Tra i più bei
palazzi di Ragusa superiore possiamo annoverare
palazzo Zacco del barone Melfi, il cui scudo araldico è
presente nella testata d’angolo tra le due strade che fronteggiano i
prospetti del palazzo. Di stile barocco-rococò è tra le costruzioni più
creative e sorprendenti della città. Tra mascheroni grotteschi e figure
fantastiche, tra balconi con ringhiere mistilinea in ferro battuto e il
portone d'ingresso costeggiato da due colonne dai capitelli corinzi, i due
prospetti sorprendono per la fantasia e l’innovazione stilistica. Un palazzo
così particolare non poteva che divenire sito del museo delle tradizioni
ragusane. È, invece, la più grande costruzione della fine del XVIII
secolo di Ragusa, Palazzo Schininà di Sant'Elia,
tanto grande da coprire
un intero isolato. Tale l’ampiezza che è contenuto al suo interno un
cortile in cui uno splendido scalone conduce ai portici del piano nobile.
L’edificio del barone Mario Leggio Schininà, marchese di Sant'Elia, fu il
primo sindaco di Ragusa superiore. Pur non essendo stato mai ultimato, il
palazzo possiede una decorazione notevole per bellezza e preziosità.
L’ampiezza ha permesso di cedere l’ala nord alla diocesi, che vi ha allocato
la sede del vescovado e diversi uffici amministrativi. Costruito nel
1778, Palazzo Sortino-Trono
occupa una porzione delle mura dell'antico castello. La
facciata domina la piazza degli archi e si prospetta sulla balconata.
Caratteristico del barocco siciliano, presenta giochi coloristici prodotti
dalla pietra calcarea con intarsi e grandi mensole in pietra pece.
Edificato nella prima metà del Settecento, Palazzo Nicastro delimita
una piazzetta, unica via d'accesso, al tempo, al quartiere alto di Ragusa.
Il suo particolare di maggior valore è la grande tribuna contenuta da due
alte lesene. Divenne sede della cancelleria comunale. Nel 1724,
probabilmente, Rosario Gagliardi iniziò la costruzione di Palazzo
Battaglia, commissionato dalle
famiglie nobiliari Battaglia e Giampiccolo. Di queste famiglie
rimane il grande scudo araldico con gli stemmi sulla cornice del balcone
centrale dei tre presenti sulla severa facciata,
orientata verso la chiesa della SS. Annunziata.
Sempre della fine del
XVIII secolo è Palazzo Bertini,
caratteristico per i suoi mascheroni. Tra questi la triade che
raffigura tre personaggi propri della società del secolo: il mendicante, il
nobile e il mercante. Ogni figura presenta dettagli ironici e graffianti,
tali da definirli per classe sociale. Anche Palazzo Cosentini,
del barone Raffaele
Cosentini, ha per caratteristica mascheroni e decori su personaggi sia di
ricchi musici e poveri, a seconda si guardi uno dei tre balconi del
prospetto. Intorno al 1765, il
barone La Rocca di S. Ippolito costruì Palazzo La Rocca.
Sette balconi, sorretti ognuno da tre mensole in pietra pece, sono
ampiamente decorati da personaggi antropomorfi. Grande è la fantasia delle
raffigurazioni: il suonatore di liuto, il flautista, la popolana col bambino
due figure che si abbracciano, ed altri.
Nel 1850 gli aristocratici ragusani decisero di munirsi di un Circolo
di conversazione dove
incontrarsi. Differentemente dal solito, essi fecero costruire appositamente
un edificio atto a tale scopo. Di un solo piano, in stile neoclassico, esso
è adornato della sua semplicità. Presenta tre porte con bassorilievi
nel prospetto, non più lungo di 10 metri, paraste scanalate con capitelli
dorici, un rifascio con triglifi e, sul cornicione, lo stemma della città di
Ragusa. All’interno presenta un bellissimo salone delle feste, il cui
soffitto è stato affrescato, con un'allegoria delle arti e delle scienze,
alla fine dell’Ottocento, dal ragusano Tino Del Campo.
È chiamato anche Caffè dei cavalieri. |