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GLI ARABI IN SICILIA
Bullet7blu.gif (869 byte)Gli Arabi ed Eufemio da Messina
Bullet7blu.gif (869 byte)La conquista della Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte)Una dominazione travagliata
Bullet7blu.gif (869 byte)La cultura araba in Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte)Le toponomastica dopo gli arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)Le rare tracce di due secoli di dominazione
Bullet7blu.gif (869 byte)La comunità araba e le successive latinizzazioni

       LE LEGGENDE
Bullet7blu.gif (869 byte)La «guerra santa» degli Arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)Il re Miramolino e l
a principessa Nevara

Bullet7blu.gif (869 byte)Re Miramolino e il drago alato
Bullet7blu.gif (869 byte)Le leggende sulle truvature
Bullet7blu.gif (869 byte)Lottando con i pircanti
Bullet7blu.gif (869 byte)La truvatura della sarpa di Acireale
Bullet7blu.gif (869 byte)Le truvature degli Arabi
Bullet7blu.gif (869 byte)La truvatura di Monte Scuderi

Bullet7blu.gif (869 byte)Bullet7blu.gif (869 byte) INDIETRO
   
   GLI ARABI IN SICILIA
   Gli Arabi, i Berberi, i Persiani e i
   Turchi, in una parola "i Saraceni".
   La loro cultura ha lasciato nello
   spirito dei siciliani importanti tracce
   culturali, di una civiltà dalle antiche
   origini.
 

Per saperne di più  

   
   
 
   Re Miramolino e il drago alato    
     
     

 
 

Carlo Brogi (1850-1925) - "Monreale - Panorama con vista della Conca d'Oro".

 

Giovanni Dall'Orto - 27 Dicembre 2008
 
 
 



da Wikimedia Commons

 

La pace tra le due confessioni durava da tempo in Sicilia quando si manifestò all'improvviso un pericolo misterioso. Un drago alato (altri videro un leone alato o un'aquila gigantesca) penetrava nelle case divorandone gli abitanti, sia che fossero arabi che cristiani. Le apparizioni divennero così frequenti che in Sicilia non vi era un luogo che non fosse stato colpito da lutti. Soldati e sentinelle non potevano arginare il terribile flagello, rimanendone vittima anche loro. Nell'isola si era al terrore e allo sbando. Il re Miramolino, non avendo soluzioni fu costretto ad emettere un disperato bando: «Chi libererà la Sicilia da questo flagello, avrà in isposa la principessa Nevara».

Come capita di solito nelle leggende, molti furono i coraggiosi, ma tutti senza fortuna soccombettero. Finchè l'amato della principessa Nevara non si offrì. La posta in gioco era tale (con gli occhi dell'amore) che Raimondo, il nobile palermitano, tentò la sorte.

Appostatosi, di notte, sotto le mura di Palermo attese nel buio. Improvvisamente udì uno spaventoso rugito ed apparve in cielo in una sfera di fuoco un enorme leone alato. Raimondo, nonostante fosse atterrito riuscì a notare sopra un ala il segno della croce e una scritta: «Pace a te, o Marco, mio evangelista». Affidandosi l'anima alla Madonna, Raimondo, ficcata la spada in terra, si inginocchiò davanti al mostro. Disse saggiamente: "O animale alato, che rechi il segno di Nostro Signore, dacci pace e non guerra. Così come viviamo, ognuno adorando il proprio Dio. Abbi pietà e porta la pace nelle nostre vite". Sopra le mura di Palermo tutti, dal re Miramolino, alla principessa, gli arabi e i palermitani, udite le parole del conte Raimondo, con grande sorpresa e gioia videro il mostro alato scomparire nel buio. Da allora il prodigio non si ripetè più, lasciando i siciliani alla loro pace.
Come una favola la storia si conclude tra il tripudio generale con il matrimonio della principessa Nevara e il coraggioso conte siciliano Raimondo. E' il simbolo della ritrovata concordia tra siciliani e arabi.
L'anziano re Miramolino, sentendo che la vita lo stava abbandonando, ordinò che si irrigasse la Conca d'Oro, trasformandola in un meraviglioso giardino. In primavera col profumo delle novelle zagare, il re diede l'addio a questo mondo, lasciandolo pacificato e armonico.

 
 
 

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