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Nauloco, la polis che manca all’appello

Alla ricerca di Nauloco
Inquadramento storico degli avvenimenti
La battaglia di Nauloco

LA RIVIERA TIRRENICA
Villafranca Tirrena
Il Santuario Ecce Homo di Calvaruso
Rometta, l'ultimo baluardo
Spadafora ed il castello Samonà
Venetico ed il Volto Santo
Scala e la Torregrotta dei benedettini
Fondachello, Valdina e Roccavaldina
Monforte e San Pier Niceto
Pace del Mela e Giammoro

Video sulla Riviera tirrenica
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NAULOCO E LA RIVIERA TIRRENICA

          La città di Nauloco, antica polis
    greco-romana, è famosa perchè
    nel suo mare avvenne la battaglia
    navale tra Pompeo ed Ottaviano,
    notizia riportata da diversi storici
    romani. Era localizzata sulla riviera
    tirrenica vicino Messina. Purtroppo,
    essa è scomparsa del tutto e ancora
    introvabile. Ma ci si può sempre
    consolare sulle belle spiagge delle
    cittadine sorte poi sulla riviera.

   

    Spadafora ed il castello
    Samonà

     
     

 

 
 

Spadafora: Il Castello

Pinodario -  
Foto da Wikimedia Commons

 




 Tra Rometta Marea e Venetico Marina è posizionato il paese di Spadafora (di 5.000 abitanti circa). Come i comuni limitrofi, esso si sviluppa lungo la statale 113.
La piazza antistante la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, si pone a circa la metà della passeggiata di Spadafora ed è uno dei punti di riunione della cittadina. Costruita tra il 1937 ed il 1939, fu aperta al culto nel 1940. Deve il suo nome alla santa apparizione che ebbe Santa Maria Margherita Lacoque. Il miracolo è anche illustrato in una tela del pittore messinese Bonanno, del 1945, posta attualmente, sopra l'altare principale.
Progettata dall’ingegnere Barbaro, anch’esso di Messina, fu concepita in stile romanico. Il progettista inizialmente compose soltanto l’altare maggiore. Successivamente furono aggiunti altri due altari, uno con un crocifisso ligneo, l’altro dedicato alla Madonna di Lourdes. Quest’ultimo offre ai fedeli la riproduzione di una grotta, opera di un capace mastro della zona di  Giarre. Ambedue gli altari, invece, risalgono al 1947, e sono stati  realizzati da scultori di Ortisei. Nello stesso anno furono creati i numerosi altari laterali.
Spadafora possiede comunque una splendida chiesa cinquecentesca: la chiesa di San Giuseppe. Originariamente, era stata edificata come cappella dei principi Spadafora. Dopo di che, fu ristrutturata ed ampliata per il culto di tutti i fedeli (furono aggiunti la volta e la sacrestia). Nella chiesa sono conservate due statue lignee, quella di San Giuseppe, scolpita da Antonio Zuccaro nel 1860, e quella dell’Immacolata. Varie sono le statue realizzate in cartapesta, tecnica tutt’altro che semplice.

Come quasi tutti i paesi siciliani posseggono un castello. Anche a Spadafora ve n’è uno, detto anche Castello Samonà. Probabilmente costruito agli inizi come torre difensiva e di avvistamento, fu successivamente ampliato, alcuni dicono dall'architetto fiorentino Camillo Camilliani, nel Cinquecento (ma tale ipotesi non è suffragata da nessuna prova documentale). Nel secolo successivo, oltre ad essere aggiunti i quattro speroni, fu attrezzato con piazzole e merlature per i cannoni.  Fu anche dotato di casematte per la sorveglianza, feritoie ed un fossato delimitato da mura.
Passato di proprietà dalla famiglia Samonà all’amministrazione comunale, il monumento è stato per diversi anni nella più completa incuria. Recentemente è stato restaurato dalla Soprintendenza per i beni ambientali di Catania e poi a quella di Messina. Anche se è stato evitato il degrado progressivo, molti dei suoi elementi si sono persi, soprattutto della parte interna del castello.
Molti studiosi lo ritengono in relazione con il vicino castello di Venetico, anche se questo è più arretrato rispetto alla linea di costa. Ambedue furono proprietà della famiglia Samonù. Quello di Venetico fu distrutto dal terremoto del 1908, andando poi, piano piano, in rovina. Il castello di Spadafora è decisamente in condizioni migliori. Una leggenda vuole che i due castelli siano collegati da un tunnel sotterraneo, che permetteva uno spostamento rapido di truppe o di prigionieri.

Cenni storici
Se Spadafora acquisisce il suo nome da una famiglia nobiliare, i principi Spadafora, che vi si insediò nel 1459, l’agglomerato ha lontane origini. Prima città siciliota e poi con influssi greci, in periodo romano andò spopolandosi. Soprattutto dopo la caduta dell’impero, la costa vide l’imperversare dei barbari e poi dei pirati arabi. Tutto il litorale tirrenico, prossimo a Messina, quindi, non essendo più sicuro, soffrì dell’emigrazione di propri abitanti verso altri lidi.

Sorprendentemente, il periodo d’oro fu per Spadafora, quello arabo. Vi fu un forte potenziamento delle colture agricole, con la costruzione di canali che portavano l’acqua delle fiumare ai campi. Le attività marinare, l’esportazione e l’arrivo via mare dei prodotti arabi, diede un forte impulso commerciale alla zona. A tutto questo si aggiunse il lato culturale, da non sottovalutare. Infatti, l’impostazione intellettuale dei fenici e poi dei greci, data alla cittadina, fu incentivata dalla dominazione araba, che ne fece un centro culturale siciliano.
Spadafora mantenne le sue vocazioni durante i successivi periodi normanni e svevi. In epoca angioina e poi aragonese, tristemente il paese iniziò un lento decadimento. Oltretutto, i principi di Spadafora si trasferirono a Palermo, presso la corte reale, lasciando il territorio in mano ai gabellotti.

Nell’Ottocento
Nel 1817, vennero redatti i primi registri dello Stato civile, dove l’abitato di Spadafora fu elevato a comune autonomo, inglobando la frazione di San Martino. Gli spadaforesi si distinsero nei moti del1948, per la liberazione dal giogo borbonico. L’assedio di Messina li vide tra i protagonisti, questo almeno fino alla caduta della città, il 7 di settembre. Altrettanto coraggio lo dimostrarono nel 1860. Con lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, aspettarono il suo arrivo per poi confluire tra i garibaldini. Questo poco prima che avvenisse la battaglia di Milazzo, il 20 luglio 1860. La vittoria conseguita da Garibaldi, gli permise di risalire la penisola italiana verso Napoli. Nel 1861 nasceva l’Italia.

 
 

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