Di origine normanna è il complesso della cosidetta Osterio Magno,
tanto che alcuni ritengono che sia stato costruito per volere di
Ruggero II, come sua residenza privata. Esso aveva l’ingresso
principale sulla via Amendola e all’interno era dotato di un’ampia
corte, dove era collocato lo scalone che portava al piano nobile.
Attualmente in una sala al pianterreno si trovano i ruderi di un
pozzo. Sono ben individuabili i resti delle mura della torre
quadrangolare. Divenne
di proprietà della famiglia
Ventimiglia
nel
XIV secolo.
Questi avviarono lavori di ampliamento, restauro e ristrutturazione
dell’esistente. Va
detto che l’Osteria Magno è sempre stata oggetto di modifiche, tanto
che si contano ben tre fasi storiche di lavori effettuati sul
complesso. La prima fase risale, addirittura, all’epoca normanna. La
seconda fase è rappresentata dalla sopraelevazione
della citata torre quadrangolare, con un’elevazione di ben tre piani
in altezza. La terza riguarda la costruzione del Palazzetto bicromo,
al cui interno sono conservate bifore e trifore della seconda metà
del XIII secolo.
Nella
prima parte del Seicento il palazzo fu rivenduto ai frati
domenicani.
Attualmente è frammentato
in appartamenti e botteghe.
Durante i lavori di restauro dell’interno,
effettuati nel 1989,
sono stati ritrovati resti antichissimi: parte
di edifici di epoca ellenistica, monete di bronzo risalenti al
IV secolo a.C.
e numerose ceramiche. Tra gli altri
spicca un bellissimo bacile decorato con un leone araldico
del XIV secolo.
Il Palazzo Maria è tra i più antichi di Cefalù. Si ritiene
risalga al XIII secolo e sia stato luogo
dell'antico Palazzo Comunale. Nel 1599 divenne di proprietà della
famiglia Maria, dei baroni di Alburquia (da cui deriva il nome), che
vi presero residenza in quell’anno. Nell’Ottocento fu adibito a
convitto maschile.
Attualmente è frammentato in
abitazioni private. Ebbe
diverse trasformazioni, come l’apertura al piano terra di negozi,
nel Cinquecento, e la sopraelevazione di un piano nell’Ottocento.
Originariamente il piano nobile era contrassegnato sul prospetto
principale da una successione di bifore, mentre lateralmente
presenta una finestra ogivale, di tipo catalano, con ghiera
decorata a fogliame. Il portone d’ingresso manifesta tutta la sua
origine medievale: di tipo ogivale, presenta blocchi squadrati e
cordoli concentrici, il tutto tenuto da due leoni.
Il Palazzo Atenasio
Martino dei baroni di Rocca e Valdina, risale
al
XV - XVI
secolo
e venne edificato su volere
della famiglia Burragato. E’ situato nella piazza del Duomo. Fu
ampliato, con l’inglobamento di edifici adiacenti, nel
XVI secolo,
dalla
famiglia Ruffino, nuovi proprietari. Nel tempo vi si sono succedute
diverse famiglie nobiliari, sia per acquisto che per testamenti.
L’edificio, sostanzialmente posto solo sul piano nobile, circondava
una corte interna con pozzo. In questa vi era un'imponente scalone
di accesso al piano superiore.
Palazzo Atenasio fu
sopraelevato e modificato nel XIX secolo, con l’occupazione parziale
dell’antica corte interna. Si presenta all’esterno con un portale in
tufo ottocentesco.
Il Palazzo Pirajno, situato
anch’esso in piazza Duomo, è sorto verso la fine del XVI secolo.
Costruito su volere della famiglia nobile Leone Muratori,
passò, successivamente, a quella dei Pirajno di Mandralisca. Il
progetto del prospetto principale denota l’origine tipicamente
cinquecentesca. Su di esso spicca il portone d’ingresso bugnato con
conci in tufo giallo. Il cortile interno mantiene l’ispirazione
all’architettura catalana del periodo. La scala, che sale al piano
nobile, è, infatti, addossata al muro opposto all’ingresso. Accurati
mensoloni scolpiti reggono, tuttora, il ballatoio di disimpegno.
Sono ancora presenti al suo interno saloni con soffitti a cassettoni
lignei.
Palazzo
Legambi, realizzato in stile neoclassico, fu edificato nel XVIII
secolo. Caratteristico dello stile è l’alternarsi, fra lesene, di
finestre con timpani triangolari e semicircolari, a livello,
però, del solo piano nobile. Il portone d’ingresso è asimmetrico
rispetto al prospetto, posizione dovuta all’andamento del piano
stradale. Sulla facciata blocchi di tufo giallastro fanno contrasto
con le superfici semplicemente intonacate.
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