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Nauloco, la polis che manca all’appello

Alla ricerca di Nauloco
Inquadramento storico degli avvenimenti
La battaglia di Nauloco

LA RIVIERA TIRRENICA
Villafranca Tirrena
Il Santuario Ecce Homo di Calvaruso
Rometta, l'ultimo baluardo
Spadafora ed il castello Samonà
Venetico ed il Volto Santo
Scala e la Torregrotta dei benedettini
Fondachello, Valdina e Roccavaldina
Monforte e San Pier Niceto
Pace del Mela e Giammoro

Video sulla Riviera tirrenica
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NAULOCO E LA RIVIERA TIRRENICA

          La città di Nauloco, antica polis
    greco-romana, è famosa perchè
    nel suo mare avvenne la battaglia
    navale tra Pompeo ed Ottaviano,
    notizia riportata da diversi storici
    romani. Era localizzata sulla riviera
    tirrenica vicino Messina. Purtroppo,
    essa è scomparsa del tutto e ancora
    introvabile. Ma ci si può sempre
    consolare sulle belle spiagge delle
    cittadine sorte poi sulla riviera.

   

    Villafranca Tirrena

     
     

 

 
 

Veduta dalla collina sovrastante il centro abitato di Villafranca Tirrena

Alberto Catalfamo -
Foto da Wikimedia Commons

 




 Dalla bretella autostradale di Messina, si giunge a Villafranca Tirrena, da dove parte la lunga autostrada che collega Messina a Palermo. E’ il primo comune affacciato sul mar Tirreno (di 8.600 abitanti circa). Comprendente, verso l’interno, anche una parte collinare, coltivata ad agrumeto vigneto ed uliveto, la cittadina, vera e propria, è posta sulla parte pianeggiante finale, con lunghe spiagge sul mare. La sua area è divisa ad est dal comune di Messina da un torrente, chiamato Gallo. Ad occidente presenta altri due torrenti, Calvaruso e Santa Caterina, che si uniscono in un’unica foce. Le loro sorgenti sono ubicate nelle località di Saponara e Calvaruso.

Villafranca, in origine chiamata Bauso, ebbe l’autonomia nel 1825. Nel 1929, il comune cambiò nome nell’attuale, unificando le zone di Bauso, Calvaruso e Saponara. Quest’ultima è divenuto comune autonomo nel 1952.


Cenni storici

Le prime notizie dell’abitato di Bauso risalgono al 1271 in un testo in cui il re Carlo d'Angiò sanzionava il passaggio della proprietà di Bauso a  Pierre Gruyer. Tale possesso fu passato per via dinastica a diverse casate nobiliari. Divenuta col tempo baronia, nel 1548, Bauso fu acquistata da Giovanni Nicola Cottone. Il figlio Stefano fece ricostruire il castello preesistente, ormai in rudere. La cosa piacque all'imperatore Filippo II, che elevò la baronia al rango di contea, fino al 1591, quando Giuseppe Cottone fu nominato principe di Castelnuovo (dal nome di una frazione di Bauso). Punto di sosta sulla strada che univa Messina a Palermo, Bauso fu venduta (con il fondaco, il castello ed il titolo) da Carlo Cottone Cedronio a Domenico Marcello Pettini, nel 1819.

I
l Castello ed il suo giardino
Come elemento storico Villafranca ha sicuramente il Castello
del Conte, detto anche Castelnuovo. Da questo prese il nome il principato di Bauso. E’ un piccolo castello merlato a forma di cittadella. Diversi sono i suoi ingressi. Su uno dei lati è posizionata l'attuale chiesa madre. Militarmente controllava la punta di Capo Bianco. Ma la sua vera importanza era quella di ospitare viceré o nobili in viaggio da Palermo a Messina.
Castelnuovo fu valorizzato dalla famiglia dei Pettini. Ad esso, infatti, questi aggiunsero un pregevole Giardino all’italiana, arricchito da statue marmoree, fontanelle e fontane e di un laghetto, oltre  a rivestimenti in pietre varie e vetri multicolori. Tra le fontane del giardino si può annoverarne una , detta “Fontana dei quattro Leoni”, che viene attribuita ad allievi dello scultore fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli.

La festa di San Nicola
Tra le feste folkloristiche di Villafranca, vi è la tradizionale “processione” legata al patrono San Nicola, che si celebra
il 5 di dicembre, alla vigilia della festa. Essa si evidenzia per il suo carattere storico-culturale. Infatti, si compone di due cortei in maschera. Il primo che parte dalla marina, composto da figuranti vestiti da pescatori con i piedi nudi. Questi trascinano una barca, contenente fiori e lanterne, che viene portata fino a Piazza Castello. Una seconda processione, che parte contemporaneamente, da Piazza Castello, antistante la Chiesa Madre e il Palazzo Baronale, raffigura la corte principesca, formata da nobili in costume d’epoca, ma anche scortata da armigeri e soldati a  cavallo. I due cortei si incontrano davanti il palazzo municipale. I nobili, a questo punto, donano ai pescatori le chiavi del castello di Villafranca. E’ un simbolo di accordo e rispetto nei confronti della popolazione. Congiuntamente, tutti i raffiguranti tornano a piazza Castello, dove, a conclusione, viene acceso un grande falò.

 
 

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