Durante il XVI ed il XVII secolo, se da un lato Alcamo ebbe il
fiorire di attività culturali, l’apertura di scuole rette da dotti
insegnanti e la costruzione di un teatro nel 1667 da parte di
Mariano Ballo (l’attuale
teatro
Cielo d'Alcamo), dall’altra la città venne decimata dalla
peste. La
grande quantità di cadaveri veniva sepolta nel cimitero di S.
Ippolito. E’ proprio in questo periodo martoriato che si ebbe
l'apparizione della Madonna (ad alcune popolane) e il rinvenimento
di una sua immagine, venerata successivamente
col nome di Maria Santissima
dei Miracoli (1547). Sempre nel XVII secolo fu eretta la Matrice,
sui ruderi di un antico luogo di culto del XIV secolo (rimangono
visibili il portale e il notevole campanile), e numerose chiese
vennero o ricostruite o ristrutturate. La
Chiesa Madre, intitolata
all'Assunta, perla del comune di Alcamo, fu progettata dagli
architetti Angelo Italia e Giuseppe Diamante. Il suo interno fu
affrescato, nel 1699, con 38 splendide composizioni del pittore
fiammingo
Guglielmo Borremans,
nella porzione absidale
e nella cupola. Sono presenti anche il Transito della Vergine
ed il Crocifisso attribuiti al Gagini. Se verso la fine del
XVIII secolo e gli inizi del XIX la città venne ripopolandosi, nel
1829, fu decimata stavolta dal colera. Nella prima parte
dell’Ottocento la città divenne demanio regio ed alcuni suoi
rappresentanti divennero membri del parlamento siciliano. Anche ad
Alcamo, come in tutta la Sicilia, avvennero rivolte e distruzioni
contro il governo borbonico (Il 1812, il 1820 e il 1848), fino a
quando, nel 1860, non si ebbe lo sbarco dei garibaldini e la
successiva Unità d’Italia. All’arrivo di Garibaldi, Stefano e
Giuseppe Triolo, il 6 aprile
1860,
organizzò delle squadre di volontari che, unitesi ai Mille,
combatterono nella battaglia di Calatafimi. Nel
1843,
va ricordata l’edificazione del palazzo comunale, su un’area
appartenente al barone Felice Pastore, già membro del parlamento
siciliano. Durante il periodo fascista venne avanzata la
richiesta di elezione di Alcamo a
capoluogo di
provincia, ma l’istanza venne bocciata. Durante la Seconda
Guerra Mondiale gli Americani entrarono ad Alcamo, il 21 luglio
1943, senza incontrare resistenza. La prostrazione per fame della
collettività alcamese portò alla sollevazione del 18 dicembre 1944.
Oltre alla Chiesa Madre, molte sono le chiese rilevanti sotto il
profilo artistico. Abbiamo:
la seicentesca
San Francesco,
in cui si trovano altre opere di Domenico Gagini, come un'ancóna
in marmo e 2 sculture,
attribuite ad Antonello Gagini,
raffiguranti la Maddalena e San Marco; La
Badia Grande, conosciuta
anche come San Francesco di Paola, che è una chiesa d’epoca
barocca al cui interno sono conservate una pittura di
Pietro Novelli
pittore
monrealese
della
prima metà del XVII secolo, e delle figurazioni allegoriche di
Giacomo Serpotta;
la Badia Nuova,
abbellita con rilevanti statue del Serpotta; la
chiesa di S.Tommaso, del
XV secolo,
decorata da un grande portale a disegni geometrici; La Chiesa
di San Oliva, del XVIII secolo, custodisce sull’altare maggiore
una pittura del Novelli varie
opere dei Gagini;
la Chiesa dei Santissimi Paolo e Bartolomeo, in stile
barocco, che contiene una preziosa Madonna del Miele.
|