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CEFALU' E MONREALE: IL MOSAICO IN SICILIA.
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Bullet7blu.gif (869 byte) Cefalù
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La Cattedrale di Cefalù

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di Cefalù

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di Cefalù

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Bullet7blu.gif (869 byte) Le origini antiche della
tecnica del mosaico

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La Villa del Casale di Piazza Armerina
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Bullet7blu.gif (869 byte) La prima fase dei mosaici normanni

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bizantino e quello siciliano
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CEFALU' E MONREALE
    
    Dalla Cappella Palatina alle
     Cattedrali di Cefalù e Monreale:
     i mosaici siciliani d'epoca normanna
     rappresentano un purificato
     riverbero del cerimoniale aulico
     e del fasto della corte bizantina
”.
   
    I Palazzi nobiliari di Cefalù.    
     
     

 
   

Angolo dell'Osteria Magno a Cefalù.

Bernhard J. Scheuvens  - Gennaio 2007
 

 



da Wikimedia Commons

 

Di origine normanna è il complesso della cosidetta Osterio Magno, tanto che alcuni ritengono che sia stato costruito per volere di Ruggero II, come sua residenza privata. Esso aveva l’ingresso principale sulla via Amendola e all’interno era dotato di un’ampia corte, dove era collocato lo scalone che portava al piano nobile. Attualmente in una sala al pianterreno si trovano i ruderi di un pozzo. Sono ben individuabili i resti delle mura della torre quadrangolare.
Divenne di proprietà della famiglia Ventimiglia
nel XIV secolo. Questi avviarono lavori di ampliamento, restauro e ristrutturazione dell’esistente.  Va detto che l’Osteria Magno è sempre stata oggetto di modifiche, tanto che si contano ben tre fasi storiche di lavori effettuati sul complesso. La prima fase risale, addirittura, all’epoca normanna. La seconda fase è rappresentata dalla sopraelevazione della citata torre quadrangolare, con un’elevazione di ben tre piani in altezza. La terza riguarda la costruzione del Palazzetto bicromo, al cui interno sono conservate bifore e trifore della seconda metà del XIII secolo.  Nella prima parte del Seicento il palazzo fu rivenduto ai frati domenicani. Attualmente è frammentato in appartamenti e botteghe.
Durante i lavori di restauro dell’interno,
effettuati nel 1989, sono stati ritrovati resti antichissimi: parte di edifici di epoca ellenistica, monete di bronzo risalenti al IV secolo a.C. e numerose ceramiche. Tra gli altri  spicca un bellissimo bacile decorato con un leone araldico del XIV secolo.

Il Palazzo Maria è tra i più antichi di Cefalù. Si ritiene risalga al XIII secolo e sia stato luogo dell'antico Palazzo Comunale. Nel 1599 divenne di proprietà della famiglia Maria, dei baroni di Alburquia (da cui deriva il nome), che vi presero residenza in quell’anno. Nell’Ottocento fu adibito a convitto maschile. Attualmente è frammentato in abitazioni private.
Ebbe diverse trasformazioni, come l’apertura al piano terra di negozi, nel Cinquecento, e la sopraelevazione di un piano nell’Ottocento. Originariamente il piano nobile era contrassegnato sul prospetto principale da una successione di bifore, mentre lateralmente presenta una finestra ogivale, di tipo catalano, con ghiera decorata a fogliame. Il portone d’ingresso manifesta tutta la sua origine medievale: di tipo ogivale, presenta blocchi squadrati e cordoli concentrici, il tutto tenuto da due leoni.

Il Palazzo Atenasio Martino dei baroni di Rocca e Valdina, risale al
XV - XVI secolo
e venne edificato su volere della famiglia Burragato. E’ situato nella piazza del Duomo. Fu ampliato, con l’inglobamento di edifici adiacenti, nel XVI secolo, dalla famiglia Ruffino, nuovi proprietari. Nel tempo vi si sono succedute diverse famiglie nobiliari, sia per acquisto che per testamenti.
L’edificio, sostanzialmente posto solo sul piano nobile, circondava una corte interna con pozzo. In questa vi era un'imponente scalone di accesso al piano superiore. Palazzo Atenasio fu sopraelevato e modificato nel XIX secolo, con l’occupazione parziale dell’antica corte interna. Si presenta all’esterno con un portale in tufo ottocentesco.

Il Palazzo Pirajno, situato anch’esso in piazza Duomo, è sorto verso la fine del XVI secolo. Costruito su volere della
famiglia nobile Leone Muratori, passò, successivamente, a quella dei Pirajno di Mandralisca. Il progetto del prospetto principale denota l’origine tipicamente cinquecentesca. Su di esso spicca il portone d’ingresso bugnato con conci in tufo giallo. Il cortile interno mantiene l’ispirazione all’architettura catalana del periodo. La scala, che sale al piano nobile, è, infatti, addossata al muro opposto all’ingresso. Accurati mensoloni scolpiti reggono, tuttora, il ballatoio di disimpegno. Sono ancora presenti al suo interno saloni con soffitti a cassettoni lignei.

Palazzo Legambi, realizzato in stile neoclassico, fu edificato nel XVIII secolo. Caratteristico dello stile è l’alternarsi, fra lesene, di finestre
con timpani triangolari e semicircolari, a livello, però, del solo piano nobile. Il portone d’ingresso è asimmetrico rispetto al prospetto, posizione dovuta all’andamento del piano stradale. Sulla facciata blocchi di tufo giallastro fanno contrasto con le superfici semplicemente intonacate.

 

 
 

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