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Nauloco, la polis che manca all’appello

Alla ricerca di Nauloco
Inquadramento storico degli avvenimenti
La battaglia di Nauloco

LA RIVIERA TIRRENICA
Villafranca Tirrena
Il Santuario Ecce Homo di Calvaruso
Rometta, l'ultimo baluardo
Spadafora ed il castello Samonà
Venetico ed il Volto Santo
Scala e la Torregrotta dei benedettini
Fondachello, Valdina e Roccavaldina
Monforte e San Pier Niceto
Pace del Mela e Giammoro

Video sulla Riviera tirrenica
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NAULOCO E LA RIVIERA TIRRENICA

          La città di Nauloco, antica polis
    greco-romana, è famosa perchè
    nel suo mare avvenne la battaglia
    navale tra Pompeo ed Ottaviano,
    notizia riportata da diversi storici
    romani. Era localizzata sulla riviera
    tirrenica vicino Messina. Purtroppo,
    essa è scomparsa del tutto e ancora
    introvabile. Ma ci si può sempre
    consolare sulle belle spiagge delle
    cittadine sorte poi sulla riviera.

   

    Venetico ed il Volto Santo

     
     

 

 
 

Chiesa di San Nicolò e fontana monumentale a Venetico

Sairo82 -  
Foto da Wikimedia Commons

 





 Procedendo verso Milazzo, dopo Spadafora si incontra Venetico (paese di quasi 4.000 abitanti).
Compreso fra i monti Peloritani e la costa tittenica, il territorio del comune di Venetico degrada progressivamente dalla zoina collinare, dove è situato il paese di Venetico superiore, fino alla vecchia linea ferroviaria ed il mare, dove, invece, è collocato il paese di Venetico marina. I confini est ed ovest sono marcati dal corso di due fiumare, quelle di
Senia e Cocuzzaro.

Il castello
Il castello di Venetico fu costruito nella seconda metà del XV secolo, sulla collina della frazione di Venetico Superiore, per volontà della famiglia Spadafora. Di esso si può vedere oggi molto poco, essendo stato ridotto nella condizione di rudere, a causa del terremoto del 1908, che distrusse Messina e Reggio Calabria, e dal successivo abbandono.
Esso era di forma quadrata con torrioni cilindrici agli angoli. Si raggiungeva l’ingresso principale attraverso una lunga scalinata, che culminava con un ponte levatoio. Oltre agli spazi militari, il castello era fornito di una cappella e di una zona residenziale, questa nella parte a nord-ovest. Purtroppo tale zona è la più malridotta. L’altro lato, infatti, conserva ancora parte delle mura con i camminamenti, per la ronda, e due torrioni in buono stato.

La Chiesa di San Nicola
A Venetico Superiore, la Chiesa Madre è denominata  Chiesa di San Nicola di Bari. Venne edificata nei primi anni del XVI seco. Ma il tempio sacro fu arricchito nei secoli successivi con parecchie opere d’arte. Ad esempio, l’altare maggiore risale al 1792, come pure il crocifisso ligneo, posto alle spalle, fu dipinto anch’esso nel XVIII secolo. Accanto un pulpito in legno uguale a qyello del Duomo di Messina.
La chiesa è decorata da numerosi stucchi e presenta un soffitto a cassettoni, mentre, sul lato della cantoria, fa bella mostra di sé un organo del Settecento.

La chiesa miracolosamente non fu distrutta dal terremoto di Messina del 1908. Crollò il castello ed il campanile di San Nicola (poi ricostruito come il precedente), ma la chiesa no. Grazie ad una fortuita coincidenza, il parroco della chiesa aveva fatto iniziare, nelle settimane precedenti, dei lavori di restauro e di consolidamento. Gli operai avevano appena posto in opera una serie di fasce di ferro al santuario. Tali rinforzi strutturali permisero alla chiesa di San Nicola di resistere alle vibrazioni del terremoto e giungere intatta sino a noi.
Nella chiesa è collocata, anche, una preziosa raffigurazione del fazzoletto che fu posto sul volto di Gesù Cristo, dopo la morte, a completamento del sudario. Risale al 1625, ed è una copia perfetta, autorizzata, di quello originale ben conservato. Il quadro è chiamato dai fedeli Volto Santo. Ed in effetti, così è denominata la processione di esso per le strade di Venetico Superiore (Festa del Volto Santo),. La processione viene effettuata tutti gli anni, il 6 di agosto. L’iter del corteo si conclude in piazza dell’Immacolata, dove avviene la benedizione finale degli abitanti di Venetico e Valdina.
Di fronte alla chiesa di San Nicola, nella piazza antistante, è posta una piccola fontana del XVI secolo. Essa culmina con una minuta sirena, mentre su due lati presenta lo stemma nobiliare della famiglia Spadafora.

Cenni storici
Agli inizi del medioevo si narra che l’agglomerato di Venetico consistesse in una taverna e quattro case di altrettanti contadini (di cui si conoscono anche i nomi).
Il feudo venne concesso, nel XIII secolo, ai fratelli Simone e Rainero de Venetico, che, in pratica, battezzarono il paese. Quando la linea ereditaria di Rainero si concluse, il re Manfredi passò la proprietà, nel 1259, al giudice Arduino, d’origine messinese. La successione del giudice, durò a lungo. Nella prima metà del XV secolo anch’essa terminò. I passaggi testamentali eseguiti da tale Francesco Pape, notaio di Messina, non furono riconosciuti dal re Alfonso d'Aragona, nel 1447, che vendette il feudo al nobile Corrado Spadafora, già possessore del paese limitrofo. Se per lungo tempo Venetico fu una specie di comune fantasma, cioè senza abitanti, con lo Spadafora esso si popolò di immigrati, necessari per ottenere il titolo di barone con giurisdizione civile. Dopo questo, venne costruito il castello di Venetico. Agli inizi del XVII secolo (1604) la giurisdizione civile non bastò più al feudatario e fu richiesta alla corte reale la giurisdizione criminale, con facoltà di punire con la morte gli assassini. Limitando la criminalità, Venetico si espanse, sia come numero di abitanti sia economicamente.
Se nel 1743 Venetico fu colpita da una epidemia di peste, con il terremoto di Messina, del 1908, la cittadina perse molti dei suoi monumenti più pregiati, come chiese, campanili e palazzi. Come abbiamo visto anche il castello fu ridotto a rovina.

 
 

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