La Tonnara
dell'Ursa con la relativa torre sono poste in località di
Fondo Orsa, nel territorio tra Carini e Cinisi. Qui esiste una
penisoletta che forma una curva, da cui si crea una piccola baia. Il
suo toponimo, infatti, deriverebbe dal termine arabo “ìrsa”
che significa ancoraggio o attracco. La torre di guardia faceva
parte del sistema difensivo realizzato nel medioevo in Sicilia. Essa
poteva avvistare possibili navi corsare arabe (sia barbaresche che
ottomane). Con la
cessazione del pericolo, la torre fu utilizzata per
l'avvistamento dei branchi di tonni, da pescare. Attualmente, le
due strutture sono di proprietà del Comune di Cinisi. Essendo da
tempo dismessa, la tonnara è parzialmente occupata da una sezione
locale di Legambiente.
Cenni storici Nel
1344, lo studioso Mangiapane parla di un privilegio reale concesso
all'abbazia di San Martino delle Scale, per la costruzione di una
tonnara. Tale Abbazia, in un documento del 1401, risulta
amministratrice dell'intero feudo di Cinisi e della prossima
Terrasini. Nel 1491, la
Tonnara dell'Ursa fu
data in affitto a Mattheo de la Chimia, notabile palermitano. Nel
1569, sempre l’Abbazia di San Martino dispose la costruzione della
Torre difensiva, la fortificazione della tonnara e la realizzazione
di alcuni dammusi, sempre a scopo protettivo. La torre fu realizzata
in una decina di anni, tanto che, nel 1578, l’architetto di corte,
Tiburzio Spannocchi, la trovò già completata. Pochi anni dopo, nel
1584, la Deputazione del Regno di Sicilia stabilì il suo inserimento
nel sistema militare di torri costiere della Sicilia. Documenti
successivi attestano che, nel 1714, nella piccola baia dell’Ursa,
era attivo un piccolo porto alimentare per barche di scarso
pescaggio (come, ad esempio, le feluche). All’inizio dell’Ottocento,
la torre risulta ancora perfettamente funzionante, con una
guarnigione di tre soldati, fucili e cannoni. Nel 1811, la
Deputazione del Regno di Sicilia deteneva ancora il suo possesso e
la sua funzione militare. Un documento di quell’anno attesta
un’azione difensiva nei riguardi di un naviglio americano.
La torre Sia la
torre, limitrofa al mare, che la tonnara sono a pianta
quadrangolare. La tonnara,
al suo interno, possiede un ampio cortile e l’esterno fortificato da
mura. La torre , con lati di 10,50 metri circa, possiede dei
solidi costoloni in pietra
agli angoli ed un ingresso ad arco ogivale. Aveva, per
l’approvvigionamento dell’acqua, un pozzo con cisterna, indipendente
da quello della tonnara. Il suo vano interno quadrato, di circa 6
metri per lato, è quindi protetto da muri di circa 2-3 metri di
spessore. La torre presenta due elevazioni. Il piano terra è
caratterizzato da una volta a botte. I ricercatori, però, Mazzarella
e Zanca, ipotizzano un’originaria funzione di cisterna dei locali.
Le varie porte d’ingresso alla torre (oggi se ne usa uno interno che
apre al primo piano della torre) sono segnate da feritoie,
utilizzate per il controllo dell’accesso. Si raggiunge il tetto
tramite una scala in pietra incastonata nei muri perimetrali.
Tuttavia, la rorre, nel 1867, fu inserita in un elenco di strutture
militari da dismettere.
Terminata la funzione militare, nel
Novecento, per alcuni decenni la tonnara continuò ad operare.
Scoppiata la seconda guerra mondiale, fu adibita a difesa aerea, con
l’installazione di mitragliatrici e cannoni antiaerei. Fu rinforzata
con muri in cemento armato e nelle vicinanze fi, addirittura,
costruito un bunker. Terminata l’emergenza della guerra, la
tonnara dell’Ursa fu dismessa ed abbandonata. Solo negli anni
novanta (dal 1990 al 1992) furono eseguiti, dalla Soprintendenza di
Palermo, lavori di restauro dell’intero complesso, diretti.
L’intervento fu diretto dall’architetto, Pietro Giannola. Nel
2004, è stato presentato un progetto di riutilizzo della tonnara,
proposto dall'Associazione Mare Vivo. Esso prevedeva la
collocazione nella struttura di un polo tecnico per lo studio
dell’ambiente marino. L’idea non ebbe seguito. Uguale destino ebbe
la proposta di Legambiente, del 2006, di insediarvi un museo delle
Torri Costiere siciliane. Il Comune di Cinisi, attualmente, nella
speranza di una decisione forte e del suo effettivo finanziamento,
affitta gli ambienti a cooperative locali, che li utilizzano,
soprattutto, per iniziative giovanili, spettacoli e discoteca
all’aperto nel periodo estivo.
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