Il sito di Kephaloidion (oggi Cefalù), era già popolato prima dell'arrivo
dei coloni greci. Testimonianze arcaiche sono due grotte d'epoca preistorica
sul lato settentrionale del promontorio, di una cinta muraria di tipo
megalitico del V secolo a. C. e di un tempio coperto con lastroni di pietra
sul tipo dei dolmen contenente una cisterna più antica del IX secolo a. C. ,
dedicato, si suppone, al culto di Diana.
Il mito vuole che la città
fosse popolata anticamente da Giganti discendenti da Noè. Oppure,
un'altro mito, fondata dai sicani o dai fenici (tra il 3000 ed il 2700 a.
C.) che le diedero nome Ras Melkart, promontorio di Ercole e del
suo mito che lo vuole costruttore di un tempio per il culto di Giove.
Oppure ancora legata al mito di Dafni e della sua poesia pastorale,
trasformato dal padre Mercurio in quella roccia che Servio (IV-V sec. d.C.),
sostiene avere forma umana.
All'arrivo dei coloni greci la colonia
venne rinominata Kefaloidion (dal
greco
kefalé, “capo” dovuto al promontorio). Nel 396 a. C. Cefalù si
alleò con i Cartaginesi. Nel 307 a. C. cadde sotto il potere dei Siracusani
e nel 254 a. C. di quello dei Romani, che le diedero il nome latino di
Cephaloedium, e nominandola Città Decumana. Il tessuto
urbanistico riportato alla luce è di forma regolare con strade secondarie
parallele che sfociano sulla grande strada principale, il tutto contenuto da
un arteria circolare che segue l'andamento della cinta muraria.
Plinio e Diodoro ricordano un castello "Kephaloidion" costruito sul
promontorio.
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