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Calatafimi, dagli elini di Segesta a Garibaldi

Le origini di Segesta
La sua evoluzione storica
Il tempio ed il teatro di Segesta

La storia recente di Calatafimi
Il castello di Calatafimi
Chiese e feste religiose
Le Terme segestane
I formaggi locali

    LA BATTAGLIA
Garibaldi dopo lo sbarco a Marsala
La battaglia di Calatafimi
Sviluppi e riflessioni
Il Sacrario di Pianto Romano

Video su Calatafimi Segesta
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     CALATAFIMI SEGESTA

        Calatafimi, oggi denominata
   Calatafimi Segesta, ha nel duplice
   nome tutta la grandezza di due periodi
   storici. Dalla magnificenza degli elimi
   di Segesta, nell’antichità, alla battaglia
   avvenuta tra Garibaldi ed i borbonici,
   tappa fondamentale del nostro
   Risorgimento.

   

    Le origini di Segesta

     
     

 
   

Il tempio di Segesta


Foto da Wikimedia Commons

 






 In prossimità delle gole di Segesta, un canyon naturale formato dal fiume Caldo, è situato il sito archeologico dell’antica città di Segesta. E’ posizionato sul Monte Barbaro, nell’area del comune di Calatafimi, in provincia di Trapani.
Lo storico greco Tucidide racconta come dei profughi troiani, alla ricerca di una nuova patria, giunsero in Sicilia, fondando Erice ed Aegesta. La città avrebbe preso il nome del suo fondatore Aceste, che, probabilmente, ne divenne il primo re. Sempre secondo il mito, sarebbe stato figlio di Egesta, nobile troiana, e del dio fluviale Crimiso. Virgilio inserisce Segesta, invece, nell’Eneide. Qui l’eroe Enea fece riposare, dopo il lungo viaggio, le donne e i vecchi provenienti da Troia. Questo antico popolo venne denominato “degli Elimi”. I racconti ed altri dati, perciò, fanno risalire la presenza di Segesta già a partire dal IV secolo a.C.

Gli Elimi
La loro origine è del tutto sconosciuta. Sembra attestato che gli Elimi non originassero da popolazioni greche (da qui la rivalità con la polis di Selinunte), ma fossero una mescolanza tra popolazioni autoctone, egee e forse liguri.
Elimo, nella mitologia greca, era un figlio illegittimo di Anchise. Al seguito d’Enea giunse in Sicilia. Ebbe diversi figli. Ma il racconto mitologico va oltre. Infatti narra che il principe Elimo, alla caduta di Troia, nel 1184 a.C, prese il mare con un gruppo di compagni verso la Sicilia, dove attraccò nella regione del Crimiso. Lo accompagnava l’amico Aceste. Dalla città distrutta partì anche il principe Enea con una ventina di navi e circa tremila troiani. Sbarcati a Trapani, i due gruppi finirono per ritrovarsi. La leggenda narra che, per onorare l’incontro, fondarono due città: dal nome Elima ed Egesta. Quest’ultima, successivamente, divenne Segesta, mentre Elima diede il nome alla regione, Elimica, e alla popolazione del luogo: gli Elimi.
Tuttavia, diverse fonti storiche, quali
Ellanico e Dionisio di Alicarnasso, attestano la presenza di una popolazione autoctona, che conviveva con quella dei Sicani, “prima” dell’arrivo dall’Asia dei troiani. D’origine italica (forse genti scacciate dagli Enotri), o provenienti dalla Frigia, queste popolazioni si erano già insediate nella Sicilia occidentale già prima del sorgere della potenza militare di Micene. In questo periodo precedente si registrarono flussi di genti, provenienti dall’Epiro e dall'Illiria, verso il Veneto e la Liguria e da qui in direzione dell’Italia meridionale. E’ altrettanto probabile che non si formassero vere e proprie città, ma che vi fossero residenze diffuse sul territorio, con riferimenti a templi sacri, dedicati a divinità quali Afrodite dai Greci, Astarte dai Fenici, o Cibele dai Frigi, presso il monte di Erice.
I maggiori storici antichi attestano la derivazione troiana, o comunque Anatolica, degli Elimi. Ce lo confermano, infatti, sia  Tucidite che Plutarco.

Le principali città fondate dagli Elimi furono Erice (l’antica Erix), Segesta, Entella (nell’entroterra di Palermo) e Iaitias (nei pressi di
San Giuseppe Iato).
La città più importante per gli Elimi fu senz’altro Segesta, che, infatti, fungeva a centro politico ed amministrativo del loro territorio. Fu in continua disputa con la polis greca di Selinunte e in genere con le popolazioni d’origine greca (sconfisse Selinunte nel 580 a.C.). Ciononostante, dagli scavi archeologici si attesta una forte influenza culturale ellenica a Segesta. Si sono rinvenuti un tempio dorico e un teatro d’origine greca alla sommità del Monte Barbaro. Coincidente con il porto di Castellammare del Golfo era situato l’emporium della città.
L’importanza di Erix era, invece, collegata alla religione. Il loro centro sacro, situato sul monte che domina l’odierna Trapani, faceva perno sul santuario di
Afrodite, denominata Astarte dai Fenici e, successivamente, Venere dai Romani. Nel tempio si praticava la prostituzione sacra. L’emporium di Erix era posto sul mare a Drepanon (l’antica Trapani).

 
 

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