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GLI ARABI IN SICILIA
Bullet7blu.gif (869 byte)Gli Arabi ed Eufemio da Messina
Bullet7blu.gif (869 byte)La conquista della Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte)Una dominazione travagliata
Bullet7blu.gif (869 byte)La cultura araba in Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte)Le toponomastica dopo gli arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)Le rare tracce di due secoli di dominazione
Bullet7blu.gif (869 byte)La comunità araba e le successive latinizzazioni

       LE LEGGENDE
Bullet7blu.gif (869 byte)La «guerra santa» degli Arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)Il re Miramolino e l
a principessa Nevara

Bullet7blu.gif (869 byte)Re Miramolino e il drago alato
Bullet7blu.gif (869 byte)Le leggende sulle truvature
Bullet7blu.gif (869 byte)Lottando con i pircanti
Bullet7blu.gif (869 byte)La truvatura della sarpa di Acireale
Bullet7blu.gif (869 byte)Le truvature degli Arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)La truvatura di Monte Scuderi

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO
   
   GLI ARABI IN SICILIA
   
Gli Arabi, i Berberi, i Persiani e i
   Turchi, in una parola "i Saraceni".
   La loro cultura ha lasciato nello
   spirito dei siciliani importanti tracce
   culturali, di una civiltà dalle antiche
   origini.
 

Per saperne di più  

   
   
 
    Le toponomastica dopo gli arabi    
     
     

 
   
Chiesa della Martorana a Palermo.

 

Urban  - Agosto 2005

 
 
 


da Wikimedia Commons

 

La denominazione dell’Etna che è ancora utilizzata dai siciliani, il Mongibello, ha origini arabe. Il nome è doppio anche in arabo: gebel significa proprio «montagna», e quindi Mongibello ha significato come «il monte-montagna». I siciliani, infatti, soprannominano l’Etna, con grande naturalezza, a montagna, per la sua evidente preminenza.


Nella toponomastica isolana avvengono mutazioni, dovute alla lingua araba, che la caratterizzano tutt’ora:
 
Enna diviene Castrogiovanni (<Kasr-Jan», castello di Enna), e così si chiamerà fino al 1927;

         il fiume Akesines diventa Alcàntara («al Qantara», il ponte);

         i vari casali divengono Racalmuto, Regalbuto, Ragalna, Mezzojuso (da «mensil Ju­suf», casale di Giuseppe), Misilmen, Mussomeli (da «rahal» e da «mensil»);

         le diverse fortezze («kalat») sparse nell’isola si trasformano in Ca1tanissetta, Caltagirone, Caltabellotta, Calatafimi («castello di Eufemio», come pure Isola delle Femmine non è che l’«isola di Eufemio»), Calatabiano, Calascibetta;

         i porti divengono Marsala («porto di Alf») e Marzamemi («porto delle t6rtore»);

 
 
 

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