La Settimana Santa di Caltanissetta ha origine
intorno al XVII secolo, quando nella chiesa di Sant'Agata al
Collegio vennero formandosi diverse congregazioni, atte all'adorazione del
Santissimo Sacramento di Gesù Cristo, che aveva luogo nella Cattedrale
dalla domenica delle Palme fino al mercoledì Santo. La Domenica
delle Palme è caratterizzata dalla processione di Gesù
Nazareno, che ha luogo
il pomeriggio della domenica. Nella Biblioteca "Luciano
Scarabelli" è conservata una barca su cui viene posta la statua
del Cristo benedicente vestito di un abito di stoffa. Nei giorni
precedenti i contadini raccolgono una gran massa di fiori, che
adorneranno la barca, simbolo di Gesù "pescatore di anime".
Nel pomeriggio la barca passa le porte della biblioteca, come fece
il Cristo con quella di Gerusalemme e viene portata in processione
per le strade principali della cittù. La processione è accompagnata
da due bande e dalla congregazione in abito caratteristico, che ha
organizzato la festa. Verso la sera il Cristo benedicente entra
nella chiesa di Sant'Agata al Collegio.
La
rappresentazione del Martedì Santo ha origini medievali. Venne
istituita, solo nel 1840 per poi essere abolita. Fu ripresa
con successo nel
1957, ma collocata nel sabato santo. Solo dal 2006 si effettua il
martedì. E’ la cosiddetta Scinnenza (in siciliano
scinniri significa scendere). Si tratta di una vera e
propria rappresentazione teatrale del processo subito dal Cristo e
di altri momenti della Passione del Cristo.
La Real Maestranza
Gli artigiani di Caltanissetta
(i mastri)
formarono, nel 1554, una milizia cittadina, chiamata Maestranza,
a difesa dai Saraceni.
Alla fine delle quaranta ore di adorazione da parte dei fedeli
(la mattina del Mercoledì Santo), venne istituita la tradizione in
cui la Maestranza, armata di
archibugi e picche,
salutava l'ostensione del
Venerabile
(il Santissimo
Sacramento) con un colpo di fucileria a salve. Fu denominata Real
Maestranza dopo una visita di Ferdinando IV di Borbone (nel 1806).
Nel 1820, perso il suo carattere militare, la Real Maestranza porta
dei grossi ceri al posto delle armi. Il suo carattere militare si
perpetua, ancora oggi, con la nomina ogni anno di un capitano, che
gode diversi privilegi. Esso apre le processioni. Dinanzi a lui
precedono lo Scudiero e l'Alfiere Maggiore con il vessillo
dei Santi patroni. Altri vessilli sono portati dai Portabandiera di
ogni singola categoria. Alla carica del capitano se ne aggiungono
altre di più lunga durata, quali il Gran Cerimoniere, solitamente il
Mastro più anziano, il Maestro Cerimoniere, il Cerimoniere
Ecclesiastico, il Responsabile di Corteo, il Console Generale, i
Membri del Direttivo, i Consoli di Categoria. E’ il capitano il
fulcro delle manifestazioni. La mattina del Mercoledì Santo la Real
maestranza va alla sua casa a prenderlo. Accompagnato dal Maestro
Cerimoniere e dal Console Generale, dopo la frase tradizionale “Capitano,
la Milizia è schierata. La onori passandola in rassegna”,
egli passa in rassegna i
miliziani. Successivamente la Real Maestranza si reca in corteo fino
al Comune, dove il Sindaco gli affida il comando (simbolico) della
città per il periodo della Pasqua. Dal Comune il corteo si dirige
verso la Biblioteca, dove il capitano
riceve
il Crocifisso velato
di nero, si accendono i ceri e si
alza il gonfalone. La
Maestranza porta segni di lutto, come guanti e calze nere. In
segno di penitenza la processione, al solo rullo di tamburi, si
dirige verso la Chiesa Madre. Raggiuntala, il Capitano, fatto carico
dei peccati di tutta la Maestranza, riceve il perdono. Vengono, in
segno di gioia, indossati guanti, calze e cravatta bianchi. Al suono
della banda in festa il Capitano viene riaccompagnato a casa, dove
nel pomeriggio riceverà i notabili della città: le categorie di
artigiani, le autorità civili e quelle ecclesiastiche.
Le Varicedde
Un’altra particolare processione nissena è quella delle Varicedde,
cioè, piccole Vare. La tradizione nasce agli inizi del ‘900, quando
i giovani garzoni di bottega, essendo stati esclusi dalla grande
processione del Giovedì Santo, realizzarono una loro personale
processione. Vennero, così, create le Varette, piccole vare in
terracotta da portare su un vassoio. Sono 19, di cui sedici sono
riproduzioni di quelle grandi e tre con gruppi scultorei
rappresentanti momenti della Passione del Cristo. La processione era
accompagnata da
canti di dolore
in siciliano. Dopo
alcuni anni di silenzio, negli anni venti, fu ripristinata, ma, per
aumentare il suo peso, nuove varicedde furono ordinate al
restauratore Giuseppe Emma (che stava restaurando di
San Cataldo).
Anche Salvatore Capizzi,
artista locale fu incaeicato della realizzazione di altre varette.
Dal 1994, questa processione della sera del Mercoledì Santo è
compiutamente realizzata dall’associazione "Piccoli Gruppi Sacri".
Nel pomeriggio del mercoledì, le varette si
distribuiscono per la città. Con l’arrivo della sera, tutte partono
per raggiungere Piazza Garibaldi. Una volta raccolte in piazza, ha
inizio la processione, che ha lo stesso percorso di quello delle
Vare maggiori. A conclusione, tornate in Piazza, esse vengono
esposte nell’androne
del Palazzo del Carmine, sede municipale.
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