Dalla
bretella autostradale di Messina, si giunge a Villafranca Tirrena,
da dove parte la lunga autostrada che collega Messina a Palermo. E’
il primo comune
affacciato
sul mar Tirreno (di 8.600 abitanti circa).
Comprendente, verso l’interno, anche una parte collinare, coltivata
ad
agrumeto vigneto ed uliveto,
la cittadina, vera e propria, è posta sulla parte pianeggiante
finale, con lunghe spiagge sul mare. La sua area è divisa ad est dal
comune di Messina da un torrente, chiamato Gallo. Ad occidente
presenta altri due torrenti, Calvaruso e Santa Caterina, che
si uniscono in un’unica foce. Le loro sorgenti sono ubicate nelle
località di Saponara e Calvaruso.
Villafranca, in origine
chiamata Bauso, ebbe l’autonomia nel 1825. Nel 1929, il comune
cambiò nome nell’attuale, unificando le zone
di Bauso, Calvaruso e Saponara. Quest’ultima è divenuto
comune autonomo nel 1952.
Cenni storici
Le
prime notizie dell’abitato di Bauso risalgono al 1271 in un
testo in cui il re Carlo d'Angiò sanzionava il passaggio
della proprietà di Bauso a
Pierre Gruyer. Tale possesso fu passato per via dinastica a
diverse casate nobiliari. Divenuta col tempo baronia, nel 1548,
Bauso fu acquistata da Giovanni Nicola Cottone. Il figlio Stefano
fece ricostruire il castello preesistente, ormai in rudere. La cosa
piacque all'imperatore Filippo II, che elevò la baronia al rango di
contea, fino al 1591, quando Giuseppe Cottone fu nominato principe
di Castelnuovo (dal nome di una frazione di Bauso). Punto di sosta
sulla strada che univa Messina a Palermo, Bauso fu venduta (con il
fondaco, il castello ed il titolo) da Carlo Cottone Cedronio a
Domenico Marcello Pettini, nel 1819.
Il
Castello ed il suo giardino
Come elemento storico Villafranca ha sicuramente il Castello
del Conte, detto anche
Castelnuovo. Da questo prese il nome il principato di Bauso. E’ un
piccolo castello merlato a forma di cittadella. Diversi sono i suoi
ingressi. Su uno dei lati è posizionata l'attuale chiesa madre.
Militarmente controllava la punta di Capo Bianco. Ma la sua vera
importanza era quella di ospitare viceré o nobili in viaggio da
Palermo a Messina. Castelnuovo fu valorizzato dalla
famiglia dei Pettini. Ad esso, infatti, questi aggiunsero un
pregevole Giardino all’italiana, arricchito da statue marmoree,
fontanelle e fontane e di un laghetto, oltre
a rivestimenti in pietre varie e vetri multicolori. Tra le
fontane del giardino si può annoverarne una , detta “Fontana dei
quattro Leoni”, che viene attribuita ad
allievi dello scultore fiorentino Giovanni Angelo
Montorsoli.
La festa di San Nicola
Tra
le feste folkloristiche di Villafranca, vi è la tradizionale
“processione” legata al patrono San Nicola, che si celebra
il 5 di dicembre, alla vigilia della festa. Essa si evidenzia per il
suo carattere storico-culturale. Infatti, si compone di due cortei
in maschera. Il primo che parte dalla marina, composto da figuranti
vestiti da pescatori con i piedi nudi. Questi trascinano una barca,
contenente fiori e lanterne, che viene portata fino a Piazza
Castello. Una seconda processione, che parte contemporaneamente, da
Piazza Castello, antistante la Chiesa Madre e il Palazzo Baronale,
raffigura la corte principesca, formata da nobili in costume
d’epoca, ma anche scortata da armigeri e soldati a
cavallo. I due cortei si incontrano davanti il palazzo
municipale. I nobili, a questo punto, donano ai pescatori le chiavi
del castello di Villafranca. E’ un simbolo di accordo e rispetto nei
confronti della popolazione. Congiuntamente, tutti i raffiguranti
tornano a piazza Castello, dove, a conclusione, viene acceso un
grande falò.
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