Le Confraternite sono alla base delle celebrazioni
pasquali in Sicilia. Non manca paese che abbia le proprie, con
colore e abbigliamenti diversi da città a città. I devoti confrati
hanno il compito spesso di portare a spalla i pesanti fercoli, le
vare e i “Misteri”, a seconda la celebrazione, offrendosi volontari
e dandosi il cambio per riprendere le forze. E’ una presenza tipica,
che fa parte di una lunga tradizione, e che caratterizza
suggestivamente molte processioni pasquali. Ad Enna, ad esempio, le
15 confraternite con i loro 3000 circa affiliati, che portano ognuno
una fiaccola, crea uno spettacolo a parte all’interno della
manifestazione religiosa. In genere, comunque, sono l’esempio della
fede e dell’attaccamento alle tradizioni del proprio paese.
Le confraternite derivavano dalle confradias
spagnole, durante la dominazione di questi ultimi in Sicilia (che va
dal
XV secolo fino
al 1700). Esse furono investite dai re iberici, molto legati alla Chiesa, di
grandi onori e poteri a livello sociale, facendo da tramite con le
popolazioni. Le maggiori, per numero di adepti e prestigio, furono
insignite delle onorificenze di Venerabile, Regale,
Nobile e Lata. Il potere che queste avevano sul
territorio è dimostrato dal fatto che i Rettori, a capo delle
confraternite, eletti tra i più anziani, nel giorno
dei festeggiamenti
per il Santo Patrono del gruppo potevano concedere la grazia a tre
condannati, anche alla morte. Il Rettore presiedeva
tutte le assemblee della confraternita ed entrava di diritto
a far parte del Civico Senato. Ad esso spettavano i
titoli d'onore di
Monsignore, Procuratore e Governatore.
Le confraternite, che si occupavano
di carità e di assistenza agli ammalati, non erano organizzazioni
folcloristiche. Grazie a
lasciti, ex voto,
donazioni provenienti dagli associati più agiati e non,
vantavano un’ampia amministrazione finanziaria e di beni agricoli ed
edilizi, tanto da essere fornite di
un cassiere, che si
occupava del bilancio, e di un segretario. Tra le
confraternite ennesi, citiamo:
del Collegio del
Santissimo Salvatore, del Collegio di S.Maria La Nuova, di San
Giuseppe, dell’Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio,
della Santissima Passione, del Santissimo Sacramento, di Maria
Santissima Immacolata, di Maria Santissima del Rosario, di Maria
Santissima di Valverde, dello Spirito Santo, di Maria Santissima
delle Grazie, del Sacro Cuore di Gesù, di Maria Santissima della
Visitazione, di Maria Santissima Addolorata e del Santissimo
Crocifisso di Pergusa.
Con l’accrescersi del numero e del potere delle confraternite ad Enna,
nel 1714, il vicerè siciliano,
Conte Annibale Maffei, istituì con un decreto il Collegio dei
Rettori delle diverse
confraternite. Per la precisione esso era denominato Consiglio
Economico delle Corporazione Religiose. Il Consiglio, riunendo
le maggiori autorità religiose, divenne ben presto l’organo
più forte ed influente della città. Ma l’aumento spropositato delle
congregazioni, soprattutto rispetto al numero degli abitanti della
città, nel 1740 se ne contavano ben 34 (tra Confraternite, Compagnie
e Collegi), creò un parallelo aumento dell’influenza politica e
decisionale del Collegio dei Rettori.. Quando lo stesso vicerè
siciliano si rese conto di dovere subire il potere di quello,
nel 1783, il vicerè
in carica si vide costretto a sciorglierlo. Il Consiglio fu
riattivato solo nel 1944, nel dopoguerra siciliano. Stavolta, però,
i poteri di esso sono limitati all’organizzazione dei riti pasquali
e alla propria amministrazione interna. I Rettori, oggi, sono in
totale 15, quanto le restanti confraternite ad Enna.
L’influenza spagnola ha caratterizzato i simboli e
l’abbigliamento stesso delle confraternite siciliane . In dialetto ennese,
infatti, la mantellina dei confrati è detta
"mantiglia",
con evidente derivazione
dal
termine spagnolo "mantillas".
L'abito tipico delle confraternite (ennesi) è composto da: camice bianco,
cingolo ai fianchi, scapolare, mantella, guanti, cappuccio con visiera (abbassate o alzate a
secondo il momento della celebrazione) e una corona di vimini sul capo,
a
simboleggiare la corona di spine del
Cristo.
Naturalmente ogni confraternita, oltre ai propri simboli è
caratterizzata da un colore specifico della mantellina: più sono le
confraternite e più è colorata la processione. |