Sembra che l’agglomerato di
Rometta (adiacente a Villafranca Tirrena), di seimila abitanti
circa, abbia origini bizantine. Con la conquista del paese da parte
degli arabi e la conseguente denominazione, , nel medioevo prese il
nome di Rametta, poi, nel Cinquecento, modificato in Rometta. La
sua zona, archeologicamente, è stata ricca di reperti del neolitico,
età del bronzo e del
ferro e di una necropoli
risalente intorno al
V-III secolo a.C.
Il periodo storico maggiormente rilevante
di Rometta è quello bizantino (come vedremo). Infatti l’edificio più
significativo è la chiesa del
Santissimo Salvatore,
dedicata anche a S.Maria dei
Cerei, La costruzione fu realizzata tra il
V
ed il VI secolo. Come di regola, la chiesa è
conformata a croce greca, che è stata inserita in un quadrato.
Anche la
cinquecentesca Chiesa Madre, dedicata a Maria Santissima Assunta, ha
il sapore della storia. Al suo interno, si possono ammirare sia una
preziosa acquasantiera che un dipinto su tavola, dove è raffigurata
una Madonna col Bambino attorniata dai due
santi maggiori, San
Pietro e San Paolo. Ambedue gli oggetti sacri sono del ‘500, come
tardo-rinascimentale è il pregiato prospetto, recentemente
restaurato. Tra le altre chiese da annotare, vi sono quelle della
Madonna della Scala, del XVII secolo, la Chiesa del convento
dei Cappuccini e
quella di San Antonio, costruita recentemente
nel 1932. Tra le rovine architettoniche, al centro del
paese s’incontra il cosiddetto Palatium Federiciano,
esempio di architettura
medievale a metà tra una fortificazione ed un palazzo nobiliare,
dove risiedere.
L’assedio di Rometta
In età barbarica nel centro trovò rifugio una piccola
comunità greco-latina. Dopo di ché, nel corso del tempo, Rometta
venne fortificata con la costruzione di mura e torri. La città
controllava il mare e la pianura circostante, rappresentando
l’ultima difesa occidentale di quella più grande di Messina.
Tra il 725 e il 780, vi
si rifugiò
il vescovo di Catania, san Leone
da Ravenna,(chiamato “il Taumaturgo”), ferreo oppositore del
bizantino Costantino V. Per lungo tempo il vescovo visse da eremita
sui monti Peloritani, per poi morire a Catania, nel 789.
Nel
periodo che va, invece, dal 963 al 965, si svolse il suo assedio da
parte delle truppe arabe.
Rometta, infatti, fu
l’ultimo baluardo a resistere all’invasione.
Nel suo territorio vi fu
l’ultimo scontro con i bizantini. Per non perdere, infatti, la
Sicilia, ben 30.000 soldati vennero inviati nell’isola da
Costantinopoli. Pur in numero inferiore, il generale arabo
Ibn ʿAmmār, sbaragliò
l’avversario. Nello scontro morirono diecimila soldati bizantini. Il
resto fu catturato o messo in fuga.
Ciononostante l’assedio di
Rometta si protrasse ancora per molto tempo. Fino a che per fame e
per stanchezza gli assediati, nell’ultimo sforzo, fecero uscire
dalla fortificazione donne, bambini e persone anziane. Si era alla
fine. Rifiutata l’ultima offerta di resa, il
5
maggio del 965, vi fu
l’ultimo assalto alla fortificazione. Rometta cadde con onore. La
città fu saccheggiata e data alle fiamme. Dopo una breve
riconquista della Sicilia da parte del generale bizantino Giorgio
Maniace, gli arabi tornarono ad essere i possessori dell’isola. La
loro dominazione terminò solo nel XI secolo con l’arrivo dei
Normanni.
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