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”Mentre
sepolto in un profondo sonno Colà posava il travagliato Ulisse,Minerva al
popol de' Feaci e all'alta Lor città s'avvïò. Questi da prima Ne' vasti d'Iperèa
fecondi piani Far dimora solean, presso i Ciclopi, Gente di cuor superbo, e
a' suoi vicini Tanto molesta più quanto più forte. Quindi Nausitoo,
somigliante a un dio, Di tal sede levolli, e in una terra, Che dagli uomini
industri il mar divide, Gli allogò, nella Scheria; e qui condusse Alla
cittade una muraglia intorno.[..] Alte vi crescon verdeggianti piante, Il
pero e il melagrano, e di vermigli Pomi carico il melo, e col soave Fico
nettáreo la canuta oliva. Né il frutto qui, regni la state, o il verno, Pêre,
o non esce fuor: quando sì dolce D'ogni stagione un zeffiretto spira, Che
mentre spunta l'un, l'altro matura.” (Omero,
Odissea) Camarina (o Kamarina) fu un’antichissima città fondata da Siracusani,
guidati da Daskon e Menekleos,nel 528 a.C.. come centro avanzato della loro
politica espansionistica, dopo gli avamposti di Akrai e di Casmene. La
fondazione è testimoniata dall'emissione di una moneta con un elmo corinzio
e una palma mediterranea. Il porto della città fu ottenuto dal drenaggio di una zona paludosa, da
qui il nome della ninfa Kama(rina) ed il simbolo della rinascita con il
Cigno. La città greca, citata da Pindaro, Tucidite, Polibio e Diodoro, ebbe una
vita travagliata e nel giro di tre secoli circa fu distrutta più volte. Per
la sua posizione geografica venne a trovarsi in quanto città dì frontiera
coinvolta nelle lotte tra Siracusani e Gelesi. Una prima volta fu dunque distrutta poiché si ribellò ai Siracusani, che
la rasero al suolo. Fu riedificata da Ippocrate, tiranno di Gela, che l'ebbe
in cambio di molti Siracusani prigionieri. Camarina tornò all'antico
splendore. Ma tramando politicamente contro Siracusa, fu distrutta una
seconda volta da Gelone, con conseguente deportazione dei suoi abitanti. Ne
approfittarono i Gelesi, che occuparono il territorio allettati
dall'opportunità di trovarlo spopolato. I Gelesi dunque le dettero nuova
vita, ma alleatisi con i Cartaginesi nel corso della prima guerra punica
contro i Romani, furono da questi battuti e la città soggiogata e da quel
momento abitata da una piccola colonia romana. Fu saccheggiata dai Mamertini
nell'anno 280 a.c. Dopo la distruzione operata dai Romani nel 258 a.C. la
città non si riprese più e i luoghi circostanti furono occupati da paludi e
da boscaglia. La città venne progressivamente abbandonata dai suoi abitanti,
che si spostarono nel nuovo porto nella vicina Kaukana (Punta Secca) e
all'interno della Sicilia. Nell'area del tempio trasformato in chiesa
persistette tuttavia un piccolo villaggio. |
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