Il paese di Aci Trezza, oggi accorpato a quello di Aci
Castello (dal 1828), nasce alla fine del XVII secolo. Venne fondato
da Stefano Riggio Santo Stefano principe di Campofiorito (Pa),
vicario del viceré Francesco Fernandez de La Cueva duca di
Alburquerque nel
1669, come zona a riparo dalle eruzioni dell’Etna, dove, infatti,
sfollarono parecchi abitanti dell’intorno. L’area era di proprietà
dello stesso Riggio dal 1651, e comprendeva anche Aci
Sant'Antonio e San Filippo. Divenne un piccolo centro marittimo
che nel XVIII contava solo 150 abitanti. Aci Trezza rimase nei
secoli proprietà della famiglia dei Riggio fino al 1792, quando il
feudo divenne libero. Nel 1812 il feudalesimo venne abrogato in
Sicilia e quindi terminò la proprietà dei principi d’Aci. L’ultimo
esponente della famiglia Riggio (che con lui si estinguerà) fu
Giuseppe Riggio Grugno, che morirà a Palermo, nel 1820, decapitato
dai rivoltosi.
Oggi Aci Trezza è un piccolo porto
peschereccio, ma la zona è famosa per il suo straordinario
paesaggio. Di questo fanno parte i faraglioni di Polifemo . Sono
otto scogli di pietra lavica, legati alla leggenda dell’Odissea. A
400 metri dalla costa vi è l'Isola Lachea, identificata
nell’immaginario del racconto omerico con l’Isola delle Capre. Su di
essa attualmente è situata una stazione di biologia dell'Università
di Catania.
Il
piccolo borgo gode di grande popolarità, essendovi stato ambientato
da Giovanni Verga il romanzo de
I Malavoglia (del 1881).
Nel 1948, invece, vi fu girato il film, capolavoro neorealista,
La terra trema di Luchino Visconti e Antonio
Pietrangeli. Per le riprese furono utilizzate come attori persone
del posto, in stile neorealista
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