Se
della presenza di un qualche fortilizio ne fa cenno il famoso
geografo arabo Edrisi, appartenente alla corte normanna di Palermo,
nel "Libro del Re Ruggero", del 1154, non si ha notizia della
costruzione dell’attuale castello. Forse fu edificato nel XIII
secolo, sulle rovine di una precedente costruzione araba. Esso
face parte di un sistema difensivo che comprendeva quattro diversi
monti limitrofi: Colle Eufemia, monte Barbaro, monte Bonifato e
monte Inici. Di questo sistema militare sono stati rintracciati i
resti di una torre saracena e di un Castello.
Al di sotto
del castello sorse il primo nucleo dell’abitato di Calatafimi.
Dall’altura fortificata si domina da occidente il centro del paese.
Dall’ altro del colle in si gode inoltre di un ampio e meraviglioso
panorama, dove si vedono, in lontananza, i resti del tempio di
Segesta ed il monte Barbaro.
Il castello, costruito sulla
rupe (a 400 metri s.l.m. circa), aveva una forma rettangolare. Era
formato da una torre quadrata nell'angolo a sud-est, una grossa sala
rettangolare a sud, un cortile interno e locali di varie dimensioni
e genere sui lati orientale, occidentale e settentrionale. In caso
di assedio, possedeva una grossa cisterna sotterranea, lungo le mura
occidentali. Nel corso dei secoli, inoltre, il castello fu
maggiormente fortificato con l’aggiunta di una grande torre
rettangolare sull'angolo a nord-est. Le mura che lo circondavano
erano poste su tre lati (sud, ovest e
nord) e avevano uno spessore
che variava da 100 a 120 centimetri. L’accesso al castello avveniva
tramite un corridoio, dove si possono ammirare, tuttora, due arcate
ogivali.
Il castello ed il paese facevano parte inizialmente del demanio
regio, ma,
nel 1336, Federico III di Aragona li concesse in feudo
al figlio Guglielmo. Da questo venne ceduto alla famiglia dei
Peralta, passando di mano in mano, fino al 1802, quando ritornò al
demanio. Il castello fu quindi nei secoli sede dei nobili feudatari,
oltre che elemento della difesa militare dell’isola. Nel periodo
demaniale, invece, fu
residenza dei governatori della città, e poi
utilizzato come sede militare e carcere giudiziario.
Nel 1868 con l'abbandono totale della costruzione, questa iniziò un
lento declino, oltre a subire delle manomissioni con la costruzione
delle vasche dell'acquedotto cittadino o l’utilizzo come
cava di pietra calcarea.
Pezzo dopo pezzo, i crolli continui ne hanno distrutto l’integrità.
Oggi rimangono della fortezza le due torri, due
archi del vestibolo, la lunga galleria sottostante la parte
occidentale,
i muri di sud e ovest, gli antichi locali adibiti a carcere e alcuni
magazzini. Recentemente, comunque, sono stati fatti lavori di
restauro e messa in sicurezza da parte della Soprintendenza di
Trapani,
negli anni che vanno dal 1992 al 1996.
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