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Isola delle Femmine
e le
Aree Marine Protette siciliane

 

 
Introduzione. Le Aree Marine Protette

Isola delle Femmine e la sua denominazione

L’isolotto nella storia

Le Riserve naturali orientate  

L’Area naturale marina protetta
Capo Gallo - Isola delle Femmine

Flora e fauna sui fondali della Riserva palermitana

I punti di interesse della riserva narina

 

 

 

 

Isola di Ustica

Riserva naturale marina Isola di Ustica
Aci Trezza
Riserva naturale marina Isole dei Ciclopi
Area naturale marina protetta del Plemmirio
Nelle Isole Egadi
Nelle Isole Pelagie
La futura Riserva marina di Milazzo
 
Video sulle Aree marine protette
Video sulle Aree marine protette / 2

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ISOLA DELLE FEMMINE

      La tutela e la valorizzazione delle
    risorse biologiche e
geomorfologiche
    delle Aree Marine Protette ci consegna
    piccole zone incontaminate di natura,
    come gioielli nascosti, ma vivi e
    palpitanti, tutti da scoprire.

   

   I punti di interesse
   della riserva narina

   
     
     

 

 
Grotta dell'Olio - Area Marina Protetta Capo Gallo, Palermo

Alberto Romeo - 19 Aprile 2008
 

 
 


da Wikimedia Commons

 

  La Grotta dell'Olio si trova compresa all'interno della Zona B, e può essere visitata solo solo con immersioni autorizzate. La grotta, d’origine carsica, è posta alla base della falesia del Malpasso, vicino alla zona A di Capo Gallo.
Con una volta a cupola, che raggiunge anche i 10 m, presenta un'ampia fenditura che permette l’illuminazione naturale del suo interno. I raggi del sole illuminano il fondale coperto da sabbia bianca, che riflettendoli danno all’acqua un bellissimo colore turchese.
L’ingresso ad arco è parzialmente sommerso ed ha le pareti popolate da coralligeno e attinie, mentre i sassi, caduti dalle pareti sul fondale, sono di colore bianco, essendo coperti di spugne di tale  colore.
Nel suo aspetto la grotta  ricorda decisamente la famosissima Grotta azzurra di Capri.

La Grotta della Màzzara
fu scoperta nel corso degli anni ’60 dal fotografo subacqueo Alberto Romeo. Deve il suo nome da un’anfora ritrovata in prossimità del suo ingresso, che i pescatori del luogo chiamavano mazzarra.
L’ingresso è posto sotto l’acqua ad un metro circa di profondità ed introduce ad una angusta e buia  galleria sommersa lunga circa 100 metri. Al termine si apre la grotta nella sua bellezza, con una vasta volta emersa fornita di una piccola spiaggia fatta di ciottoli. Presenta suggestive stalattiti e stalagmiti, prodotte dallo sgocciolamento di acqua dolce dal soffitto. Un tempo era popolata da murene e corvine. Oggi sono presenti solo gamberi e gamberetti.
E’ ubicata nella Zona A della riserva.
La Grotta dell'Olio e la Grotta della Màzzara, oltre a tante altre presenti nella riserva marina,
nell’antichità furono abitate anche dall’uomo- Attenti scavi archeologici hanno svelato graffiti parietali, e  altri reperti preistorici, molto significativi.

I Finistruna (finestroni) di Isola delle femmine è un altro dei punti notevoli e di grande interesse dell’area marina protetta palermitana. Deve il suo nome ai pescatori locali, poiché per individuarla (si trova a circa 300 metri a nord dell'isolotto di Isola delle Femmine) si riferivano alla finestra della torre che sorge sull’isolotto e che guarda proprio questo tratto di mare.
Posta tra il piano infralitorale e il piano circalitorale, in un punto in cui il fondale passa bruscamente dai -30 ai -55, è una grande parete perpendicolare che presenta, a circa 40 metri di profondità, concrezioni di diversi tipi di coralli e ricca di antozoi, soprattutto, di coralli rossi. Questo punto viene denominato la tettoia.

Ad est dell'isolotto di Isola delle Femmine, ad una profondità di circa 30 m, è ubicata la Secca Palidda. E’ una terrazza rocciosa, che presenta colonie di notevoli dimensioni di gorgonie gialle e spirografi.

Immancabile, ma suggestivo, è la presenza di un relitto sprofondato sul fondale sabbioso della riserva. Non si tratta di una nave, ma di
uno Junkers-52, areo tedesco abbattuto nel corso della seconda guerra mondiale. Come ogni relitto che si rispetti, è utilizzato da parecchi gronghi, polpi e murene come rifugio protetto, dove nascondersi.

 

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