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Caltanissetta, un'eredità che viene da lontano

Introduzione

La denominazione
Parchi archeologici
Da Nissa al periodo medievale
Caltanissetta e le sue miniere
di zolfo
Il castello e la nobiltà nissena
 
La Cattedrale di Santa Maria
La Nova
Chiese di Caltanissetta
Monumenti sacri e profani
I musei di Caltanissetta
Pasqua: la Real Maestranza
Pasqua: processione delle Vare
La festa di San Michele
 
Video su Caltanissetta
Video su Caltanissetta /2
 
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     CALTANISSETTA

      Il villaggio di Nissa è tra i più
    antichi insediamenti ritrovati in
    Sicilia. Da allora gli abitanti di
    Caltanissetta si chiamano nisseni.
    Un’eredità che viene da lontano.

   

    Da Nissa al periodo medievale

   
     
     

 

 

Ruderi del Castello di Pietrarossa a Caltanissetta

Walter Lo Cascio - 18 gennaio 2008

 
 



da Wikimedia Commons
 

Zona di antichissimi insediamenti, già dall’ultimo neolitico, si fa risalire il popolamento della zona già a partire dal IV millennio a.C. La posizione geografica, con molta probabilità, fu tra i motivi che spinsero a trasferirsi nella zona. Da essa l’ampia visuale permette un orizzonte vastissimo, facilmente difendibile:  per la precisione nella zona del monte Gabal al Habib, che vuol dire, infatti, "la montagna panoramica".
Ma è con i primi insediamenti sicani che inizia la storia del posto, con la fondazione dell’antico  villaggio chiamato Nissa. Della sua esistenza ne fa fede
un'epigrafe ritrovata del 397 a.C.
L’abitato, con l’arrivo dei greci, nel VII secolo a. C., rientrò nell’area d’influenza siracusana. E’ in questo periodo, che culturalmente ed artisticamente, gli artigiani nisseni, svilupparono le loro rappresentazioni artistiche, facendo un grande balzo in avanti.
Anche l’attività edilizia subì un notevole progresso con la costruzione dei primi edifici sacri e funerar, oltre che militari con la realizzazione di mura ed altre fortificazioni.
Durante il periodo della seconda guerra punica, truppe romane, al comando del console Lucio Petilio, occuparono Nissa. Nella zona fu fondata una colonia chiamata "Petiliana", in onore del console. Ma in recenti studi si tende ad individuarla con la vicina Delia. Del periodo romano resta testimonianza una villa, nei pressi di Sabucina, in cui si sono ritrovate diverse suppellettili, oltre ad un busto dell'imperatore Geta.

Dopo la caduta dell’impero romano, nella seconda metà dell'VIII secolo, i Bizantini insediatisi a Nissa, costruirono il castello di Pietrarossa
Dal periodo della dominazione araba l’area mutuò la loro denominazione
Qalʿat al-nisāʾ ("castello delle donne"), che si evolse successivamente. Durante il periodo normanno (dal 1087) la zona di Caltanissetta divenne proprietà diretta del del Gran Conte Ruggero, che la trasformò in feudo e fondando l'abbazia di Santo Spirito (in stile romanico), La costruzione fu realizzata dove si trovava uin antico villaggio ed un convento basiliano, che, a sua volta era sorto sulle rovine di una fattoria romana.
L’aragonese Federico III, nel 1296, nominò conte Corrado Lancia. Federico IV, si salvò la vita grazie ai nisseni, quando il re fu assediato nel castello di Pietrarossa dai baroni Francesco Ventimiglia e Federico Chiaramonte, nel 1361. Fu questo il periodo che portò al cosiddetto Governo dei Quattro Vicàri. Esso ebbe inizio, nel 1358, quando i quattro più potenti baroni si riunirono nel castello di Caltanissetta e divisero la Sicilia in quattro parti, una ciascuno. I quattro erano: Guglielmo Peralta (signore di Caltanissetta, Sciacca e Caltabellotta), Artale Alagona, Manfredi Chiaramonte, Francesco Ventimiglia. Il governo dei baroni non durò molto. Nel 1392, Martino I di Sicilia militarmente si riprese il maltolto. Nel 1407, Caltanissetta, con nomina reale, passò in proprietà di Matteo Moncada, nobili di Paternò. Alla famiglia dei Moncada, Caltanissetta resterà fino al 1812, quando fu sancita l’abolizione della feudalità in Sicilia.
 
 

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