Nella
zona di Calatafimi e della Valle del Belice vengono prodotti dei
formaggi assolutamente tipici, diversi da altri siciliani.
Il Belicino
Questo formaggio fa parte dell'elenco
dei prodotti agroalimetari tradizionali (PAT), che viene stilato dal
ministero delle politiche agricole e forestali. L’obiettuvo
dell’iscrizione è stato perseguito con volontà e passione dal
secondo dopo gierra sino ad oggi. Il formaggio è prodotto
con
latte
di
pecora
e l’aggiunta di olive
Nocellara del Belice. E’ essenzialmente un pecorino, a cui, prima
della pressatura nella vastella, vengono aggiunte le olive,
precedentemente tenute in salamoia e poi snocciolate.
La Caciotta degli Elimi
Anch’esso fa parte dell'elenco
dei prodotti agroalimetari tradizionali (PAT), redatta
dal Mipaaf. Prende il nome dall’antico popolo che abitò la Sicilia
orientale, poi divenuta zona fenicia e cartaginese. E’ un
formaggio ottenuto
dal
latte
di pecora, a pasta semicotta. Di forma cilindrica, presenta
dimensioni variabili. Ha una crosta liscia e una leggera occhiatura
irregolare. Viene stagionato
per un mese circa, alla temperatura di tre gradi. Le forme vengono
rivoltate ogni due o tre giorni.
Il Cofanetto
E’ iscritto tra
i prodotti agroalimetari tradizionali (PAT) del
Mipaaf. Anche se poco conosciuto il cofanetto è di antichissima
tradizione. In una
sua citazione, Samuel Butler, lo fa risalire, addirittura, al VI
secolo. Il suo nome particolare non si riferisce alla forma, che
infatti è a parallelepipedo, ma alla zona di produzione. Le pecore,
infatti, che ne producono il latte, pascolano sul monte Cofano, da
cui “cofanetto”.
Tuttavia, il formaggio è di produzione
mista. Al latte di pecora (20/30%) viene aggiunto il latte
delle vacche di Cinesi (70/80%). La sua produzione è simile a quella
del pecorino. Il latte viene,
quindi, coagulato
con il caglio di agnello riscaldato alla temperatura di 36
gradi circa. Portata a termine l’operazione di caqgliatura, il
giorno dopo, si effettua l’operazione di filatura. La massa,
innanzitutto, viene tagliata a strisce e poi fatta filare. Con la
tecnica chiamata accupatina,
si ottengono delle masse
ovoidali, a cui poi, su un tavolo di legno, viene data la
classica forma squadrata. Al terzo giorno di lavorazione, le forme
di formaggio vengono immerse in
un bagno di
salamoia satura. Vi rimangono a seconda del peso. La forma
(squadrata) varia, infatti, per grandezza e peso, dai 2 ai 10
chilogrammi. Può subire operazioni di stagionatura, oppure, mangiato
fresco.
L'ericino
Anch’esso fa parte dei
prodotti agroalimetari tradizionali (PAT) del
Mipaaf. L’ericino fa parte della grande famiglia dei pecorini. E’,
come il cofanetto, un formaggio misto, ottenuto con latte di
pecora e latte di
vacca cinisara. La sua
forma è
cilindrica, ma dai lati dritti, mentre le sue dimensioni e peso sono
variabili. Il suo peso può andare dai 2 ai 7 chilogrammi, con
un diametro variabile tra i 15 e i 30 centimetri. A seconda la
stagionatura il
colore cambia, dal giallo paglierino al marrone scuro. Al suo
interno può presentare una leggera occhiatura irregolare.
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