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Caltanissetta, un'eredità che viene da lontano

Introduzione

La denominazione
Parchi archeologici
Da Nissa al periodo medievale
Caltanissetta e le sue miniere
di zolfo
Il castello e la nobiltà nissena
 
 
La Cattedrale di Santa Maria
La Nova
Chiese di Caltanissetta
Monumenti sacri e profani
I musei di Caltanissetta
Pasqua: la Real Maestranza
Pasqua: processione delle Vare
La festa di San Michele
 
Video su Caltanissetta
Video su Caltanissetta /2
 
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     CALTANISSETTA

      Il villaggio di Nissa è tra i più
    antichi insediamenti ritrovati in
    Sicilia. Da allora gli abitanti di
    Caltanissetta si chiamano nisseni.
    Un’eredità che viene da lontano.

   

    Il castello e la nobiltà nissena

   
     
     

 

 

Facciata principale del palazzo storico dei Moncada

Insider93 - 26 agosto 2010

 




da Wikimedia Commons

Il Castello di Pietrarossa
Delle origini del castello di Pietrarossa si sa poco. Alcuni storici lo fanno risalire all’alto medioevo (IX secolo), mentre altri suppongono che l’origine vada cercata, addirittura, nel periodo dei Sicani. Durante iol basso medioevo, diversi furono gli onori tributati alla città ed il suo castello. Nel XI secolo, infatti, vi fu sepolta la regina Adelasia, nipote del re Ruggero il Normanno. Nel 1378, come già narrato, al suo interno si tenne la riunione dei baroni che portò alla fondazione del Governo dei Quattro Vicàri.
La sua grande importanza militare cessò nel 1567, quando un forte terremoto coinvolse la città, facendolo crollare in rovina. Non fu più ricostruito. Oggi dell’intero complesso sono visibili solo due delle sue torri.

Il Palazzo del Carmine
Nel 1371 fu edificato il palazzo oggi denominato “del Carmine”. Esso si trovava fuori dalle mura della città, accanto ad una piccola chiesa dedicata a San Giacomo. Il complesso fu trasformato in convento dei Carmelitani scalzi, su decisione di Guglielmo Peralta e di sua moglie Eleonora d'Aragona, figlia del marchese di Randazzo. Al convento fu aggiunta la chiesa della Maria Santissima Annunziata, chiamata Madonna del Carmine.
Con la crescita dell’edificato di Caltanissetta, il palazzo del Carmine fu inglobato nelle costruzioni del centro storico, affiancato da due chiese:
quella di San Giacomo e quella di San Paolino.
Nell’Ottocento, a causa della cancellazione in Sicilia degli ordini religiosi, fu confiscato e divenne palazzo comunale. Secondo l’”allegra” urbanistica di quel secolo, le due chiese limitrofe furono abbattute. Al loro posto sorse il Teatro comunale (il Teatro regina Margherita). Oggi è sede Municipale. Negli ultimi due secoli, l’edificio medievale è lentamente si è trasformato, tanto che dell’originario rimane forse qualcosa solo nel cortile centrale.

Il Palazzo Moncada
Il palazzo Moncada detto anche Bauffremont, nacque a metà del Seicento, per volontà del Conte Guglielmo Moncada. Nominato Viceré di Valenza,  si trasferì in Spagna, lasciando l’edificio incompleto. Tuttavia, rimase di proprietà della famiglia dei MOncada fino al XX secolo. Acquisito nel 1915 dalla Principessa Maria Giovanna di Bauffremont, fu trasformato da abitazione in luogo per rappresentazioni teatrali.  Per fare ciò, fu realizzata una vasta sala con galleria, il tutto in stile liberty.
All’epoca della sua realizzazione, l’edificio risultava uno dei più grandi e pregevoli dell’intera Sicilia (vi erano balconi sorretti da mensole scolpite con figure antropomorfe e zoomorfe.
Il palazzo, divenuto proprietà della famiglia Trigona della Floresta, nel 1938, da teatro si è evoluto in cinema, col nome di Cineteatro Trieste. Attualmente il suo uso non è stato modificato. E’ cambiato solo il nome: da Cineteatro Bauffremont a Multisala Moncada.
Con l’apertura di diversi ambienti e sale del Palazzo Moncada, si sono aggiunti spazi per mostre e performances. In altre collocazioni, sono situate due mostre permanenti: una sulla famiglia dei Moncada, l’altra sullo scultore nisseno Michele Tripisciano.

Palazzo Benintende
Sito in Corso Vittorio Emanuele, Palazzo Benintende ha avuto l’onore di ospitare il generale Giuseppe Garibaldi, nel 1862. Progettato e costruito nell’Ottocento dall'architetto Giuseppe Di Bartolo, presenta un’interessante contaminazione tra stili diversi, nelle colonne sul prospetto principale, dal dorico allo ionico, oltre a lesene, medaglioni.

Palazzo Provinciale
Lo stesso architetto Giuseppe di Bartolo si impegnò nella realizzazione anche di questo palazzo. Iniziato nella prima metà dell’Ottocento, doveva ospitare sia gli uffici della provincia che quelli comunali. Il progetto si presentò pesante e copmplesso. Sta di fatto che nel 1870 l’edificio non era ultimato. Fu così che l’ingegnere Agostino Tacchini per ultimarlo, stralciò le funzioni municipali, lasciando solo quelle provinciali.
La realizzazione del complesso edificio richiese la partecipazione di diversi professionisti: il nisseno Luigi Greco (lo scalone principale e l'aula consiliare), il nisseno Michele Tripisciano (le sculture) e il catanese Pasquale Sozzi (le decorazioni interne).

 
 

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