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GLI ARABI IN SICILIA
Bullet7blu.gif (869 byte)Gli Arabi ed Eufemio da Messina
Bullet7blu.gif (869 byte)La conquista della Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte)Una dominazione travagliata
Bullet7blu.gif (869 byte)La cultura araba in Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte)Le toponomastica dopo gli arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)Le rare tracce di due secoli di dominazione
Bullet7blu.gif (869 byte)La comunità araba e le successive latinizzazioni

       LE LEGGENDE
Bullet7blu.gif (869 byte)La «guerra santa» degli Arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)Il re Miramolino e l
a principessa Nevara

Bullet7blu.gif (869 byte)Re Miramolino e il drago alato
Bullet7blu.gif (869 byte)Le leggende sulle truvature
Bullet7blu.gif (869 byte)Lottando con i pircanti
Bullet7blu.gif (869 byte)La truvatura della sarpa di Acireale
Bullet7blu.gif (869 byte)Le truvature degli Arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)La truvatura di Monte Scuderi

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO
   
   GLI ARABI IN SICILIA
   
Gli Arabi, i Berberi, i Persiani e i
   Turchi, in una parola "i Saraceni".
   La loro cultura ha lasciato nello
   spirito dei siciliani importanti tracce
   culturali, di una civiltà dalle antiche
   origini.
 

Per saperne di più  

   
   
 
    Gli Arabi ed Eufemio da Messina    
     
     

 
   
  La Grande Moschea di Kairuan, Tunisia.

 

Jaume Ollé - Luglio 2007

 
 




da Wikimedia Commons

 
Quando si parla di Medioevo bisogna fare distinzione tra quello europeo e quello siciliano. In effetti quest’ultimo per la Sicilia ha inizio nel 827 d. C. con la sua conquista da parte araba.
Già nel VII secolo i musulmani si erano assicurati la sponda africana del Mar Mediterraneo (Ifriqiya), corrispondente sostanzialmente alla Tunisia, a parte dell'Algeria occidentale e ad una  piccole parte della Cirenaica, avevano assoggettato parte della Spagna e le isole di Malta e Pantelleria.
Da lungo tempo i siciliani si erano abituati alle incursioni devastatrici degli arabi sulle loro coste. Nella prima metà dell’VIII secolo, la parte orientale patì per tredici volte le scorrerie musulmane, tra cui, nel 740, fu conquistata temporaneamente la città di Siracusa. Ciò non mutava, tuttavia, la dominazione bizantina dell’isola. Questa, tuttavia, cominciava a disgregarsi, mentre andava crescendo il malcontento in Sicilia, in un'area maggiormente attratta dall’Impero d'Occidente piuttosto che da quello d'Oriente. Già durante il governo dell'Imperatrice Irene, il controllo bizantino del Mediterraneo centrale andava sfaldandosi.
Nell’ 826 la situazione inizia a mutare quando Eufemio da Messina, ribellatosi all’imperatore Michele II Balbo, uccise il patrizio Gregorio. Successivamente sconfitto dalle truppe fedeli a Costantinopoli, questo si rifugiò a Kairuan, presso l’emiro aghlabita di Tunisia, Ziyadat Allah.
Aiutato da Asad-ibn-al Furat, grande giurisperito malikita autore della notissima Asadiyya, di origine persiana del Khorāsān, convinse l’emiro ad inviare una spedizione militare in Sicilia. I musulmani, probabilmente, avevano già pensato un'invasione della Sicilia, data anche la posizione strategica dell’isola. Fu preparate una flotta di 70 navi, chiamando al jihād marittimo il maggior numero di volontari.
Al comando di Eufemio (già nominato amministratore della Sicilia) e Asad, le milizie arabe sbarcarono presso Mazara, a capo Granìtola, il 17 giugno 827. Fu occupata Marsala. Il suo esercito si componeva di circa diecimila fanti e settecento cavalieri, che, il 15 luglio 827, si scontrò e vinse contro i Bizantini guidati da Balatah. Asad, allora, puntò direttamente verso Siracusa, capitale bizantina dell'isola, mettendola sotto assedio. Non aveva previsto, però, né che la città resistesse a lungo, né che egli lì avrebbe trovato la sua morte, per dissenteria, a causa di un'epidemia, probabilmente di colera. Fu sostituito da Muhammad b. Abī l-Jawarī per decisione degli stessi soldati arabi. Anche il traditore Eufe­mio, di lì a poco, morì, mentre cercava con i rappresentanti di Enna di ottenere la loro capitolazione. I bizantini non rimasero a guardare e passarono al contrattacco (828-830). L’esercito cristiano, al comando del patrizio Teodoto, sbaragliò, presso Enna, quello arabo, che si ritirò verso Mineo e Mazara.
 
 
 

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