Il castello è legato anche alla leggenda sorta intorno
alla
statua lignea dell'Ecce Homo,
realizzata
nel
1634, e contenuta nel Santuario omonimo. L’immagine fu
commissionata dal principe,
Cesare Moncada, all’ora
famoso sculture
frate Giovan Francesco
Pitorno dei padri
osservanti, detto
frate Umile da
Petralia. Per la sua realizzazione, questi chiese una stanza del
castello, in cui nessuno poteva accedere finché l’opera non fosse
conclusa. Un primo miracolo avvenne nella scelta del legno di
cipresso con cui realizzare l’Ecce Homo”. La leggenda racconta che
l’albero era introvabile dal frate, finchè non gli apparve
misteriosamente quello adatto allo scopo. Portato nel castello il
frate si mise all’opera. Passarono i giorni, senza alcuna notizia
del crocefisso. Quando il principe chiese a frate Umile da Petralia
a che punto fosse il lavoro, quest’ultimo rispose che l’avrebbe
concluso a giorni. Effettivamente, poco tempo dopo lo scultore diede
l’annuncio della fine del prezioso crocefisso, ma chiese che
nessuno entrasse nella stanza prima dell’avvenuta
processione. Come capita in tutte le leggende, il principe e la
principessa, enormemente curiosi, vi entrarono prima. Il Cristo era
tutt’altro che finito, mancando proprio il sacro volto. Non dissero
nulla e nessun’altro entrò nella stanza. Il giorno della
processione, come aveva richiesto frate Umile, si aprì la fatidica
porta. Lo stupore dei principi fu enorme. Vedendo, miracolosamente,
la statua perfettamente conclusa, con un volto meraviglioso. Va
detto che leggende di questo tipo sono legate a diverse opere del
frate. Chi era a scolpire i suoi capolavori ?
Nella Chiesa
Come racconta Francesco Nicotra, nel 1907 (nel Dizionario illustrato
dei Comuni siciliani), inizialmente il crocefisso fu montato su una
base girevole, per poterlo ammirare e adorare a tutto tondo. La
grande emozione che provocava nei fedeli consigliò
l'Arcivescovo di Messina a
fissarlo definitivamente, proibendo girarci intorno. Il precedente
crocefisso ea in condizioni pessime, anch’esso scolpito da frate
Umile.
Sempre Nicotra descrive il grande dipinto posizionato
sull'altare maggiore, raffigurante l'Assunzione della Vergine,
contornata dalle figure di
San Francesco di Assisi, Santa Chiara, Santa Margherita e Sant'Anna.
Sull’altare è posizionato anche un contenitore finemente intagliato
e con inserti di madreperla. Da menzionare una cappella che si
apre in uno dei lati della chiesa, al cui interno presenta una
statua marmorea dell'Immacolata. Nel chiostro, annesso alla chiesa
ed al convento francescano, si trovano diversi affreschi,
raffiguranti noti frati dell’ordine. Lo stesso fra’ Umile vi appare,
nell’atto di scolpire proprio L’Ecce Homo. Alla sua base si trova
un’iscrizione sbiadita dal tempo, che narra la leggenda ed il
miracolo legato al
crocefisso da lui realizzato.
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