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Nauloco, la polis che manca all’appello

Alla ricerca di Nauloco
Inquadramento storico degli avvenimenti
La battaglia di Nauloco

LA RIVIERA TIRRENICA
Villafranca Tirrena
Il Santuario Ecce Homo di Calvaruso
Rometta, l'ultimo baluardo
Spadafora ed il castello Samonà
Venetico ed il Volto Santo
Scala e la Torregrotta dei benedettini
Fondachello, Valdina e Roccavaldina
Monforte e San Pier Niceto
Pace del Mela e Giammoro

Video sulla Riviera tirrenica
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NAULOCO E LA RIVIERA TIRRENICA

          La città di Nauloco, antica polis
    greco-romana, è famosa perchè
    nel suo mare avvenne la battaglia
    navale tra Pompeo ed Ottaviano,
    notizia riportata da diversi storici
    romani. Era localizzata sulla riviera
    tirrenica vicino Messina. Purtroppo,
    essa è scomparsa del tutto e ancora
    introvabile. Ma ci si può sempre
    consolare sulle belle spiagge delle
    cittadine sorte poi sulla riviera.

   

    Il Santuario Ecce Homo
    di Calvaruso

     
     

 

 
 

Il chiostro dell'Ecce Homo di Calvaruso

Zoroastro -  
Foto da Wikimedia Commons

 






 Il castello è legato anche alla leggenda sorta intorno alla statua lignea dell'Ecce Homo, realizzata  nel 1634, e contenuta nel Santuario omonimo. L’immagine fu commissionata dal principe, Cesare Moncada, all’ora famoso sculture frate Giovan Francesco Pitorno dei padri osservanti, detto frate Umile da Petralia. Per la sua realizzazione, questi chiese una stanza del castello, in cui nessuno poteva accedere finché l’opera non fosse conclusa.
Un primo miracolo avvenne nella scelta del legno di cipresso con cui realizzare l’Ecce Homo”. La leggenda racconta che l’albero era introvabile dal frate, finchè non gli apparve misteriosamente quello adatto allo scopo. Portato nel castello il frate si mise all’opera. Passarono i giorni, senza alcuna notizia del crocefisso. Quando il principe chiese a frate Umile da Petralia a che punto fosse il lavoro, quest’ultimo rispose che l’avrebbe concluso a giorni. Effettivamente, poco tempo dopo lo scultore diede l’annuncio della fine del prezioso crocefisso, ma chiese che  nessuno entrasse nella stanza
prima dell’avvenuta processione. Come capita in tutte le leggende, il principe e la principessa, enormemente curiosi, vi entrarono prima. Il Cristo era tutt’altro che finito, mancando proprio il sacro volto. Non dissero nulla e nessun’altro entrò nella stanza.
Il giorno della processione, come aveva richiesto frate Umile, si aprì la fatidica porta. Lo stupore dei principi fu enorme. Vedendo, miracolosamente, la statua perfettamente conclusa, con un volto meraviglioso.
Va detto che leggende di questo tipo sono legate a diverse opere del frate. Chi era a scolpire i suoi capolavori ?

Nella Chiesa
Come racconta Francesco Nicotra, nel 1907 (nel Dizionario illustrato dei Comuni siciliani), inizialmente il crocefisso fu montato su una base girevole, per poterlo ammirare e adorare a tutto tondo. La grande emozione che provocava nei fedeli consigliò l'Arcivescovo di Messina a fissarlo definitivamente, proibendo girarci intorno. Il precedente crocefisso ea in condizioni pessime, anch’esso scolpito da frate Umile.

Sempre Nicotra descrive il grande dipinto posizionato sull'altare maggiore, raffigurante l'Assunzione della Vergine, contornata dalle figure  di San Francesco di Assisi, Santa Chiara, Santa Margherita e Sant'Anna. Sull’altare è posizionato anche un contenitore finemente intagliato e con inserti di madreperla.
Da menzionare una cappella che si apre in uno dei lati della chiesa, al cui interno presenta una statua marmorea dell'Immacolata. Nel chiostro, annesso alla chiesa ed al convento francescano, si trovano diversi affreschi, raffiguranti noti frati dell’ordine. Lo stesso fra’ Umile vi appare, nell’atto di scolpire proprio L’Ecce Homo. Alla sua base si trova un’iscrizione sbiadita dal tempo, che narra la leggenda ed il miracolo legato al  crocefisso da lui realizzato.

 
 

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