie redici culturali, anzi, ne è gelosa. Essi si distinguono per le loro tradizioni e particolarità, quali
il rito bizantino, la lingua e le usanze. I costumi tradizionali femminili, molto ricamati, si distinguono, infatti, da quelli siciliani in genere.
Tuttavia, non bisogna credere che la comunità albanese si sia chiusa in se stessa nel corso dei secoli. Anzi, essa ha partecipato agli eventi storici siciliani e italiani. Piana degli Albanesi, ad esempio, fu coinvolta negli eventi risorgimentali, che portarono all’Unità d’Italia. Ciò dimostra che diverse culture possono coesistere, con grande ricchezza di chi le vive entrambe.

 
 

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