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 Il ficodindia dell'Etna (DOP)

Il ficodindia dell'Etna
Notizie storiche sulla pianta
La diffusione di una pianta infestante
La produzione DOP
Gli usi in cucina
La cultura del ficodindia
Adrano
Adrano dal medioevo ad oggi
La Torre normanna di Adrano
Biancavilla
Il teatro a Biancavilla ed in Sicilia
San Cono
Chiese a San Cono
 
     
  Video sul ficodindia
Video su Adrano e Biancavilla
 
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     IL FICODINDIA

      Il ficodindia, frutto americano,
  
si diffuse rapidamente in tutto il
   bacino del Mar Mediterraneo,
   divenendo parte del paesaggio.
   In Sicilia la sua presenza è divenuta
   quasi simbolica dell’isola stessa.
   Scopriamolo.

   

   Biancavilla

   
     
     

 

 

Biancavilla, chiesa del Rosario dell'architetto Carlo Sada

Archenzo  - 24 agosto 2004

 
 




da Wikimedia Commons
 

  Il comune di Biancavilla è uno dei dieci comuni pedemontani, che condividono la cima dell’Etna.  Fa parte del suo territorio il cosiddetto deposito lavico conosciuto come ignimbrite di Biancavilla-Montalto. Questo ha origine nel periodo pleistocenico a seguito di eruzioni vulcaniche antiche.
L'abitato di Biancavilla, situato all'interno del Vallone San Filippo,
a 513 metri d’altitudine, ospita 23.000 persone circa. Nelle vicinanze (a circa 4 km), il territorio strapiomba sulla valle del Simeto. La sua area comunale (3.830 ettari) è inserita nel Parco dell'Etna.

Storia
La presenza di molte fonti d’acqua sorgiva e grotte di tipo vulcanico resero il territorio di Biancavilla abiyabile già in periodo preistorico. Fu abitato sicuramente sia in periodo siculo che sicano. Ciononostante, il comune venne fondato solo nel XV secolo, quando un gruppo di esuli, provenienti dai Balcani, chiese al conte Moncada di potersi stabilire nell’attuale sito. Il conte, grazie alla "licentia populandi” ottenuta dai presidenti del Regno di Sicilia gli allora Santapau e Centelles, diede l’avvio alla residenza. L’abitato prese il nome inizialmente di Callicari o Poggio Rosso. Dopo un breve periodo in cui venne chiamato "Casale dei Greci", nel 1599, il nucleo storico prese il nome definitivo di Biancavilla, forse in onore alla regina Bianca di Navarra. L’abitato cittadino registrò un forte incremento edilizio e urbanistico verso la fine del XVIII secolo.

La vita del piccolo comune fu tutt’altro che semplice. Durante i secoli seguenti alla sua fondazione, subì terremoti ed epidemie, siccittà e pericolose eruzioni dell’Etnae, oltre che diversi eventi bellici. Tant’è che nel 1948 il consiglio comunale, a causa della volontà popolare, che rendeva grazie alla Madonna dell'Elemosina della protezione goduta, consacrò la città alla Vergine Maria.
Grande importanza storica ha anche la nomina del compatrono San Placido. Nel XVII secolo (1602), l'abate del monastero di Santa Maria di Licodia, fece tumulare nella Chiesa Madre di Biancavilla i resti del Santo, ritrovati a Messina nella chiesa di San Giovanni Battista. San Placido divenne santo patrono e protettore di Biancavilla (nel 1709) da Mons. Andrea Riggio, vescovo di Catania, per averla salvata dal funesto terremoto del gennaio 1693, che colpì la Sicilia sud-orientale.

 
 

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