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Isola delle Femmine
e le
Aree Marine Protette siciliane

 

 
Introduzione. Le Aree Marine Protette

Isola delle Femmine e la sua denominazione

L’isolotto nella storia

Le Riserve naturali orientate  

L’Area naturale marina protetta
Capo Gallo - Isola delle Femmine

Flora e fauna sui fondali della Riserva palermitana

I punti di interesse della riserva narina

 

 

 

 

Isola di Ustica

Riserva naturale marina Isola di Ustica
Aci Trezza
Riserva naturale marina Isole dei Ciclopi
Area naturale marina protetta del Plemmirio
Nelle Isole Egadi
Nelle Isole Pelagie
La futura Riserva marina di Milazzo
 
Video sulle Aree marine protette
Video sulle Aree marine protette / 2

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ISOLA DELLE FEMMINE

      La tutela e la valorizzazione delle
    risorse biologiche e
geomorfologiche
    delle Aree Marine Protette ci consegna
    piccole zone incontaminate di natura,
    come gioielli nascosti, ma vivi e
    palpitanti, tutti da scoprire.

   

    L’Area naturale marina
    protetta Capo Gallo
    - Isola delle Femmine

   
     
     

 

 
Distesa di Posidonia oceanica

Giuseppe Melfi - 28 ottobre 2007
 

 
 




da Wikimedia Commons

 

  L'Area naturale marina protetta Capo Gallo - Isola delle Femmine è unìarea marina posta tra i comuni di Palermo e Isola delle Femmine di 2.173 ha di mare. Istituita dalla Regione Siciliana nel 2002 è gestita provvisoriamente dalla Capitaneria di Porto di Palermo.
L’area è suddivisa, secondo la metodologia applicata in Italia,
in 3 zone denominate zona "A", zona "B" e zona "C"
La zona "A"
(vasta 77 ha) è individuata in due zone: quella ad ovest di Capo Gallo e nel settore nord-orientale dell’Isola delle Femmine. La zona A è quella di massima protezione e controllo, essendo vietata persino la balneazione e l’accesso di qualsiasi tipo di imbarcazione.
La zona B
(vasta 242 ha) è suddivisa in tre parti, due delle quali prossime alle due zone A. La terza area si estende tra Punta Catena e Punta Matese. In questi settori è permessa la balneazione ed è consentita la sosta di barche, ma solo per mezzo di apposite boe preparate dalla capitaneria.
Infine la zona C
(vasta 1.854 ha) che pur essendo compresa nei confini dell’area protetta, è di riserva solo parziale, dove è permessa la balneazione e il passaggio libero dei natanti.

Aspetti geologici
Dalla spiaggia il fondale marino discende con un andamento “a gradoni”. Sscende gradualmente fino ad una profondità 18  m, qui subisce un taglio e raggiunge i 20 o 30 m di profondità, per poi digradare ancora dolcemente. La cosa si ripete più al largo con un brusco passaggio dai 30 ai 40 m di profondità.
La caratteristica a livello geologico denuncia la progressiva erosione delle coste da parte del mare sviluppatasi nel corso dei millenni. Ogni livello di frattura rappresenta, infatti, la quota della spiaggia precedente, prima dell’innalzamento dei mari.

 

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