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Isola delle Femmine
e le
Aree Marine Protette siciliane

 

 
Introduzione. Le Aree Marine Protette

Isola delle Femmine e la sua denominazione

L’isolotto nella storia

Le Riserve naturali orientate  

L’Area naturale marina protetta
Capo Gallo - Isola delle Femmine

Flora e fauna sui fondali della Riserva palermitana

I punti di interesse della riserva narina

 

 

 

 

Isola di Ustica

Riserva naturale marina Isola di Ustica
Aci Trezza
Riserva naturale marina Isole dei Ciclopi
Area naturale marina protetta del Plemmirio
Nelle Isole Egadi
Nelle Isole Pelagie
La futura Riserva marina di Milazzo
 
Video sulle Aree marine protette
Video sulle Aree marine protette / 2

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ISOLA DELLE FEMMINE

      La tutela e la valorizzazione delle
    risorse biologiche e
geomorfologiche
    delle Aree Marine Protette ci consegna
    piccole zone incontaminate di natura,
    come gioielli nascosti, ma vivi e
    palpitanti, tutti da scoprire.

   

    Isola delle Femmine e la sua
    denominazione

   
     
     

 

 
Veduta da Carini della zona di Isola delle Femmine

Enzian44 - 2 ottobre 2007
 

 
 


da Wikimedia Commons

 

  Isola delle Femmine è un piccolo comune di circa 7.000 persone del palermitano.
L’origine del curioso nome non è certa: diverse sono le leggende, diverse sono le interpretazioni storiche. Certamente la denominazione del comune deriva da quella dell’isolotto posto di fronte, sormontato da una torre d’avvistamento, ormai, però, diroccata.
Una delle leggende vuole che sull’isolotto sorgesse un carcere femminile, ma di questo, nonostante diverse ricerche, non se ne è trovata traccia. Altre interpretazioni individuano questa prigione nella stessa torre d’avvistamento.
Un'altra leggenda narra del conte di Carini, che, innamoratosi di una donna del luogo, la teneva prigioniera sull’isolotto. Questa, non ricambiando l’amore, in una notte buia e di terribile tempesta, si gettò tra i flutti, affogando. La leggenda vuole che nell’anniversario del suicidio si odano ancora le sue grida disperate.
Un’altra ricerca sul toponimo vuole che, siccome una volta l’isola era chiamata
"insula fimi, essa prese il nome da un certo Eufemio, un navigante che sostava ripetutamente sull'isola. Per altri sudiosi Eufemio sarebbe uno storico governatore bizantino della Sicilia.

Ma esiste un'ulteriore fantasiosa leggenda che si lega, non solo al toponimo, ma pure alla fondazione degli abitati di Isola delle Femmine e di Capaci. Questa narra che tredici fanciulle turche, colpevoli di non si sa quali colpe, vennero ripudiate dalle famiglie. Furono punite: imbarcate su una nave senza nocchiero, e abbandonate in mare al loro destino. Dopo giorni e giorni, la nave alla deriva approdò proprio sul nostro isolotto. Sbarcate, vissero alla menopeggio. Intanto le famiglie turche ne piangevano la scomparsa. Non potendo sopportare oltre, si misero in mare alla ricerca delle fanciulle. Caso volle che le ritrovarono. Ricongiunte le famiglie, anziché tornare in oriente decisero di risiedere sulla terraferma di fronte l’isola. Così fondarono Capaci (“qui la pace”) e l’isolotto mantenne il toponimo “Isola delle femmine” in ricordo delle tredici ragazze.

Nonostante il fiorire di leggende, possediamo uno scritto storico che ne parla. Plinio il Giovane in una lettera spedita all’imperatore Traiano, riporta la strana diceria che in questa parte della Sicilia vi erano bellissime fanciulle che si offrivano in premio ai vincitori di battaglie.

Sulla derivazione linguistica del nome, alcuni studiosi individuano l’origine nel nome latino "Fimis" , o una traduzione dell'arabo "fim" (“la bocca”), indicante il canale che divide l'isola dalla terraferma. 

 

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