Marsala,
città di circa 80.000 abitanti, è la quinta per grandezza della Sicilia,
dopo Palermo, Catania,
Messina e Siracusa.
E’ un
esempio di Città-territorio, molto rara in Sicilia. Se si esclude l’antico
centro storico, la maggioranza della popolazione abita in un tessuto, diviso
in un centinaio di contrade, sua vera peculiarità, lungo le strade
principali esistenti, su cui si immettono decine di piccole vie, senza
soluzione di continuità e in tutte le direzioni. Questa enorme area non
possiede poi un vero e proprio centro di aggregazione. Le origini di questa
particolare struttura del comune di Marsala risale alla fine dell'Ottocento-primi
del Novecento. Poiché tutto il comune era adibito a coltivazioni e queste,
in particolari periodi (vendemmia, mietitura ecc.); richiedevano la presenza
stabile dei contadini che abitavano nel centro storico, la residenza
momentanea si trasformò in residenza stabile. Nel 1978, sono nate le
circoscrizioni, per facilitare la gestione del territorio. L’area comunale
fu suddivisa in 7 quartieri urbani e in 7 borgate extraurbane, ridotte poi a
5.
La città si erge su
Capo Boeo,
sulla punta
estrema della Sicilia
occidentale. Dalla città si ha un’ampia veduta sulle isole Egadi
e sulle isole dello Stagnone, quest’ultime sono riserva naturale regionale.
Tra esse si trova l'isola di Mozia,
fondata nel VIII a.C., importante città fenicio-punica. Fu distrutta dai
siracusani (d’origine greca), che dopo numerosi assedi riuscirono ad
espugnarla. I sopravvissuti fondarono sulla terra ferma Lilibeo, questa (e
Mozia) sono due delle quattro città puniche della Sicilia insieme a
Solunto e Palermo.
Attualmente l’isola di Mozia è uno scavo archeologico a cielo aperto.
Nella città di Marsala, che sorge sulle rovine dell'antica città punica di
Lilibeo
(in latino Lilibeum), è in
corso dal 2002 lo scavo di una vasta area, protetta dall’amministrazione,
che, si prevede, si trasformerà in un parco archeologico. In questa zona ad
occidente della città, è stata riportata alla luce una antica casa patrizia
romana, del periodo tardo imperiale, costruita attorno ad un atrio
tetrastilo e ad un
peristilio.
Possiede
bellissime decorazioni a mosaico pavimentali, raffiguranti figure
mitologiche e scene di lotta fra animali selvatici, e un impianto termale
privato. Ogni giorno vengono scoperte strutture murarie, lastricati in
marmo, oggetti ornamentali come spille, monete ma, anche, reperti di
rilevante interesse come un timpano in pietra con un’iscrizione latina o
unici come la Statua in marmo di
Venere Callipigia
del II secolo d.C.
Fonte, come abbiamo detto, di innumerevoli e preziosissimi ritrovamenti,
lo scavo “alimenta” il Museo Archeologico Regionale del Baglio Anselmi
di Marsala. Il museo attualmente ha già grandissima importanza per
quanto riguarda
l’Archeologia Navale.
In esso, infatti,
vi sono custoditi i resti di una nave punica, affondata presso punta
alga nel 241 a.C., durante la
Battaglia delle Isole
Egadi,
nel mare prossimo a Lilibeo,
anno della conclusione della prima guerra punica tra Cartaginesi e
Romani. Essendo l’unico esemplare al mondo di nave fenicia di tipo
militare, risulta essenziale per lo studio della loro tecnica navale. La
città fu assediata dai romani nella prima delle tre guerre puniche, e
difesa dal comandante cartaginese
Imilcone.
Se dalla città di Lilibeo gli abitanti della città vengono appellati
lilibetani,
vengono denominati marsalesi dall’attuale nome, che deriva dall’arabo
Marsa Allah,
porto di Allah (porto di Dio). Vi sono, tuttavia, altre interpretazioni,
come quella della derivazione, sempre araba, di Marsa Alì, "Porto
Grande" ("Alì", è il nome del cognato e genero del profeta Maometto, che
viene utilizzato anche attualmente come sinonimo di “Grande”), oppure da
mare salis, cioè "saline al mare”, essendovi delle saline situate
sulla costa settentrionale.
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