Se
in generale per tonnara si intende dove il tonno pescato viene
lavorato a terra, la tonnara è la rete, particolarmente strutturata,
per la pesca del tonno tramite la mattanza. L’esistenza di
tonnare nell’antichità classica è comprovata dagli scritti sia di
Omero che di Plinio. Questi parlano della pesca del tonno
effettuata, in particolare, nelle zone di Gibilterra e nell'Ellesponto.
Furono introdotte in Sicilia e in Spagna dagli arabi, intorno
all’anno mille. Di rimando, fu introdotta in Sardegna dagli spagnoli
(intorno al 1400), che l’avevano imparata dagli arabi. Due secoli
dopo, la pratica della pesca del tonno si propagò anche in Liguria.
Esistono tonnare anche in Campania e Calabria.
Ma l’attività
si diffuse, in particolar modo, in Sicilia, come dimostrano i
numerosi stabilimenti sorti lungo le coste dell’isola (tra alcune,
le tonnare
di Scopello, Trapani, Capo Granitola, Bonagia, San Vito Lo Capo,
Porto Palo e a Favignana).
In tutto il medioevo e, soprattutto, durante la dominazione
spagnola, le tonnare in Sicilia ebbero un grande sviluppo ed
importanza economica. All’epoca le tonnare siciliane erano tra le
più significative nell’intero Mediterraneo. Il livello più alto di
produttività fu raggiunto, però, nel periodo ottocentesco, quando la
famiglia dei Florio acquisì un buon portafoglio di tonnare. I Florio,
riorganizzandole, le gestirono come vere e proprie aziende,
ottimizzandone il processo e l’intero ciclo produttivo, dalla pesca
alla vendita del tonno sott’olio in scatola (idea rivoluzionaria per
i tempi).
La pesca dei tonni con la mattanza, comunque, si è diffusa in tutto
il Mediterraneo. In Francia, ad esempio, esistono tonnare lungo le
coste della Linguadoca.
Il tonno è un pesce di buone
dimensioni (oltre
i 100 kg),
di cui se ne fanno diversi utilizzi. Può essere venduto fresco,
oppure salato, o affumicato. L’industria conserviera, invece, lo
elabora dopo una cottura al vapore. Il pesce così trattato, viene
inscatolato “al naturale” o sott’olio. Sempre dal tonno deriva la
preziosa bottarga, cioè le gonadi del pesce (molto apprezzata in
cucina), ma anche il lattume. In particolare il tonno rosso, pescato
nel Mediterraneo, viene oggi esportato in Giappone, dove viene
servito crudo. Il tonno pescato nella zona del trapanese risulta
essere pià grande, in quanto il tonno raggiunge le coste siciliane
al termine delle sue migrazioni.
La pesca e la mattanza
Il periodo di pesca ha inizio ad aprile, quando vengono disposte
lunghe reti (anche
di 4 o 5 km) a formare ampi corridoi, che portano i tonni alla
cosiddetta "camera della morte" (perché senza via di uscita). In
maggio, quando le camere sono piene, partono da terra i tonnaroti.
Raggiunta la zona, agli ordini del Rais,
formato un cerchio con le
barche, iniziano a tirare i lembi delle reti. I tonni finiscono per
affiorare. E’ allora che vengono arpionati e portati sulla barca. Il
mare si tinge di sangue. Questa è la cosiddetta “mattanza”,
Tra inquinamento e concorrenza sleale, i tonni sono diminuiti in
quantità.
La pesca di tipo industriale, infatti, opera sui banchi di tonni in
mare aperto, molto prima che questi raggiungano le zone costiere e
le dimensioni giuste.
La sua pesca, entrata di
prepotenza nella cultura e tradizioni popolari, sta scemando
notevolmente e molte sono le tonnare dismesse. Nel 2007, si è
svolta l'ultima mattanza in Sicilia, nella tonnara di Favignana.
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