Se
c’è un paese siciliano che tutti gli italiani conoscono, senza
averlo mai visitato, questo è Calatafimi. Come mai? Perché vi si
svolse la prima battaglia, forse la più importante, tra Garibaldi e
l’esercito borbonico, cosa che si studia a scuola, facendo parte del
cammino storico verso l’Unità d’Italia. Calatafimi è posto nella
parte nord-occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani,
poco distante (una decina
di chilometri) da
Alcamo e da Castellammare del Golfo
Dal 1997,
grazie a una legge regionale,
il comune ha preso il nome di
Calatafimi Segesta, rivelando la stretta connessione tra il paese,
di circa 7.000 abitanti, e l’antica città di Segesta, fondata dagli
elimi, ma ora non più abitata.
La storia
L’antico borgo
nasce nel
IX secolo, nei pressi del castello arabo di
Qal’at Fîmî (il castello
di Eufemio), di cui rimane qualche traccia. Se inizialmente
il piccolo abitato faceva parte del regio demanio, nel 1336, fu
concesso in feudo al figlio da Federico III di Aragona. A partire da
questa data, il comune divenne proprietà di diverse famiglie
nobiliari, come capitò alla maggior parte dei comuni siciliani. Fu
solo con l’arrivo di Garibaldi e la conseguente Unità d’Italia, che
cambia la storia del paese di Calatafimi. Calatafimi,
dagli Aragona fu ceduto ai Peralta. Con il matrimonio,
Donna Violante de
Prades lo portò in dote a Bernardo Cabrera, entrando, insieme ad
Alcamo, nella Contea di Modica, di cui fece parte dal 1420 al 1802,
passando poi nel demanio borbonico del Regno delle Due Sicilie. Tra
i possessori di Calatafimi, possiamo citare, oltre ai Cabrera, anche
gli Enriquez (1565
-
1741)
e i duchi d'Alba.
Con il XV e XVI secolo il borgo di Calatafimi conobbe una forte
espansione con quelli che furono denominati "quartieri spagnoli",
che rimangono intatti, attualmente, nella loro disposizione
originale.
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