Sull’isola di Pantaleo, una dello Stagnone, fu fondata dai
fenici Mozia nel VIII a. C. Nel 397 a.C. la città fu conquistata e
rasa al suolo dai soldati siracusani di Dionisio I. I superstiti
sulla vicina costa ersero allora Lylibeo, "la città che guarda la
Lybia", essendo di fronte la Lybia, come veniva chiamata in quel
tempo l’intera costa settentrionale dell'Africa. Questa volta i
lilibetani si dotarono di mura e di due fossati profondi a nord e a
sud dell’abitato (oggi visibili per piccoli tratti).
Conquistata dai
romani nel 241 a.C., assunse sotto di essi grandissima
importanza per il porto e gli scambi commerciali che vi si
svolgevano con tutto il bacino del Mediterraneo. La ricchezza
economica portò all’espansione architettonica della città, con la
costruzione di bellissime ville ed edifici pubblici (che si vanno
rinvenendo negli attuali scavi). Era sede, come Siracusa, del
pretore e del questore romano, tra questi vi fu Cicerone, tra il 76
e il 75 a.C. che la denominò
Splendidissima civitas Lilibaetana.
Fu distrutta dai Vandali
e, una volta riconquistata da Belisario, ricostruita, passando sotto
il dominio bizantino di Giustiniano. Dopo secoli bui segnati dalle
devastazioni dei Vandali, dalle incursioni dei pirati o dal
disinteresse totale di Bisanzio, con l’arrivo degli arabi, nel
IX secolo, le fu ridata importanza attraverso l’antico porto
di Punta d'Alga. Con il seguente sviluppo urbanistico, la città si
arricchì di costruzioni ispirate allo stile
arabo.
Nei secoli successivi, sotto le dominazioni normanna, sveva,
angioina e aragonese, Marsala conobbe un lento ma progressivo
sviluppo, che la fece divenire una tra le più importanti roccaforti
della Sicilia. Nel 1575, incredibilmente, Carlo V diede ordine di
interrare il porto di Punta d'Alga, allo scopo di fermare le
incursioni dei pirati saraceni. L’attività marsalese, naturalmente,
ne ebbe un durissimo danno e per ben due secoli sopravvisse a se
stessa.
Come un angelo piovuto dal cielo, alla fine del
Settecento, giunse a Marsala l’inglese John Woodhouse. Questi,
assaggiando il vino prodotto localmente, dall’alta gradazione, e
giudicandolo ottimo, inventò “il Marsala”. Fece aggiungere altro
alcol, assicurando in questo modo la stabilizzazione, e iniziò ad
esportarlo. Soprattutto nella sua variante secca, il Marsala si
poneva allo stesso livello del Madera e del Porto. Ma non basta: per
avviare e sostenere l’esportazione del vino, Woodhouse fece
costruire delle infrastrutture e, in particolare, il nuovo porto di
Margitello, che è poi l’attuale della città trapanese. Un altro
angelo piovve a Marsala, ma dall’importanza nazionale, Giuseppe
Garibaldi. Qui, infatti, sbarcò il generale e i suoi Mille,
iniziando proprio da Marsala, l’epopea garibaldina alla conquista
del Regno borbonico e la successiva unificazione italiana. Era
l'11 maggio 1860.
Nel
1943
(sempre l’11 maggio),
un bombardamento britannico danneggiò gravemente il centro storico
barocco della città, producendo, soprattutto, molte vittime civili.
Per questo a Marsala è stata assegnata la medaglia d'oro al valor
civile.
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