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La Settimana Santa nei rituali siciliani.
Bullet7blu.gif (869 byte) La Settimana Santa in Sicilia
Bullet7blu.gif (869 byte) Il clou del Venerdì Santo
Bullet7blu.gif (869 byte) L’insospettabile potere delle Confraternite
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Le confraternite in processione
ad Enna

Bullet7blu.gif (869 byte) I tremila incappucciati di Enna
Bullet7blu.gif (869 byte) La processione “dei Misteri” di Trapani

Bullet7blu.gif (869 byte) Le “Maestranze” di Trapani
Bullet7blu.gif (869 byte) Il triduo pasquale di Ispica (RG)
Bullet7blu.gif (869 byte) “I Santoni” di Aidone (EN)

 

Bullet7blu.gif (869 byte) La "Festa dei Giudei" di
San Fratello (ME)

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“Il ballo dei diavoli”
di Prizzi (PA)

Bullet7blu.gif (869 byte) I riti pasquali di Augusta (SR) e Assoro (EN)
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I significati della Pasqua
Bullet7blu.gif (869 byte) I dolci siciliani di Pasqua

Bullet7blu.gif (869 byte) Video sulle Processioni
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Video sulle Processioni /2

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       LA SETTIMANA SANTA

          "…non c'è paese in Sicilia, in cui
    la passione di Cristo non riviva
    attraverso una vera e propria
    rappresentazione, in cui persone
    vive o gruppi statuari non facciano
    delle strade e delle piazze il teatro
    di quel grande dramma..."
    (Leonardo Sciascia).

   
   
     L’insospettabile potere
     delle Confraternite.
   
     
     

 

 
I confratelli incappucciati ad Enna


 

 





 

 
Le Confraternite sono alla base delle celebrazioni pasquali in Sicilia. Non manca paese che abbia le proprie, con colore e abbigliamenti diversi da città a città. I devoti confrati hanno il compito spesso di portare a spalla i pesanti fercoli, le vare e i “Misteri”, a seconda la celebrazione, offrendosi volontari e dandosi il cambio per riprendere le forze. E’ una presenza tipica, che fa parte di una lunga tradizione, e che caratterizza suggestivamente molte processioni pasquali. Ad Enna, ad esempio, le 15 confraternite con i loro 3000 circa affiliati, che portano ognuno una fiaccola, crea uno spettacolo a parte all’interno della manifestazione religiosa. In genere, comunque, sono l’esempio della fede e dell’attaccamento alle tradizioni del proprio paese.

Le confraternite derivavano dalle confradias spagnole, durante la dominazione di questi ultimi in Sicilia (che va dal XV secolo fino al 1700). Esse furono investite dai re iberici, molto legati alla Chiesa, di grandi onori e poteri a livello sociale, facendo da tramite con le popolazioni. Le maggiori, per numero di adepti e prestigio, furono insignite delle onorificenze di Venerabile, Regale, Nobile e Lata. Il potere che queste avevano sul territorio è dimostrato dal fatto che i Rettori, a capo delle confraternite, eletti tra i più anziani, nel giorno dei festeggiamenti per il Santo Patrono del gruppo potevano concedere la grazia a tre condannati, anche alla morte. Il Rettore presiedeva  tutte le assemblee della confraternita ed entrava di diritto a far parte del Civico Senato. Ad esso spettavano i titoli d'onore di Monsignore, Procuratore e Governatore.
Le confraternite, che si occupavano di carità e di assistenza agli ammalati, non erano organizzazioni folcloristiche. Grazie a lasciti, ex voto, donazioni provenienti dagli associati più agiati e non, vantavano un’ampia amministrazione finanziaria e di beni agricoli ed edilizi, tanto da essere fornite di un cassiere, che si occupava del bilancio, e di un segretario.
Tra le confraternite ennesi, citiamo:
del Collegio del Santissimo Salvatore, del Collegio di S.Maria La Nuova, di San Giuseppe, dell’Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio, della Santissima Passione, del Santissimo Sacramento, di Maria Santissima Immacolata, di Maria Santissima del Rosario, di Maria Santissima di Valverde, dello Spirito Santo, di Maria Santissima delle Grazie, del Sacro Cuore di Gesù, di Maria Santissima della Visitazione, di Maria Santissima Addolorata e del Santissimo Crocifisso di Pergusa.

Con l’accrescersi del numero e del potere delle confraternite ad Enna, nel 1714, il vicerè siciliano, Conte Annibale Maffei, istituì con un decreto il Collegio dei Rettori delle diverse confraternite. Per la precisione esso era denominato Consiglio Economico delle Corporazione Religiose. Il Consiglio, riunendo le maggiori autorità religiose, divenne ben presto l’organo più forte ed influente della città. Ma l’aumento spropositato delle congregazioni, soprattutto rispetto al numero degli abitanti della città, nel 1740 se ne contavano ben 34 (tra Confraternite, Compagnie e Collegi), creò un parallelo aumento dell’influenza politica e decisionale del Collegio dei Rettori.. Quando lo stesso vicerè siciliano si rese conto di dovere subire il potere di quello, nel 1783, il vicerè in carica si vide costretto a sciorglierlo.
Il Consiglio fu riattivato solo nel 1944, nel dopoguerra siciliano. Stavolta, però, i poteri di esso sono limitati all’organizzazione dei riti pasquali e alla propria amministrazione interna. I Rettori, oggi, sono in totale 15, quanto le restanti confraternite ad Enna.

L’influenza spagnola ha caratterizzato i simboli e l’abbigliamento stesso delle confraternite siciliane . In dialetto ennese, infatti, la mantellina dei confrati è detta  "mantiglia", con evidente derivazione dal termine spagnolo "mantillas". L'abito tipico delle confraternite (ennesi) è composto da: camice bianco, cingolo ai fianchi, scapolare, mantella, guanti, cappuccio con visiera (abbassate o alzate a secondo il momento della celebrazione) e una corona di vimini sul capo, a simboleggiare la corona di spine del Cristo. Naturalmente ogni confraternita, oltre ai propri simboli è caratterizzata da un colore specifico della mantellina: più sono le confraternite e più è colorata la processione.

 

 
 

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