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Noto, gioiello siciliano dell'UNESCO | |||||||||||||
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Uscendo
dalla città di Noto e spingendosi di circa 9 km in direzione nord
ovest, si incontra l’antico
Eremo di San Corrado fuori le Mura.
Qui si trova la grotta dove sarebbe vissuto
il santo nel XIV secolo. Poco distante si trova il
Santuario di S. Maria della Scala, un antico punto di preghiera
caratterizzato da un arco di tipo
arabo normanno, alle spalle del fonte battesimale qui posto.
Ma la vera neta del viaggio è l’abitato di Noto antica,
sul monte Alveria,
cioè la città, prima del terribile terremoto del 1693, che la
distrusse. E’ un punto archeologico a tutti gli effetti, anche se
risale ad appena 300 anni fa. Al momento dell’evento
l’abitato
contava circa 14.416 abitanti e
3046 case. In esso si trovano ancora
i resti della cinta muraria e del Castello Reale con vestigia di
torri e parti della fortificazione. E’ visitabile l’antica prigione,
ricca di graffiti fatti dai galeotti.. Tra le chiese più importanti vi era quella del SS. Crocifisso, cedificata al tempo di Giordano (quello a cui risaliva la costruzione del Castello), e restaurata dalla nobile e facoltosa famiglia dei Landolina. Tra le macerie anche il sontuoso palazzo di questa importante famiglia netina. Quello che viene considerato un sito archeologico a tutti gli effetti, non conta grandi scavi effettuati per ridare luce ad informazioni legate alla vecchia Noto. Va ripensata e potenziata la fruizione della preziosa località. |
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