In
prossimità delle gole di
Segesta, un canyon naturale formato dal fiume Caldo, è
situato il sito archeologico dell’antica città di Segesta. E’
posizionato
sul Monte Barbaro,
nell’area del comune di Calatafimi, in provincia di Trapani.
Lo storico greco Tucidide racconta come dei profughi troiani, alla
ricerca di una nuova patria, giunsero in Sicilia, fondando Erice ed
Aegesta.
La città avrebbe preso il nome del suo fondatore
Aceste, che, probabilmente, ne divenne il primo re. Sempre secondo
il mito, sarebbe stato figlio di Egesta, nobile troiana, e del dio
fluviale Crimiso. Virgilio inserisce Segesta, invece, nell’Eneide.
Qui l’eroe Enea fece riposare, dopo il lungo viaggio, le donne e i
vecchi provenienti da Troia.
Questo antico popolo venne denominato “degli Elimi”. I racconti ed
altri dati, perciò, fanno risalire la presenza di Segesta
già a partire dal
IV secolo a.C.
Gli Elimi
La loro origine è del tutto sconosciuta. Sembra attestato che gli
Elimi non originassero da popolazioni greche (da qui la rivalità con
la polis di Selinunte), ma fossero una mescolanza tra popolazioni
autoctone, egee e forse liguri. Elimo, nella mitologia greca,
era un figlio illegittimo di Anchise. Al seguito d’Enea giunse in
Sicilia. Ebbe diversi figli. Ma il racconto mitologico va oltre.
Infatti narra che il principe Elimo, alla caduta di Troia, nel 1184
a.C, prese il mare con un gruppo di compagni verso la Sicilia, dove
attraccò nella
regione del Crimiso. Lo accompagnava l’amico Aceste. Dalla
città distrutta partì anche il principe Enea con una ventina di navi
e circa tremila troiani. Sbarcati a Trapani, i due gruppi finirono
per ritrovarsi. La leggenda narra che, per onorare l’incontro,
fondarono due città:
dal nome Elima ed
Egesta. Quest’ultima, successivamente, divenne Segesta, mentre Elima
diede il nome alla regione, Elimica, e
alla popolazione
del luogo: gli Elimi. Tuttavia, diverse fonti storiche, quali
Ellanico e Dionisio di Alicarnasso, attestano la presenza di
una popolazione autoctona, che conviveva con quella dei Sicani,
“prima” dell’arrivo dall’Asia dei troiani. D’origine italica (forse
genti scacciate dagli Enotri), o provenienti dalla Frigia, queste
popolazioni si erano già insediate nella Sicilia occidentale già
prima del sorgere della potenza militare di Micene. In questo
periodo precedente si registrarono flussi di genti, provenienti
dall’Epiro e dall'Illiria, verso il Veneto e la Liguria e da qui in
direzione dell’Italia meridionale. E’ altrettanto probabile che non
si formassero vere e proprie città, ma che vi fossero residenze
diffuse sul territorio, con riferimenti a templi sacri, dedicati a
divinità quali
Afrodite dai Greci, Astarte dai
Fenici,
o Cibele dai
Frigi,
presso il monte di Erice. I maggiori storici antichi attestano la
derivazione troiana, o comunque Anatolica, degli Elimi. Ce lo
confermano, infatti, sia
Tucidite che Plutarco.
Le principali città fondate
dagli Elimi furono Erice (l’antica Erix), Segesta, Entella
(nell’entroterra di Palermo) e Iaitias (nei pressi di San
Giuseppe Iato). La città più importante per gli Elimi fu
senz’altro Segesta, che, infatti, fungeva a centro politico ed
amministrativo del loro territorio. Fu in continua disputa con la
polis greca di Selinunte e in genere con le popolazioni d’origine
greca (sconfisse Selinunte
nel 580 a.C.).
Ciononostante, dagli scavi archeologici si attesta una forte
influenza culturale ellenica a Segesta. Si sono rinvenuti un tempio
dorico e un teatro d’origine greca alla sommità del Monte
Barbaro.
Coincidente con il porto di Castellammare del Golfo era situato l’emporium
della città.
L’importanza di Erix era, invece, collegata alla religione. Il loro
centro sacro, situato sul monte che domina l’odierna Trapani, faceva
perno sul
santuario di
Afrodite,
denominata Astarte dai Fenici e, successivamente, Venere dai Romani.
Nel tempio si praticava la prostituzione sacra. L’emporium
di Erix era posto sul
mare a Drepanon (l’antica Trapani).
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