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Mazara del Vallo e la pesca in Sicilia.  

 
Introduzione

L'alba fenicia di Mazara del Vallo

Arabi e Normanni: grandi costruttori

Mazara del Vallo nel basso Medioevo

Gli Aragonesi e la Guerra dei Novant'anni

Il Satiro di Mazara, ambasciatore d'Italia

 

Lo zolfo del Porto di Licata

Porto Empedocle, il Porto di Agrigento

 


Il Porto di Pozzallo e la Torre Cabrera
La vita semplice di Portopalo di Capo Passero
 
La bottarga di Marzamemi
Le "cozzole" dei laghi di Ganzirri
La pesca del pescespada nello Stretto di Messina
Ristrutturare Tonnare abbandonate
 
Video su Mazara del Vallo
Video sulla pesca in Sicilia

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MAZARA DEL VALLO

      "Sono tornato a farvi sentire
    cosa fece il Conte Ruggero,
    che adorava Cristo e la Sua fede,
    insieme a quattrocento cavalieri.
    C'erano a Mazara tanti saraceni,
    solo Mokarta alzava gli stendardi.
    Ci fu una guerra, l'avete sentito dir
    Perse Mokarta, e chi vinse? Ruggero. 
   
(brano dei cantastorie ritrovato da G. Pitrè)

   

   Gli Aragonesi e la guerra
   dei Novant’anni.

   
     
     

 

 
Ingresso della Cattedrale da Piazza della Repubblica a Mazara del Vallo

Morgan Sand  - 3 Aprile 2009
 

 
 



da Wikimedia Commons

 

  Il Re aragonese, tra le prime iniziative, divise la Sicilia in sei province capeggiate dai massimi esponenti della rivolta, Erano quelle di Palermo, Mazara, Girgenti, Noto, Geraci, Castrogiovanni. A capo di quella mazarese vi era il già citato Ugone Talach, a cui subentrò successivamente il pisano Gerardo Bocho. Mazara contribuì alla guerra inviando vettovaglie, somme di denaro e un piccolo contingente di uomini, soprattutto arcieri e cavalieri.
Ripartito Pietro III per la Spagna, il regno di Sicilia fu affidato al figlio Giacomo II, Questi prese importanti decisioni militari ed economiche. Furono riavviati il settori produttivi e commerciali. Mazara nel periodo, esportava frumento verso Pisa e rrano, cotone grezzo e lana verso la Spagna.
Con accordi di La Jonquera (1293), firmati da Giacomo II d'Aragona, il re passò il castello di Mazara al papato. Quando , il 3 novembre 1295, arrivò a Mazara l’ordinanza di eseguire il passaggio di proprietà, la cittadinanza, invece di giurare fedeltà al Papa, si rivolse al parlamento di Catania, che il 15 gennaio 1296 proclamò Federico III d'Aragona Re dell’isola. Fu incoronato, infatti, a Palermo  il 25 marzo 1296.

In realtà la guerra con gli Angioini non era conclusa e Federico III cercò di dare forza al suo schieramento. Poiché i francesi effettuavano incursioni sulla costa siciliana (in particolare nell’area tra Trapani e Mazara), decise il consolidamento della flotta e delle difese e di avvistamento sulle coste. Inoltre  istituì la coscrizione nell’esercito. Nella battaglia di Falconara, del 1 dicembre 1299, sul territorio di Marsala, sorretto da soldati mazaresi, il re aragonese ottenne una grande vittoria, riuscendo, anche, a fare prigioniero Filippo I d'Angiò. Il Re francese fu subito rinchiuso nel vicino castello di Mazara.
Dopo la firma dalla pace di Caltabellotta (1302), le trattative con il papato portarono ad una tregua (1317). Federico III approfittò della cessazione (temporanea) delle ostilità, per rinforzare tutte le difese costiere siciliane, anche con la costruzione di nuove torri. Durante questo periodo il Re con la regina Eleonora soggiornò a Mazara. L’ 8 maggio 1318, nacque in città il suo quartogenito, Ruggero, che venne battezzato proprio nella sua Cattedrale. L’evento fu rappresentato in un dipinto, posto nella Cappella del Battistero. Di questo furono fatte due copie. Ne rimane solo una, che si può ammirare nel museo diocesano ( il dipinto originale andò perduto nel 1477 in un parziale crollo dell’edificio sacro). Sempre nella Cattedrale mazarese si era da poco svolta, il 24 marzo 1318, una riunione del Parlamento siciliano. Sempre a Mazara furono emanati decreti su nuovi privilegi per le città di Palermo e Sciacca.
Dopo circa un anno  Federico III fece ritorno a Palermo, ma non dimenticò Mazara. Infatti, il 14 luglio 1318.emanò una serie di privilegi anche per essa. Furono aboliti tutti i tributi regi, i diritti di dogana e di fondaco, per qualsiasi merce, ed istituita una fiera franca della durata di un mese (dal 21 luglio al 21 agosto), , libera da ogni tipo di tassazione. I mazaresi ebbero anche il permesso di usufruire della legna ricavata dai boschi di Birribada e Castelvetrano

 

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