MAZARA
DEL VALLO
"Sono tornato a farvi sentire
cosa fece il Conte
Ruggero, che adorava Cristo e la Sua
fede, insieme a quattrocento
cavalieri. C'erano a Mazara tanti
saraceni, solo Mokarta alzava gli
stendardi. Ci fu una guerra, l'avete
sentito dir
Perse Mokarta, e chi vinse? Ruggero.
(brano dei cantastorie ritrovato da G. Pitrè)
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La vita
semplice di Portopalo di Capo Passero.
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La pesca è un’attività comune a moltissimi paesi siciliani, al di là
delle grandi flottiglie di Mazara del Vallo. Ad esempio portiamo il
piccolo paese (di circa 3.000 abitanti) di Portopalo di Capo
Passero. Esso è posto a sud della Sicilia, sul punto che separa
lo Jonio ed il Mediterraneo. E’ il comune più a sud dell'isola
siciliana e risulta, persino, al di sotto del parallelo di Tunisi
Sono presenti sulla sua costa due isole: l'isola di Capo Passero
(distante qualche decina di metri dalla terraferma) e l'isola delle
Correnti (distante pochi
chilometri) Sull'isola di
Capo Passero è presente la fortezza spagnola, caratterizzata da una
grande statua di bronzo della Madonna
Il suo territorio fu abitato da sempre.
Inizialmente prese il nome di "Capo Pachino", poi "Terra Nobile" ed
infine quello odierno di "Porto Palo". Portopalo di Capo Passero, è
divenuto comune autonomo solo nel 1975, su delibera
approvata dall’Assemblea regionale.
Da sempre esso è stato caratterizzato da una
economia fatta di agricoltura, pesca (e pastorizia, nei tempi
antichi). Sullo Jonio, infatti, è situato il piccolo borgo marinaro.
Portopalo fu fondata da Don Deodato e Moncada da Noto, ma andò
sviluppandosi verso la fine del Settecento. Il primo borgo ( il
cosiddetto "comunello"). era abitato da circa trecento tra
contadini, pastori e pescatori, Quasi tutte le bianche case di
Portopalo avevano un piccolo spazio ("u bagghiu") utilizzato come
stalla. In effetti i suoi abitanti utilizzavano la giornata per
coltivare i campi, per poi, fatta sera, prendere il largo e
trasformarsi in pescatori (al "cianciòlo).Era il loro modo “di far
quadrare i conti”. Poiché non vi era acqua corrente (parliamo degli
anni trenta del secolo scorso) le donne lava vano i panni al pozzo
comunale vicino al castello Bruno di Belmonte.
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