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 Il ficodindia dell'Etna (DOP)

Il ficodindia dell'Etna
Notizie storiche sulla pianta
La diffusione di una pianta infestante
La produzione DOP
Gli usi in cucina
La cultura del ficodindia
Adrano
Adrano dal medioevo ad oggi
La Torre normanna di Adrano
Biancavilla
Il teatro a Biancavilla ed in Sicilia
San Cono
Chiese a San Cono
 
     
  Video sul ficodindia
Video su Adrano e Biancavilla
 
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     IL FICODINDIA

      Il ficodindia, frutto americano,
  
si diffuse rapidamente in tutto il
   bacino del Mar Mediterraneo,
   divenendo parte del paesaggio.
   In Sicilia la sua presenza è divenuta
   quasi simbolica dell’isola stessa.
   Scopriamolo.

   

    La produzione DOP

   
     
     

 

 

La Sicilia vista da Reggio Calabria con dei fichidindia in primo piano

Salli - 10 giugno 2006

 
 


da Wikimedia Commons
 

  La pianta è della famiglia delle Cactacee, della specie Opuntia ficus-indica. Cresce bene nelle zone secche e aride (cresce anche in zone impervie) su terreno medio e grossolano di tipo lavico, che non hanno bisogno di manutenzioni e concimazioni particolari. La pianta, inoltre, possedendo delle difese proprie, non necessita di antiparassitari, adattandosi, quindi, ad una coltivazione biologica.
Il frutto del ficodindia può, notoriamente, avere una buccia di diverso colore, che ne contraddistingue la varietà (è spinosa sulla pianta) ed ha una polpa dolce e piena di piccoli semi legnosi. Il frutto, infatti, non va masticato, ma assaporato.

La pianta non possiede un tronco, ma solo foglie carnose. Queste, chiamate pale, producono il tipico frutto spinoso. La riproduzione si ottiene interrando i rami per i loro due terzi. La produzione del frutto del ficodindia si ottiene seguendo tecniche e cure secolari. La pianta ha una doppia produzione. Verso maggio e giugno la prima di frutti verdi, che viene sottoposta alla tecnica chiamata di scozzolatura, che consiste nell’eliminazione dei frutti fioriti, per ottenere un frutto migliore di sapore e quantità. La seconda produzione si ha da settembre a dicembre. Da essa si ottiene il frutto che conosciamo, chiamato in dialetto fioroni.

La raccolta, l’immagazzinato e l’impacchettatura avviene seguendo la procedura detta "senza spine" che lo caratterizza. Naturalmente il ficodindia dell’Etna DOP deve possedere, anche, caratteristiche specifiche di cultivar, di colore, forma e qualità, che lo contraddistinguono ulteriormente.
Le varietà del ficodindia (cultivar) sono diverse e si contraddistinguono per il colore della buccia del frutto: dal colore giallo-arancio (nostrale); dal colore rosso fuoco (sanguigna) e dal colore bianco (musaredda e sciannina).
 
 

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