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Noto, gioiello siciliano dell'UNESCO
Introduzione
Noto conquista i conquistatori
La Rinascita dopo il terremoto
Dal progetto all'esecuzione
"Sembra di una volontà sola"
A passeggio per la città
Noto vista da Sciascia
La Cattedrale di San Niccolò
Alcune chiese di Noto
Noto Antica
Le rovine di Heloros
La Villa Romana del Tellaro
Feste civili e religiose
Riserve naturali di Noto
Cavagrande del Cassibile
 
Video su Noto
 
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     NOTO

      "Noto ai primi del Settecento è
   una delle nostre città sorte d'un
   colpo, pel fatto sembra d'una
   volontà sola, immagine precisa del
   gusto d'un'epoca. A visitarla, palazzi,
   chiese, conventi, teatro pare un
   monumento unico..." (
Ugo Ojetti)

   

    Noto Antica.

   
     
     

 

 

Rovine del Castello a Noto Antica

 

 
 






 

 Uscendo dalla città di Noto e spingendosi di circa 9 km in direzione nord ovest, si incontra l’antico Eremo di San Corrado fuori le Mura. Qui si trova la grotta dove sarebbe vissuto il santo nel XIV secolo. Poco distante si trova il Santuario di S. Maria della Scala, un antico punto di preghiera caratterizzato da un arco di tipo arabo normanno, alle spalle del fonte battesimale qui posto.

Ma la vera neta del viaggio è l’abitato di Noto antica, sul monte Alveria, cioè la città, prima del terribile terremoto del 1693, che la distrusse. E’ un punto archeologico a tutti gli effetti, anche se risale ad appena 300 anni fa. Al momento dell’evento l’abitato contava circa 14.416 abitanti e 3046 case. In esso si trovano ancora i resti della cinta muraria e del Castello Reale con vestigia di torri e parti della fortificazione. E’ visitabile l’antica prigione, ricca di graffiti fatti dai galeotti..

Incredibilmente, però, sono presenti tra i ruderi diversi secoli di storia stratificati in un singolo sito. Oltre alle rovine recenti, si trovano alcune necropoli sicule risalenti al IX e VIII secolo a.C., come le tracce dell'Heroon (dedicato al culto degli eroi) e del ginnasio d’epoca greca. Oltre ad un raro affresco dell'epoca, sono visibili bassorilievi ed alcune iscrizioni, di cui una riferentesi al re siracusano Ierone.

Tra le rovine, molte chiese d’epoca antica. In primis, quella che veniva chiamata Chiesa Maggiore, cioè la cattedrale. Si racconta che venne edificata nel periodo della cacciata dalla Sicilia degli arabi, da parte del Conte Ruggero I il normanno. Era dedicata a San Nicolò, come lo è l’attuale Chiesa madre di Noto. Custodiva al suo interno l'urna di San Corrado Confalonieri, che è conservata oggi nella Cattedrale.
Tra le chiese più importanti vi era
quella del SS. Crocifisso, cedificata al tempo di Giordano (quello a cui risaliva la costruzione del Castello),  e restaurata dalla nobile e facoltosa famiglia dei Landolina. Tra le macerie anche il sontuoso palazzo di questa importante famiglia netina.

Quello che viene considerato un sito archeologico a tutti gli effetti, non conta grandi scavi effettuati per ridare luce ad informazioni legate alla vecchia Noto. Va ripensata e potenziata la fruizione della preziosa località.
 
 

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