I tre Re normanni, seguiti alla scacciata dalla Sicilia dei
saraceni, sono Ruggero II, Guglielmo I e GuglielmoII. Essi, secondo
la tradizione popolare, devono il giudizio sul loro regno
soprattutto ai capolavori architettonici fatti erigere sull'isola.
Si narra che il Re Ruggero II si diresse via mare a Cefalù.
Quasi giunto alla città, si scatenò una terribile tempesta. Messo in
pericolo di vita, il Re pregò il suo protettore San Giorgio. Il
Santo apparve all'improvviso quietando il mare. Grato per
l'intervento provvidenziale, Ruggero II fece erigere la Chiesa di
San Giorgio a Cefalù. Se Guglielmo I fu detto "il Malo" a causa
della pressione fiscale e del suo tentativo di sostituire la moneta
d'oro e d'argento con una moneta in cuoio, suo figlio, Guglielmo II,
fu detto "il Buono", per aver ristabilito il corso legale in oro e
argento, ma soprattutto per la costruzione del Duomo di Monreale e
della Zisa di Palermo.
La leggenda legata al Duomo di Monreale vuole che il Re Guglielmo
II, intento in una battuta di caccia a Monreale, fu colto da un gran
sonno, per, riposarsi s'addormentò sotto un albero di carrubo.
Mentre dormiva, gli apparve in sogno la splendente Madonna che gli
rivelò che sotto l'albero dove dormiva, c'era un ingente tesoro. Gli
disse di scavare e di prenderlo, per poi costruire un tempio con il
Suo nome. Guglielmo si risvegliò ancora accecato dalla luce della
Suprema apparizione, e subito chiamò per sradicare l'albero di
carrubbo e scavare al di sotto di esso. Come preannunciato, al di
sotto fu trovato un tesoro così grande da sorprendere lo stesso
Guglielmo. Il Re, per esaudire la richiesta della Madonna,
impiegò i migliori architetti, i più abili muratori, e i più capaci
mosaicisti (soprannominati mastri di l’oru, anch’essi nella
leggenda). Quando il lavoro arrivò alla conclusione, il tempio che
apparve alla vista di tutti era davvero meraviglioso, incomparabile
e insuperabile. Il Re Guglielmo II "il Buono", detto anche
"imperatore", morì serenamente, dopo aver visto concluso il
capolavoro da lui ordinato. Il duomo di Monreale, di cui tutti i
Siciliani vanno orgogliosi, è talmente bello, che si dice che «chi
va a Palermo, e non va a Monreale, ci va asino, e torna animale».
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