Il
comune di Biancavilla è uno dei dieci comuni
pedemontani, che condividono la cima dell’Etna.
Fa parte del suo territorio il cosiddetto
deposito lavico conosciuto come ignimbrite di Biancavilla-Montalto.
Questo ha origine nel periodo pleistocenico a seguito di eruzioni
vulcaniche antiche. L'abitato di Biancavilla, situato all'interno
del Vallone San Filippo,
a 513 metri d’altitudine,
ospita 23.000 persone circa. Nelle vicinanze (a circa
4 km),
il territorio
strapiomba sulla valle del Simeto. La sua area
comunale (3.830
ettari) è inserita nel Parco dell'Etna.
Storia
La presenza di molte fonti d’acqua sorgiva e grotte di tipo
vulcanico resero il territorio di Biancavilla abiyabile già in
periodo preistorico. Fu abitato sicuramente sia in periodo siculo
che sicano. Ciononostante, il comune venne fondato solo nel XV
secolo, quando un gruppo di esuli, provenienti dai Balcani, chiese
al conte Moncada di potersi stabilire nell’attuale sito. Il conte,
grazie alla
"licentia populandi” ottenuta dai presidenti del Regno di Sicilia
gli allora
Santapau e Centelles,
diede l’avvio alla residenza. L’abitato prese il nome inizialmente
di Callicari o Poggio Rosso. Dopo un breve
periodo in cui venne chiamato "Casale dei Greci", nel 1599, il
nucleo storico prese il nome definitivo di Biancavilla, forse in
onore alla regina Bianca di Navarra. L’abitato cittadino registrò un
forte incremento edilizio e urbanistico verso la fine del XVIII
secolo.
La vita del piccolo comune fu tutt’altro che
semplice. Durante i secoli seguenti alla sua fondazione, subì
terremoti ed epidemie, siccittà e pericolose eruzioni dell’Etnae,
oltre che diversi eventi bellici. Tant’è che nel 1948 il consiglio
comunale, a causa della volontà popolare, che rendeva grazie alla
Madonna dell'Elemosina della protezione goduta, consacrò la città
alla Vergine Maria. Grande importanza storica ha anche la nomina
del compatrono San Placido. Nel XVII secolo (1602), l'abate del
monastero di Santa Maria di Licodia, fece tumulare nella Chiesa
Madre di Biancavilla i resti del Santo, ritrovati a Messina nella
chiesa di San Giovanni Battista. San Placido divenne santo patrono e
protettore di Biancavilla (nel 1709) da Mons. Andrea Riggio,
vescovo di Catania, per averla salvata dal funesto terremoto del
gennaio 1693, che colpì la Sicilia sud-orientale.
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