Il
momento principale, come detto, della Settimana Santa ad Enna arriva
il venerdì santo con la famosa processione dei tremila confrati. E’
stato calcolato che essa attiri in città più di 20.000 persone,
rappresentando il culmine della stagione turistica ennese. La sua
importanza è tale che la Regione Siciliana ha inserito la
manifestazione nel Registro delle Eredità Immateriali
(REI) della Regione stessa, che ne finanzia l’organizzazione,
insieme alla Provincia e a tutti gli enti locali. Gode, persino, del
patrocinio della
Comunità Europea.
I riti del venerdì
santo ad Enna iniziano con la
celebrazione
eucaristica nel Duomo e la lettura del Passio Domini,
un dettagliato estratto dal
vangelo
sulla passione di Gesù. Tra gli altri riti, quello che vede i
canonici a piedi nudi percorrere la navata principale,
genuflettendosi per tre volte, come le tre cadute del Cristo. Essi
portano un cappuccio viola sulla testa, un ermellino bianco sulle
spalle e una veste che arriva sino a terra. Verso le 17, la
banda si reca alla chiesa di San Leonardo per unirsi alla
Compagnia della Passione ed unitamente ripartire in processione
verso il Duomo. Durante il tragitto si accodano le altre
confraternite, fatta eccezione per quelle del SS. Salvatore,
dell'Addolorata e di Maria SS. della Visitazione. Il corteo si ferma
davanti la Chiesetta
dell'Addolorata. Qui i fedeli trovano la statua della
Madonna Addolorata,
già posta sulla vara. I confrati dell'Addolorata porteranno
il fercolo della Vergine nel portico antistante la chiesa per la
devozione popolare. La statua della Madonna Addolorata, la cui
vara ricorda quello della "Macarena"
di Siviglia, alle 16,45 si avvia verso il Duomo lentamente,
ondeggiando, portata dai confrati al suono di una marcia funebre
suonata dalla banda. Passa per la viuzza del Mercato Sant'Antonio,
stracolma di gente, prima di immettersi sulla più ampia via Roma.
Contemporaneamente, nella parte superiore di Enna, parte l’urna del
Cristo Morto, preziosissimo e grosso lavoro di ebanisteria,
risalente al 1935, molto più pesante di quella precedente.
Ciononostante, i devoti confrati del SS. Salvatore, seguendo un
percorso stabilito dalla tradizione, portano l’urna al Duomo,
ricongiungendola, verso le 17,00, alla statua dell’Addolorata.
Dall’altra parte della città, portati dalla Confraternita della
Passione, ecco giungere al Duomo i “Mister”, cioè le
rappresentazioni della Passione di Gesù, raffigurate momento per
momento secondo la tradizione del vangelo. Nel frattempo tutte le
confraternite si sono disposte sulla piazza del Duomo, secondo un
ordine preciso (che nel 1941 fu addirittura discusso in Vaticano).
La processione è comunque aperta dalla confraternita della Passione,
che porta i “Misteri”. Essa è accompagnata dalla musica funebre di
una banda e da confratelli chiamati 'mbriachi (ubriachi), che
intonano i lamintanzi (lamenti), una specie di pianto di
dolore che celebra e
accompagna la Passione di Gesù. E’ il momento
cruciale del rito: alle 18,15, la vara della Madonna
Addolorata sale la scalinata ed entra nel Duomo dove già attende il
fercolo del Cristo Morto. Lentamente la seguono i confrati di tutte
le confraternite, sempre secondo un ordine preciso. Percorrono la
navata principale della Cattedrale per rendere onore al Cristo
Morto, uscendo dall’ingresso laterale di piazza Mazzini (passando
per il portale laterale
cosiddetto di San
Martino). Disposti, attendono solo l’inizio della grande
processione ennese.
Verso le ore 19,00 la processione ha
inizio. In testa la banda e la cosiddetta
Spina, poi il fercolo di
Gesù, seguito da quello dell’Addolorata. La
Spina è un prezioso
reliquiario in argento del XVI secolo, contenente una spina della
corona di Gesù ed un pezzo della sua croce. Esso fu donato (e
portato in processione) nel 1733 dalla principessa di S. Caterina al
Tesoro del Duomo. Tuttavia la vara della Verdine
Addolorata, scesa lentamente dalla scalinata del Duomo, attende un
poco alcentro della piazza, per poi incamminarsi, portata a spalla,
per lo stesso percorso, che vedrà al seguito i quasi 3000 confrati
incappucciati in ordinata processione. Naturalmente nella
processione vi sono le massime autorità del clero: innanzitutto il
Vescovo, che trova posto su di un baldacchino, poi monsignori e
parroci della città. Non mancano i Vescovi della provincia ennese:
quello della Diocesi di Piazza Armerina e quello di Nicosia Il
percorso della celebrazione è circa di 2 chilometri (fra i più
lunghi in Sicilia) ed attraversa l’intero centro storico di Enna. Le
migliaia di fedeli e turisti accorsi si dispongono ai lati delle
strade, riempiendo, in pratica, l’intera città. Tutta la città si è
fermata per la processione e la fiaccolata dei confratelli, colorati
di diverse tinte. Tutta Enna è stracolma di gente, raccolta
soprattutto nelle piazze toccate dalla celebrazione, da troupes
televisive e fotografi che riprendono le mosse del rito. Persino il
Belvedere di Enna, pur non toccato dalla processione, ribolle di
folla.
Alle 20,45 circa, la processione giunge allo
spiazzale antistante il
Cimitero storico. Su un angolo è stato predisposto un palco, da dove
viene impartita la solenne benedizione. Successivamente la
Santa Spina e i
fercoli entrano nella Chiesa
annessa all'ex Convento dei Benedettini, mentre nell’ampio spiazzale
attendono i confrati, che accompagneranno il percorso dei sacri
simboli nella risalita verso il Duomo, stavolta, però, a volto
scoperto. La folla, come succede, spesso precede la processione alla
ricerca di punti di sosta dove ammirare la suggestiva cerimonia
cadenzata e la fiaccolata che illumina le vie buie. Raggiunto il
Duomo, dopo la faticosa risalita, i fercoli tornano nelle loro sedi,
sempre secondo un ordine dettato dalla tradizione.
La domenica di
Pasqua ad Enna, la Resurrezione di Cristo e l’incontro con la
Madonna, vengono celebrati in un unico rito. Alle 18,00 i due
fercoli del Cristo Risorto e della Madonna tornano in piazza Duomo,
portati dai confrati del SS. Salvatore e
di San Giuseppe. I sacri Simboli, raggiunta la piazza (con la
Madonna che perde il velo nero del lutto) unitamente corrono uno
verso l’altro. La Madre ritrova il Figlio Risorto, al suono delle
campane della Cattedrale. Al termine del rito i fercoli vengono
portati all’interno della Chiesa Madre, dove rimarranno per la
settimana successiva. Il sabato seguente, infatti, si tiene la Festa
della Donna Nuova, con l’incontro processionale. Il fercolo della
Donna Nuova (cioè della Madonna non più a lutto) portato dai
confrati della relativa chiesa, trova il Cristo Risorto in un nuovo
incontro. La Domenica in Albis i due Simboli, con la cerimonia della
Spartenza (Separazione), si divideranno definitivamente.
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