Nel comune
di Castellammare del Golfo è situata la Tonnara di Scopello.
Considerata dagli studiosi tra le più antiche della Sicilia
(risalirebbe al XIII secolo), fu di proprietà di varie famiglie
nobiliari: dei Sanclemente, innanzitutto, che la modificarono nel XV
e XVI secolo, per poi passarla alla Compagnia di Gesù e, nel XIX
secolo, alla famiglia dei Florio. Essendo l’attività delle
tonnare molto importante per la comunità medievale, anche la tonnara
di Scopello e la sua area furono protette con la costruzione di
torri di avvistamento. A Scopello ne furono costruite ben due. La
prima, nel XIII secolo, facente parte dello stabilimento, purtroppo
oggi in rovina, e la seconda, nel XV secolo, più distante, ma
attualmente in buono stato. Quest’ultima fu progettata e realizzata
dall'ingegnere Camillo Camilliani, proveniente da Firenze.
L’epoca di costruzione della prima torre di guardia, definisce, in
un certo senso, anche la datazione della costruzione della tonnara.
Molti segni e tecniche costruttive proprie dell’una e dell’altra
confermano l’ipotesi storica.
D’altro canto, le prime
notizie storiche documentarie sulla tonnara sono riportate dal
"Quaderno delle Gabelle", che si fa risalire a poco prima del
1312, che fa supporre l’inizio della sua attività già dal XII
secolo. Le dimensioni ridotte del primo nucleo vengono confermate
dal Liber de Secretiis del Barberi, mentre la sua attività è
riportata da un atto notarile del 1421.
Breve storia della tonnara
Se il geografo normanno di origine araba, Idrisi, non fa
menzione di una tonnara nella zona di Scopello, alcuni incartamenti,
fissano l’inizio della sua attività verso il XIII secolo. A quel
tempo era possedimento del demanio di Monte San Giuliano, che la
tenne fino al XV secolo.
A Palermo. nel 1442, allo studio del notaio Pino de Ferri, fu
stipulato l’atto di cessione della tonnara (con clausola di
restituzione) tra Gisberto de Sfar, procuratore generale di Alfonso
V d'Aragona, e Simone Mannina. Il costo, 40 onze. Indi, la proprietà
passo a sua figlia Bartolomea, che la portò in dote a Giovanni
Sanclemente, il quale, nel 1468, stipulò la concessione perpetua del
bene da parte dell’allora Viceré di Sicilia, Lope III Ximénez de
Urrea y de Bardaixi, con il privilegio di modificarlo a suo
piacimento. Suo figlio Simone Sanclemente, tra l’altro I barone di
Inici, ottenne la conferma da Toledo, nel 1502, dell’atto, stipulato
dal padre, sempre con privilegio. La famiglia Sanclemente ebbe il
merito di effettuare ristrutturazioni ed ampliamenti della Tonnara
di Scopello, potenziandola e mettendola in condizione di lavorare a
pieno regime.
Nel gioco dei passaggi ereditari, la tonnara,
molto tempo dopo, giunse nelle mani di Allegranza Fardella, dei
baroni di Fontanasalsa, la cui figlia, Francesca, non avendo
discendenza, con il testamento del 1597, donò la proprietà della
fruttuosa struttura, per due terzi al Collegio dei Gesuiti ed un
terzo al Monastero del SS. Rosario di Trapani. Per diversi decenni
la Compagnia di Gesù amministrò lo stabilimento, fino al 1767,
quando il re Ferdinando III di Borbone, su invito del suo Segretario
di Stato, Bernardo Tanucci, soppresse la congregazione religiosa in
Sicilia. La tonnara di Scopello, perciò, rientrò nei possedimenti
del Demanio Reale. Ciononostante, nel 1805, l’ordine dei Gesuiti, fu
riabilitato in Sicilia, recuperando tutte le proprietà precedenti al
1767, tra cui anche della tonnara trapanese. Tuttavia, i beni e
le proprietà dei Gesuiti tornarono nel demanio statale con l’arrivo
Di Giuseppe Garibaldi che le confiscò (con decreto del 17 giugno
1860). Nel 1874, la tonnara di Scopello fu acquistata (in gran
parte) da Ignazio Florio. Tra il 1896 ed il 1905, il pescato medio
annuo della tonnara variava dai 2480 ai 1043 quintali. Tra il 1961
ed il 1970, la media scese, attestandosi sui 600-800 quintali
annuali. La sua attività cesso verso la fine del Novecento.
La Tonnara, da piccola a grande
Se la costruzione della tonnara risale al XIII
secolo, e fu di non grandi dimensioni, i lavori successivi di
adattamento ed ampliamento della sua struttura furono numerosi e
significativi. Si inizia dal 1468, quando l'aristocratico
trapanese, Giovanni Sanclemente, divenuto il proprietario effettivo
della tonnara, diede vita a numerosi cambiamenti. Quasi tutti gli
edifici dell’attuale tonnara risalgono al periodo dei Sanclermente.
Le costruzioni, aggiuntesi al piccolo nucleo originale, comportarono
un forte impulso per l’attività della tonnara. Anche nel periodo
di possesso della Compagnia di Gesù (e del Monastero del SS.
Rosario), furono apportati miglioramenti essenziali all’azienda.
Furono costruiti, o trasformati, sia i magazzini, che servivano per
il ricovero delle barche, sia un edificio atto al riposo dei
pescatori. Naturalmente è a questo periodo che si fa riferimento per
la costruzione della chiesetta barocca, oggi presente in loco.
Acquisita in parte la tonnara da Ignazio Florio, l’azienda fu
ottimizzata con rifacimenti funzionali. Alla famiglia Florio di
deve, in particolare, la sopraelevazione di uno degli edifici, ove
collocarvi l’amministrazione del complesso.
La tonnarella
denominata "dell'Uzzo" era
una piccola tonnara, complementare a quella di Scopello. Posta più
distante – oggi si trova nel comune limitrofo di San Vito Lo Capo -
essa aveva come compito principale quello di ospitare i pescatori
nel periodo “alternativo” di pesca. La tonnarella iniziava a
funzionare al termine del periodo di pesca principale dei tonni.
Essa, infatti, si occupava, essenzialmente, del generico pescato:
oltre a qualche piccolo tonno anche i diversi tipi di pesce di
misura inferiore. Insieme alla tonnara più grande di Scopello, la
tonnarella "dell'Uzzo" costituiva
sostanzialmente un unico complesso, anche se distanti tra loro.
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