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Caltanissetta, un'eredità che viene da lontano

Introduzione

La denominazione
Parchi archeologici
Da Nissa al periodo medievale
Caltanissetta e le sue miniere
di zolfo
Il castello e la nobiltà nissena
 
 
La Cattedrale di Santa Maria
La Nova
Chiese di Caltanissetta
Monumenti sacri e profani
I musei di Caltanissetta
Pasqua: la Real Maestranza
Pasqua: processione delle Vare
La festa di San Michele
 
Video su Caltanissetta
Video su Caltanissetta /2
 
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     CALTANISSETTA

      Il villaggio di Nissa è tra i più
    antichi insediamenti ritrovati in
    Sicilia. Da allora gli abitanti di
    Caltanissetta si chiamano nisseni.
    Un’eredità che viene da lontano.

   

    La Settimana Santa:
    la Real Maestranza

   
     
     

 

 

Processione della Real Maestranza a Caltanissetta

Francesco Miceli, Salvatore Iacono - 19 gennaio 2008

 
 



da Wikimedia Commons
 

La Settimana Santa di Caltanissetta ha origine intorno al XVII secolo, quando nella chiesa di Sant'Agata al Collegio vennero formandosi diverse congregazioni, atte all'adorazione del Santissimo Sacramento di Gesù Cristo, che aveva luogo nella Cattedrale dalla domenica delle Palme fino al mercoledì Santo.
La Domenica delle Palme è caratterizzata dalla
processione di Gesù Nazareno, che ha luogo il pomeriggio della domenica. Nella Biblioteca "Luciano Scarabelli" è conservata una barca su cui viene posta la statua del Cristo benedicente vestito di un abito di stoffa. Nei giorni precedenti i contadini raccolgono una gran massa di fiori, che adorneranno la barca, simbolo di Gesù "pescatore di anime". Nel pomeriggio la barca passa le porte della biblioteca, come fece il Cristo con quella di Gerusalemme e viene portata in processione per le strade principali della cittù. La processione è accompagnata da due bande e dalla congregazione in abito caratteristico, che ha organizzato la festa. Verso la sera il Cristo benedicente entra nella chiesa di Sant'Agata al Collegio.

La rappresentazione del Martedì Santo ha origini medievali. Venne istituita, solo nel 1840 per poi essere abolita. Fu r
ipresa con successo nel 1957, ma collocata nel sabato santo. Solo dal 2006 si effettua il martedì. E’ la cosiddetta Scinnenza (in siciliano scinniri significa scendere). Si tratta di una vera e propria rappresentazione teatrale del processo subito dal Cristo e di altri momenti della Passione del Cristo.

La Real Maestranza
Gli artigiani di Caltanissetta (i mastri) formarono, nel 1554, una milizia cittadina, chiamata Maestranza, a difesa dai Saraceni. Alla fine delle quaranta ore di adorazione da parte dei fedeli (la mattina del Mercoledì Santo), venne istituita la tradizione in cui la Maestranza, armata di archibugi e picche, salutava l'ostensione del Venerabile (il Santissimo Sacramento) con un colpo di fucileria a salve. Fu denominata Real Maestranza dopo una visita di Ferdinando IV di Borbone (nel 1806). Nel 1820, perso il suo carattere militare, la Real Maestranza porta dei grossi ceri al posto delle armi.
Il suo carattere militare si perpetua, ancora oggi, con la nomina ogni anno di un capitano, che gode diversi privilegi. Esso apre le processioni. Dinanzi a lui precedono lo Scudiero e
l'Alfiere Maggiore con il vessillo dei Santi patroni. Altri vessilli sono portati dai Portabandiera di ogni singola categoria. Alla carica del capitano se ne aggiungono altre di più lunga durata, quali il Gran Cerimoniere, solitamente il Mastro più anziano, il Maestro Cerimoniere, il Cerimoniere Ecclesiastico, il Responsabile di Corteo, il Console Generale, i Membri del Direttivo, i Consoli di Categoria.
E’ il capitano il fulcro delle manifestazioni. La mattina del Mercoledì Santo la Real maestranza va alla sua casa a prenderlo. Accompagnato dal Maestro Cerimoniere e dal Console Generale, dopo la frase tradizionale “Capitano, la Milizia è schierata. La onori passandola in rassegna”, egli passa in rassegna i miliziani. Successivamente la Real Maestranza si reca in corteo fino al Comune, dove il Sindaco gli affida il comando (simbolico) della città per il periodo della Pasqua.
Dal Comune il corteo si dirige verso la Biblioteca, dove il capitano riceve
il Crocifisso velato di nero, si accendono i ceri e si alza il gonfalone. La Maestranza porta segni di lutto, come guanti e calze nere. In segno di penitenza la processione, al solo rullo di tamburi, si dirige verso la Chiesa Madre. Raggiuntala, il Capitano, fatto carico dei peccati di tutta la Maestranza, riceve il perdono. Vengono, in segno di gioia, indossati guanti, calze e cravatta bianchi. Al suono della banda in festa il Capitano viene riaccompagnato a casa, dove nel pomeriggio riceverà i notabili della città: le categorie di artigiani, le autorità civili e quelle ecclesiastiche.

Le Varicedde
Un’altra particolare processione nissena è quella delle Varicedde, cioè, piccole Vare. La tradizione nasce agli inizi del ‘900, quando i giovani garzoni di bottega, essendo stati esclusi dalla grande processione del Giovedì Santo, realizzarono una loro personale processione. Vennero, così, create le Varette, piccole vare in terracotta da portare su un vassoio. Sono 19, di cui sedici sono riproduzioni di quelle grandi e tre con gruppi scultorei rappresentanti momenti della Passione del Cristo. La processione era accompagnata da
canti di dolore in siciliano. Dopo alcuni anni di silenzio, negli anni venti, fu ripristinata, ma, per aumentare il suo peso, nuove varicedde furono ordinate al restauratore Giuseppe Emma (che stava restaurando di San Cataldo). Anche Salvatore Capizzi, artista locale fu incaeicato della realizzazione di altre varette. Dal 1994, questa processione della sera del Mercoledì Santo è compiutamente realizzata dall’associazione "Piccoli Gruppi Sacri".

Nel pomeriggio del mercoledì, le varette si distribuiscono per la città. Con l’arrivo della sera, tutte partono per raggiungere Piazza Garibaldi. Una volta raccolte in piazza, ha inizio la processione, che ha lo stesso percorso di quello delle Vare maggiori. A conclusione, tornate in Piazza, esse vengono esposte nell’androne del Palazzo del Carmine, sede municipale.

 
 

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