La
Grotta dell'Olio si trova compresa all'interno della Zona B, e può essere visitata solo solo
con immersioni autorizzate. La grotta, d’origine carsica, è posta
alla base della
falesia del Malpasso, vicino alla zona A di Capo Gallo.
Con una volta a cupola, che raggiunge anche i 10 m, presenta
un'ampia fenditura che permette l’illuminazione naturale del suo
interno. I raggi del sole illuminano il fondale coperto da sabbia
bianca, che riflettendoli danno all’acqua un bellissimo colore
turchese. L’ingresso ad arco è parzialmente sommerso ed ha le
pareti popolate da coralligeno e attinie, mentre i sassi, caduti
dalle pareti sul fondale, sono di colore bianco, essendo coperti di
spugne di tale colore.
Nel suo aspetto la grotta
ricorda decisamente la famosissima Grotta azzurra di Capri.
La Grotta della Màzzara
fu scoperta nel corso degli anni ’60 dal fotografo subacqueo Alberto
Romeo. Deve il suo nome da un’anfora ritrovata in prossimità del suo
ingresso, che i pescatori del luogo chiamavano mazzarra.
L’ingresso è posto sotto l’acqua ad un metro circa di profondità ed
introduce ad una angusta e buia galleria
sommersa lunga circa 100 metri. Al termine si apre la grotta nella
sua bellezza, con una vasta volta emersa fornita di una piccola
spiaggia fatta di ciottoli. Presenta suggestive stalattiti e
stalagmiti, prodotte dallo sgocciolamento di acqua dolce dal
soffitto. Un tempo era popolata da murene e corvine. Oggi sono
presenti solo gamberi e gamberetti. E’ ubicata nella Zona A della
riserva. La Grotta dell'Olio e la Grotta della Màzzara, oltre a
tante altre presenti nella riserva marina, nell’antichità
furono abitate anche dall’uomo- Attenti scavi archeologici hanno
svelato graffiti parietali, e altri
reperti preistorici, molto significativi.
I Finistruna (finestroni) di Isola delle femmine è un altro dei
punti notevoli e di grande interesse dell’area marina protetta
palermitana. Deve il suo nome ai pescatori locali, poiché per
individuarla (si trova a circa 300 metri a nord dell'isolotto di
Isola delle Femmine) si riferivano alla finestra della torre che
sorge sull’isolotto e che guarda proprio questo tratto di mare.
Posta tra il piano
infralitorale e il piano circalitorale, in un punto in cui il
fondale passa bruscamente dai -30 ai -55, è una grande parete
perpendicolare che presenta, a circa 40 metri di profondità,
concrezioni di diversi tipi di coralli e ricca di antozoi, soprattutto, di coralli rossi. Questo punto viene
denominato la tettoia.
Ad est dell'isolotto di
Isola delle Femmine, ad una profondità di circa 30 m, è ubicata
la Secca Palidda. E’ una
terrazza rocciosa, che presenta colonie di notevoli dimensioni di
gorgonie gialle e
spirografi.
Immancabile, ma suggestivo, è la presenza di
un relitto sprofondato sul fondale sabbioso della riserva. Non si
tratta di una nave, ma di uno
Junkers-52, areo tedesco abbattuto nel corso della seconda guerra
mondiale. Come ogni relitto che si rispetti, è utilizzato da
parecchi gronghi,
polpi e murene come rifugio protetto, dove nascondersi.
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