Anche il Moscato passito di Pantelleria è un vino DOC
da dessert, che viene prodotto sempre ed esclusivamente nella
provincia di Trapani. Esso si ottiene da un vitigno di nome zibibbo,
che gli da un sapore dolce. Il suo nome viene dalla parola araba
zabīb, cioè
"uvetta" o "uva passita". L'uva zibibbo, sarebbe originaria
dell'Egitto (secondo il Salomon), in particolare Alessandria
d’Egitto, da cui deriva il nome di Moscato d’Alessandria, e venne
diffusa nel Mediterraneo ad opera dei Fenici, giungendo anche a
Pantelleria. Secondo altre fonti (il Mendolia) la sua diffusione si
deve agli arabi (che la chiamavano vite Zibibi). Di fronte l’isola
di Pantelleria, sulla costa africana, si trova, infatti, Capo Zebib,
individuato, secondo queste fonti, come
luogo di origine. Per la sua
coltivazione gli arabi scavarono i caratteristici terrazzamenti che
si vedono sull'isola.
La prima citazione dell’uva Zibibbo in Sicilia l’abbiamo dal
Cupani nell’anno 1696. Il Nicosia, nel 1735, parlando del moscato
d’Alessandria, lo giudica una varietà di vite ideale per le pergole.
Il Moscato di Pantelleria
è prodotto con la cultivar Moscato d’Alessandria. Tale cultivar
ancora oggi continua ad essere la prima nella realizzazione di nuovi
impianti. Da questo particolare vitigno si ricava non solo il
moscato di Pantelleria, ma anche il vino zibibbo. Il moscato è
andato affermandosi verso la fine del XIX secolo e gli inizi del XX.
Secondo delle stime effettuate agli inizi del ‘900, riportate dallo
Scarponi, vi era una produzione di poco inferiore agli 80.000
quintali di uva e poco meno di 15.000 hl di vino moscato. Oggi, la
quasi totalità dell’intera produzione italiana di quest’uva viene
coltivata a Pantelleria.
Le sue caratteristiche
organolettiche sono: colore, dal giallo dorato all'ambrato;
odore, tipico del moscato di frutta secca tipo albicocche;
sapore, dolce e aromatico, tipico del moscato. Il moscato di
Pantelleria va servito ad una temperatura di 10-12 gradi, in
bicchieri a tulipano medio-piccoli. L’abbinamento ottimale è con
formaggi erborinati accompagnati da marmellate ricavate dallo stesso
vino, o, in generale, con dolci da forno, in particolare con quelli
d’origine siciliana, come paste di mandorla, cannoli siciliani e
cassate siciliane, oppure è perfetto gustato insieme a gelati al
pistacchio o alla ricotta. C’è anche chi lo preferisce abbinato con
il foie gras.
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