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La grande Sicilia delle tonnare

Le tonnare e la Sicilia

Le tonnare di Palermo
Le tonnare delle Egadi
La tonnara di Scopello
La tonnara dell'Ursa
La tonnara di San Cusumano
Altre tonnare siciliane

    I FLORIO
Il Marsala di Vincenzo Florio
Le tonnare di Ignazio Florio

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LE TONNARE SICILIANE

          Le tonnare siciliane hanno avuto
     da sempre la supremazia nel 
     Mediterraneo.  Ma quando,
     nell’Ottocento, Ignazio Florio le
     acquistò per trasformarle in una

    
industria, le scatolette di tonno
     sott’olio conquistarono l’Europa.
     Oggi, alcune sono ancora in funzione,
     altre ospitano ritrovi o musei.

   

     La tonnara di Scopello

     
     

 
   

Le caratteristiche ancore delle imbarcazioni per la pesca del tonno conservate nella tonnara di Scopello

Patrice78500 - 8 aprile 2007
Foto da Wikimedia Commons

 





 Nel comune di Castellammare del Golfo è situata la Tonnara di Scopello. Considerata dagli studiosi tra le più antiche della Sicilia (risalirebbe al XIII secolo), fu di proprietà di varie famiglie nobiliari: dei Sanclemente, innanzitutto, che la modificarono nel XV e XVI secolo, per poi passarla alla Compagnia di Gesù e, nel XIX secolo, alla famiglia dei Florio.
Essendo l’attività delle tonnare molto importante per la comunità medievale, anche la tonnara di Scopello e la sua area furono protette con la costruzione di torri di avvistamento. A Scopello ne furono costruite ben due. La prima, nel XIII secolo, facente parte dello stabilimento, purtroppo oggi in rovina, e la seconda, nel XV secolo, più distante, ma attualmente in buono stato. Quest’ultima fu progettata e realizzata dall'ingegnere Camillo Camilliani, proveniente da Firenze.
L’epoca di costruzione della prima torre di guardia, definisce, in un certo senso, anche la datazione della costruzione della tonnara. Molti segni e tecniche costruttive proprie dell’una e dell’altra confermano l’ipotesi storica.

D’altro canto, le prime notizie storiche documentarie sulla tonnara sono riportate dal "Quaderno delle Gabelle", che si fa risalire a poco prima del 1312, che fa supporre l’inizio della sua attività già dal XII secolo. Le dimensioni ridotte del primo nucleo vengono confermate dal Liber de Secretiis del Barberi, mentre la sua attività è riportata da un atto notarile del 1421.

Breve storia della tonnara
Se il geografo normanno di origine araba, Idrisi, non fa menzione di una tonnara nella zona di Scopello, alcuni incartamenti, fissano l’inizio della sua attività verso il XIII secolo. A quel tempo era possedimento del demanio di Monte San Giuliano, che la tenne  fino al XV secolo.
A Palermo. nel 1442, allo studio del notaio Pino de Ferri, fu stipulato l’atto di cessione della tonnara (con clausola di restituzione) tra Gisberto de Sfar, procuratore generale di Alfonso V d'Aragona, e Simone Mannina. Il costo, 40 onze. Indi, la proprietà passo a sua figlia Bartolomea, che la portò in dote a Giovanni Sanclemente, il quale, nel 1468, stipulò la concessione perpetua del bene da parte dell’allora Viceré di Sicilia, Lope III Ximénez de Urrea y de Bardaixi, con il privilegio di modificarlo a suo piacimento. Suo figlio Simone Sanclemente, tra l’altro I barone di Inici, ottenne la conferma da Toledo, nel 1502, dell’atto, stipulato dal padre, sempre con privilegio. La famiglia Sanclemente ebbe il merito di effettuare ristrutturazioni ed ampliamenti della Tonnara di Scopello, potenziandola e mettendola in condizione di lavorare a pieno regime.

Nel gioco dei passaggi ereditari, la tonnara, molto tempo dopo, giunse nelle mani di Allegranza Fardella, dei baroni di Fontanasalsa, la cui figlia, Francesca, non avendo discendenza, con il testamento del 1597, donò la proprietà della fruttuosa struttura, per due terzi al Collegio dei Gesuiti ed un terzo al Monastero del SS. Rosario di Trapani. Per diversi decenni la Compagnia di Gesù amministrò lo stabilimento, fino al 1767, quando il re Ferdinando III di Borbone, su invito del suo Segretario di Stato, Bernardo Tanucci, soppresse la congregazione religiosa in Sicilia. La tonnara di Scopello, perciò, rientrò nei possedimenti del Demanio Reale. Ciononostante, nel 1805, l’ordine dei Gesuiti, fu riabilitato in Sicilia, recuperando tutte le proprietà precedenti al 1767, tra cui anche della tonnara trapanese.
Tuttavia, i beni e le proprietà dei Gesuiti tornarono nel demanio statale con l’arrivo Di Giuseppe Garibaldi che le confiscò (con decreto del 17 giugno 1860). Nel 1874, la tonnara di Scopello fu acquistata (in gran parte) da Ignazio Florio. Tra il 1896 ed il 1905, il pescato medio annuo della tonnara variava dai 2480 ai 1043 quintali. Tra il 1961 ed il 1970, la media scese, attestandosi sui 600-800 quintali annuali. La sua attività cesso verso la fine del Novecento.

La Tonnara, da piccola a grande
Se la costruzione della tonnara risale al XIII secolo, e fu di non grandi dimensioni, i lavori successivi di adattamento ed ampliamento della sua struttura furono numerosi e significativi.
Si inizia dal 1468, quando l'aristocratico trapanese, Giovanni Sanclemente, divenuto il proprietario effettivo della tonnara, diede vita a numerosi cambiamenti. Quasi tutti gli edifici dell’attuale tonnara risalgono al periodo dei Sanclermente. Le costruzioni, aggiuntesi al piccolo nucleo originale, comportarono un forte impulso per l’attività della tonnara.
Anche nel periodo di possesso della Compagnia di Gesù (e del Monastero del SS. Rosario), furono apportati miglioramenti essenziali all’azienda. Furono costruiti, o trasformati, sia i magazzini, che servivano per il ricovero delle barche, sia un edificio atto al riposo dei pescatori. Naturalmente è a questo periodo che si fa riferimento per la costruzione della chiesetta barocca, oggi presente in loco.
Acquisita in parte la tonnara da Ignazio Florio, l’azienda fu ottimizzata con rifacimenti funzionali. Alla famiglia Florio di deve, in particolare, la sopraelevazione di uno degli edifici, ove collocarvi l’amministrazione del complesso.

La tonnarella denominata "dell'Uzzo"  era una piccola tonnara, complementare a quella di Scopello. Posta più distante – oggi si trova nel comune limitrofo di San Vito Lo Capo - essa aveva come compito principale quello di ospitare i pescatori nel periodo “alternativo” di pesca. La tonnarella iniziava a funzionare al termine del periodo di pesca principale dei tonni. Essa, infatti, si occupava, essenzialmente, del generico pescato: oltre a qualche piccolo tonno anche i diversi tipi di pesce di misura inferiore. Insieme alla tonnara più grande di Scopello, la tonnarella "dell'Uzzo"  costituiva sostanzialmente un unico complesso, anche se distanti tra loro.

 
 

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