Nel 1625 a Caltanissetta dilagò la peste. Sulle mura furono posti
soldati che controllavano che nessun altro appestato entrasse in
città. Si racconta che l’Arcangelo Michele apparve per fulminare uno
di questi che tentava di intrufolarsi a Caltanissetta. Si racconta
anche che San Michele apparve ad un frate cappuccino per assicurare
la sua protezione della città. L’Arcangelo Michele è il patrono
di Caltanissetta e viene festeggiato alla fine di maggio.
Anticamente la devozione era tale che esisteva l’usanza di iniziare
un periodo di digiuno alla fine della pasqua fino alla festività. La
cosa andava ripetuta per nove anni successivi. Alla fine dei nove
anni il fedele poteva accendere nove candele,
per assicurarsi la protezione degli angeli alla morte.
In occasione della festività del 29 settembre, la statua
dell’Arcangelo, del 1600, viene
portata in processione dal Duomo alla chiesa di San Michele, dove
rimane alcuni giorni per l’adorazione dei fedeli. A proposito
della stessa statua, esiste una leggenda, che narra come l’autore,
Stefano Rivolsi, nel plasmarle il volto non riuscisse a trovarne uno
soddisfacente. Prova e riprova, alla fine, stanco, si addormentò. Al
suo risveglio trovò, incredulo, il volto già realizzato, perfetto e
bellissimo.
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