Anche la Storia può divenire leggenda. E’
il caso della polis di Nauloco. Posta tra Milazzo (Mylae) e Capo
Peloro a Messina (Messana), la città passò alla storia per la grande
battaglia navale combattuta, nel 36 a.C., nelle sue acque. A
fronteggiarsi Sesto Pompeo e Marco Vipsanio Agrippa, con le loro
navi e le truppe di terra. Le navi di Ottaviano sconfissero quelle
di Pompeo, costringendolo a ritirarsi nella vicina Messana, mentre
le truppe avversarie occupavano Nauloco. Il nome di Nauloco,
deriva dal greco e significa “rifugio per le navi”. In effetti,
doveva trattarsi di un grande approdo con un bacino di ancoraggio e,
in particolar modo, fornita di un cantiere navale per le
riparazioni. Secondo le narrazioni storiche, le 300 navi di Pompeo
vi fecero base prima della battaglia, quindi il porto doveva essere
di una certa capienza.
Fin qui la ricostruzione storica. Il
problema è che non si sono trovate tracce archeologiche dell’antica
città. Naturalmente, è’ sorta una controversia sulla sua
localizzazione. Diversi autori latini citano la città, come Silio
Italico , che la inserisce nel suo elenco di città siciliane.
Appiano di Alessandria cita la cita, ponendola nel tratto di costa
che andava da Milazzo fino al Promontorio di Tolomeo, cioè Capo
Rasocolmo, ma più in prossimità del capoluogo messinese. Il
tratto di costa tirrenica, studiato dagli storici, è comunque il più
citato come localizzazione della polis. Alcuni di essi prediligono
la zona orientale. Giacomo Manganaro indica, infatti, il tratto ad
est di Spadafora; l’area di Venetico è forse la più probabile e,
comunque, la più citata dagli studiosi, in cui si sono ritrovati
alcuni reperti archeologici; lo Ioli, invece, colloca Nauloco alle
foci della fiumara di Saponara, oggi posta in località Divieto di
Villafranca Tirrena. Altri storici, invece, sono convinti della
localizzazione della città nella parte occidentale, più vicina a
Milazzo. Alcuni la individuano nel cosiddetto Pantano di Giammoro o
presso la foce del Niceto (storicamente chiamato Pantanum). Lo
storico Giovanni Parisi unitamente all’archeologo Claudio Saporetti
insistono, infatti, nell’ubicazione che va da Pace del Mela fino a
Torregrotta. Poiché non si è riusciti, tutt’oggi, a trovare
testimonianze archeologiche, che convaliderebbero qualcuna di queste
ipotesi, alcuni studiosi si sono indirizzati verso soluzioni
alternative. E’ il caso dell’architetto Pietro Genovese, che la pone
in zona San Paolino, praticamente nella parete occidentale di
Milazzo, oppure, verso Patti, ad ovest del promontorio milazzese,
teoria sostenuta da Nino Lo Iacono. Nel 2008, nel mare, di
fronte all’ipotetica Nauloco, è stato ritrovato un rostro romano (da
parte dei Sommozzatori della Capitaneria di Porto di Messina). La
cosa confermerebbe il racconto della battaglia, avvenuta tra le
flotte di Ottaviano e Sesto Pompeo.
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